Un Draghi solo

La cartuccia che poteva essere sparata era forse l'ultima possibile

Draghi è solo, solo uno e con molti interrogativi. Questo abbiamo, dopo non si sa.

La telefonata con Conte e il no all’incontro, hanno fatto tornare Draghi precipitosamente dal G7, ed adesso si teme lo strappo nella maggioranza.

Il grillino rifiuta il faccia a faccia aggiungendo: «Dimmi se ci vuoi fuori dal governo».

Più plausibile che Mario lo voglia fuori dai 5Stelle, in serata ha ribadito che non può pensare ad un governo senza i grillini.

Ma è proprio a Grillo che si è rivolto Draghi per defenestrare Giuseppi, la cui prosopopea del nulla ormai non sopporta più nessuno.

E così il capo dell’esecutivo rientrato a Roma in anticipo dal vertice Nato, appare teso e con tanti pensieri.

La sinistra cerca la fuga

La sinistra, ed in primis il PD è forte di una sconfitta ben mimetizzata, e di dissapori all’interno del centro destra – che comunque sia ha consolidato alle recenti amministrative il proprio vantaggio – con visibile difficoltà a gestire le diverse anime.

E così Letta sta tentando lo strappo ed il colpo di mano, con i ddl su ius scholae, una versione light dello ius soli , e liberalizzazione delle droghe leggere. Argomenti spinosi che necessitano di ben altra serenità e ponderazione.

Il tentativo è, però, chiaro: sistemare due bandierine di partito in vista delle politiche di primavera, ed animare la discussione in seno alla maggioranza.

Dando una bella scrollata al centro destra per vedere se le crepe già presenti si allargano. E magari un pezzo, leggi Forza Italia, si stacca. Il pezzo più importante, non in termini numerici, ma di coesione ed appeal per i moderati. Quel pezzo che significa vittoria o sconfitta in primavera.

Così Letta vuole agitare la maggioranza attuale di ‘unita’ nazionale’, vedere fin dove può spingersi, in omaggio al sempreteterno motto sinistro del tanto peggio, tanto meglio.

Una maggioranza, in verità, nata per fare fronte ad emergenza Covid e gestione dei Recovery Fund, così ampia da postulare il fatto che non è, e non può essere, politica, e scelte politiche, conseguentemente, non può farne.

Come si vede i pensieri per Draghi, sempre meno taumaturgo e sempre più stanco, aumentano.

In vista c’è il 2023, con le elezioni politiche ormai improcrastinabili, ed una ancora possibile staffetta al Quirinale con Mastella, che i più danno scomparso dai radar.

Non c’è da stare allegri onestamente: il COVID infuria, il gas ci manca, sul ponte sventola bandiera arcobaleno.

Leggi anche: Le sanzioni di un mondo

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version