Lady Gaga Faziosa. La sorella della Littizzetto

A "Che tempo che fa" va in scena una trita carrellata di stereotipi radical chic

Gaga

Lady Gaga è apparsa ieri a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Uno spettacolo a dir poco deprimente, per una Star che ha fatto della appartenenza politica liberal la sua bandiera.

In Tour per reclamizzare il lancio del film “House of Gucci“, la Germanotta non si è sottratta a tutti i marchettoni possibili, da Biden, il clima, femminismo bisunto e sostegno al mondo LGBT.

Ma, poi, siamo sicuri che fosse davvero lei, e non la Littizzetto travestita? Come aspetto e profondità di contenuti, eravamo lì..

La sorella della Littizzetto 

Ce la mette tutta la Germanotta a cercare di essere sexy, ma ieri pareva solo si dovesse appollaiare sul bancone e passare Swiffer, come ‘Lucianina’. Due gocce d’acqua: anche negli atteggiamenti e nei contenuti triti e ritriti.

Praticamente era la versione parruccata, anzi parrucconata, e ceronata della Littizzetto.

Taccata ed in abito leopardato come ogni Milf di mezza età che si rispetti. L’effetto Cougar è assicurato.

Fabio Fazio – personalmente l’ho trovato non in grande forma e con un aspetto non rassicurante, spero umanamente di sbagliarmi –  apre la presentazione con la performance di Lady Gaga all’insediamento di Biden: tanto per chiarire che la si butterà in politica, e in caciara, come sempre. Così è, in effetti.

Peraltro vedendo le figure di cacca (letteralmente) che sta collezionando Sleepy Joe, non c’è nemmeno da andarne troppo fieri.

«Buonasera, Fabio». Le prime parole della Divina. Baci e abbracci di rito, salvo poi predicare il distanziamento sociale. Tutto regolare, Rai 3 Style.

Non potevano che essere in italiano le prime parole di Lady Gaga nello studio di Che tempo che fa in occasione della sua apparizione alla tv italiana. Genuino come il parmesan venduto all’estero.

E poi, avanti con rievocazioni della sua carriera e lacrime al mentolo, per un’intervista inginocchiata come solo il buon Fabio sa fare.

Un po’ di riscaldamento globale e una spruzzata di DDL Zan: non guasta mai, con Gaga che si commuove – ancora –  al disastro dell’affossamento del disegno di legge.

«Vorrei dire una cosa alla comunità Lgbtq+ italiana: siete davvero coraggiosi, siete i più gentili, siete un’ispirazione. Dovete essere protetti a tutti i costi come tutti gli esseri umani che vivono sul pianeta. Continuerò a scrivere canzoni per voi e continuerò a lottare per voi».

Compagni da smalti e dalle estetiste..

Gaga ricorda, quindi, le sue origini italiane, il nonno Giuseppe, mica per altro, giusto per reclamizzare l’imminente uscita del film House of Gucci nel nostro Paese.

Lei interpreta Patrizia Reggiani, moglie di Maurizio Gucci, che fu la mandante dell’omicidio del marito, avvenuto nel 1995.

La donna fu accusata di aver versato 600 milioni a un sicario, Benedetto Ceraulo, e al suo autista, Orazio Cicala, che aiutò l’assassino a fuggire dal luogo del delitto. L’ufficio della società di Gucci, in via Palestro, nel capoluogo lombardo.

Ebbene, intervistata da Fanpage, la cantante e attrice italoamericana ha pensato bene di infilare un po’ di filosofia femminista nel commento a margine del film. “Patrizia Reggiani era una donna traumatizzata, schiacciata da un sistema dominato dagli uomini”.

Al Corriere, la Germanotta ha confessato che “è difficile dire che provo un senso di empatia per Patrizia, ma ho imparato ad amarla, […] penso che fosse devastata e abbia avuto un momento d’ira”.

Pagare due persone per uccidere il marito è un momento d’ira, nella neolingua sinistrorsa. Chissà cosa avrebbe detto a sessi invertiti.

Un momento d’ira, come quello che ad un certo punto mi ha preso ieri sera ad assistere a questi spettacoli pietosi e di parte sulla TV nazionale. Prima di cambiare canale.

Non avrei mai pensato di dirlo: Germanotta, è meglio tua sorella, Luciana Littizzetto.

 

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