Niger. Possibile intervento militare delle truppe ECOWAS contro la giunta militare?

Il Generale Tchiani: “pronto a resistere

Niger. Possibile intervento militare delle truppe ECOWAS contro la giunta militare? Il Generale Tchiani: “pronto a resistere

Fonte Il Faro di Roma www.farodiroma.it di Jalel Lahbib

Il golpe

Nella serata di ieri il Generale Abdourahamane Tchiani, che ha assunto il comando del del Consiglio di transizione dopo aver arrestato il legittimo presidente Mohamed Bazoum durante il golpe del 26 luglio scorso, ha messo in guardia contro qualsiasi intervento armato in Niger. Questo intervento è in risposta al meeting di sicurezza dei leader dell’Africa Occidentale ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale), nota anche con la sigla francese: CEDEAO. Durante il meeting, convocato in tutta urgenza, si sono discusse tutte le azioni possibile per fare pressioni sull’esercito nigerino per ripristinare l’ordine costituzionale e ricollocare alla Presidenza Mohamed Bazoum.

ECOWARS

La ECOWAS è un accordo economico stipulato da quindici Stati dell’Africa occidentale nel 1975, e tuttora in vigore. Vi aderiscono 15 Stati sovrani otto dei quali gravitano sotto l’infulenza francese. Oltre al Niger vi è il Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea Conakry Guinee Bissau, Liberia, Mali, Nigeria, Sierra Leone, Togo.

Una seconda riunione è in corso oggi domenica 30 luglio in Nigeria dove i leader della ECOWAS potrebbero decidere di sospendere il Niger, tagliare fuori il Paese dalla Banca Centrale regionale (controllata dalla Banca Centrale di Parigi) e dal mercato finanziario, oltre che chiudere le frontiere. Se si procedesse alla sospensione, il Niger sarebbe il quarto Paese membro a subire questa sanzione. Burkina Faso, Guinea Conakry e Mali sono stati sospesi a causa dei golpe anti francesi attuati in questi paesi. Le singole decisioni di sospensione sono state il frutto di pesanti pressioni da parte di Stati Uniti, Unione Europea e Francia . Prima dei colpi di Stato, Parigi aveva il controllo di queste tre sue ex colonie africane.

“L’obiettivo della seconda riunione della ECOWAS è approvare un piano di aggressione contro il Niger attraverso un imminente intervento militare a Niamey in collaborazione con altri paesi africani che non sono membri dell’ECOWAS e alcuni paesi occidentali. Vogliamo ricordare ancora una volta all’ECOWAS o a qualsiasi altro avventuriero, la nostra ferma determinazione a difendere la nostra patria “, ha affermato il portavoce della giunta, il colonnello Amadou Abdramane in una dichiarazione letta alla TV di stato sabato sera.

La giunta militare

Sabato sera la giunta ha rilasciato un secondo comunicato invitando i cittadini della capitale a scendere in piazza dalle 7 del mattino ora locale per protestare contro l’ECOWAS e mostrare sostegno ai nuovi vertici militari. Questo invito contraddice l’interdizione di manifestazioni decretata venerdì dal Ministero degli Interno, rafforzando il sospetto che tale provvedimento era teso a impedire manifestazioni a favore del Presidente deposto con le armi di cui non si hanno più notizie dopo il suo arresto avvenuto il 26 luglio.

L’Unione Europea, su pressioni di Parigi, ha affermato di riconoscere Mohamed Bazoum ancora come presidente legittimo. Ieri, l’Unione Europea e la Francia hanno sospeso il sostegno finanziario e la cooperazione in materia di sicurezza con il Niger. Annunciando le sanzioni, il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha dichiarato: “L’Unione europea non riconosce e non riconoscerà le autorità del putsch in Niger”, aggiungendo che Mohamed Bazoum “rimane l’unico presidente legittimo del Niger”, richiedendo la sua immediata liberazione.

Blinken

Ieri, anche il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto l’immediato rilascio del deposto presidente del Niger Mohamed Bazoum e il ripristino dell’ordine democratico nel paese. Blinken ha detto ai giornalisti a Brisbane, in Australia, di aver parlato con Bazoum per telefono, senza fornire ulteriori dettagli. Blinken ha affermato che una partnership economica e di sicurezza degli Stati Uniti con il Niger, del valore di centinaia di milioni di dollari, dipende dalla continuazione del governo democratico e dell’ordine costituzionale, che è stato interrotto negli ultimi giorni. L’Unione Africana ha rilasciato una dichiarazione chiedendo che i militari tornino alle loro caserme e ripristinino l’ordine costituzionale entro 15 giorni.

La Francia ha 1500 soldati stazionati in Niger impegnati (molto teoricamente) nella lotta contro il terrorismo islamico dopo che sono stati cacciati fuori dalla giunta militare che ha preso il potere nel Mali il 24 maggio 2021. Il golpe fu guidato dal Colonnello filo Russia Assimi Goïta auto nominatosi Presidente della Transizione della Repubblica del Mali. Parigi è stata costretta a trasferire il suo centro operativo regionale dal Mali alla capitale nigerina di Niamey. Gli Stati Uniti hanno nel Paese un contingente di 800 uomini impegnati in operazioni speciali con uso di droni, a sostegno dell’esercito francese nell’ambito dell’operazione Juniper Shield. Anche l’Italia ha 350 soldati in Niger per addestrare l’esercito nigerino, le sue forze speciali e l’aviazione. Entrambi i tre corpi d’armata hanno dato il loro pieno sostegno al Generale golpista.

Il paese

Il Niger è considerato dall’Italia un Paese di strategica importanza perché è il punto di passaggio dei migranti che tentano di arrivare a Lampedusa e per l’importanza che il Niger detiene per la sicurezza energetica dell’Europa (attraverso le sue miniere di uranio). Ultimamente un terzo motivo si è aggiunto: il contenimento del gruppo di mercenari (ora vero e proprio esercito ausiliario) della Wagner che sono presenti da tempo in Burkina Faso, Mali e Repubblica Centrafricana. Il contingente militare italiano è subordinato alle decisioni dei contingenti francese e americano. Il Niger rientra anche nel cosiddetto “Piano Mattei” ideato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presentato come un progetto per il rilancio socio-economico dei Paesi africani che in realtà è un maldestro tentativo di rafforzare l’influenza italiana nel Nord Africa e Africa Occidentale per contenere i flussi migratori e mettere le mani sulle fonti energetiche.

Le reazioni della Francia contro la giunta militare nigerina fanno comprendere che Parigi (per la prima volta nella storia post coloniale di questo Paese africano) non è dietro al colpo di Stato come fu nel caso dei 4 precedenti golpe. Poco probabile che anche il coinvolgimento della Russia. Le accuse insinuate dai media occidentali che dietro al golpe del Generale Tchiani vi sia la lunga mano di Putin e del suo “cuoco” Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner, presumibilmente rientrano nella guerra di propaganda occidentale contro la Russia.

Putin

Le mosse diplomatiche attuate da Mosca dall’inizio del golpe ad oggi fanno piuttosto pensare che Putin intenda approfittare dell’occasione per sottrarre il Niger dall’influenza francese, ripetendo i successi ottenuti in Mali nel 2021 quando la Russia sfruttò le tensioni fra la giunta militare di Bamako e il governo francese per diventare un partner economico – militare – politico alternativo e affidabile.

Mosca sta agendo in Niger attraverso un movimento sociale – politico da finanziato con fondi russi: il Movimento62, noto con la sigla M62, creato nel settembre 2022 e composto da diverse organizzazioni della società civile nigerina. Il suo leader è Abdoulaye Seydou. Il Movimento62, ha come obiettivi principali ristabilire la sovranità del Niger e la dignità del popolo nigerino attraverso una reale indipendenza economica, politica e militare. Il M62 non fa mistero della sua affiliazione alla Russia. In ogni sua manifestazione compaiono bandiere russe e cartelli con scritto “I Love Putin”. Il M62 è attualmente utilizzato dai golpisti per organizzare manifestazioni popolari in suo sostegno.

La UE

Tra i suoi obiettivi vi è cacciare via li contingenti militari americano, francese e italiano considerati “truppe di occupazione”. Ora questa rivendicazione si rafforza a seguito della decisione presa dalla UE di sospendere la cooperazione militare con il Niger. Di conseguenza i soldati francesi e italiani non hanno più alcuna ragione e giustificazione legale di rimanere in Niger e se dovrebbero rientrare nei loro rispettivi Paesi a meno che la cooperazione militare sia ripresa tramite accordi con la giunta militare istallatasi al potere.

Il generale

Il Generale Abdourahamane Tchiani (59 anni) non è molto conosciuto al di fuori dei circoli militari. Come ci spiega Ibrahim Yahaya Ibrahim, un ricercatore del think tank anglosassone International Crisis Group, Tchiani (al comando della guardia presidenziale) ha costruito la sua carriera militare all’ombra del potere esercitato dall’esercito nazionale. E’ un fedele alleato dell’ex presidente Mahamadou Issoufou, predecessore di Bazoum, che lo ha nominato capo delle guardie presidenziali nel 2011.

Il deposto Presidente Bazoum lo ha mantenuto in carica dopo essere subentrato a Issoufou, che ha scontato due mandati, ma i rapporti tra i due si sono deteriorati negli ultimi mesi. Fonti sicure hanno riferito all’International Crisis Group che la settimana precedente al golpe, il Presidente Bazoum stava valutando la possibilità di sostituire Tchiani come capo della guardia presidenziale. Purtroppo l’intenzione è stata resa nota al Generale che ha iniziato a evitare le cerimonie e attività ufficiali per preparare il golpe assicurandosi il supporto dell’esercito, truppe d’élite e dell’aviazione. Le indagini condotte da ICG confermerebbero che il colpo di Stato in Niger ha origini nella lotta di potere interna al governo e alle forze armate e non sarebbe opera nè dei francesi, americani o russi.

Il Generale Abdourahamane Tchiani è originario di Filingue, una zona arida a circa 200 chilometri a nord-ovest della capitale Niamey. Filingue (vasta area, all’incirca delle dimensioni della Corea del Sud) si trova nella instabile regione di Tillaberi che è stata ripetutamente attaccata per quasi otto anni da insorti legati ad Al-Qaeda e al gruppo dello Stato islamico, nonché da jihadisti della vicina Nigeria: i Boko Haram.

I francesi

Le truppe francesi, americane e italiane (ufficialmente presenti nel Paese per combattere questi terroristi islamici) hanno fatto poco o niente per proteggere la popolazione di Filingue. Al-Qaeda Magreb e Boko Haram hanno seminato morte e distruzione approfittando della debolezza dell’esercito nigerino e della passività dei soldati occidentali. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite nella sola area di Filingue vi sono 150.000 sfollati.

Abdourahamane Tchiani ha prestato servizio in missioni delle Nazioni Unite e del blocco regionale dell’Africa occidentale ECOWAS in Costa d’Avorio e in Sudan. I sui critici affermano che è una figura controversa, ma chi gli è vicino lo descrive come “coraggioso” e “popolare” tra le forze armate. “Come avrebbe potuto guidare i suoi uomini nel putsch se non avevano fiducia in lui?” ha detto Issa Abdou, una figura di spicco della società civile vicina al Movimento62. Un funzionario del governo deposto ha riferito a France24 che Tchiani aveva “trasformato la guardia presidenziale in una potente macchina dotata di armi sofisticate”, grazie alla cooperazione militare offerta da Francia e Stati Uniti. A differenza del Sudan (dove l’Italia dal 2014, ha sostenuto, finanziato e armato il Generale golpista Mohamed Hamdane Daglo, detto Hemedti, il nostro governo non ha supportato la guardia presidenziale e il Generale Tchiani. La nuova giunta comprende alti ufficiali, tra cui Salifou Mody, l’ex capo di stato maggiore delle forze armate licenziato dal Presidente Bazoum lo scorso aprile.

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