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Qualche giorno fa è andata in onda la prima intervista che il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha rilasciato ad un giornalista occidentale dopo l’inizio del conflitto con l’Ucraina.

Il giornalista in questione è Tucker Carlson, uno degli ex volti più noti di Fox News (canale televisivo internazionale di notizie 24 ore su 24), considerato il sostenitore di più alto profilo del Trumpismo

Durante l’intervista, il Presidente russo si è rivolto all’occidente e nello specifico all’ Europa, commentando la sua crescente crisi come diretta conseguenza delle politiche tutte a vantaggio di Kiev e del suo onnipresente Capo dello Stato, ponendo l’accento sulla dirompente frattura che, a suo dire, non si sarebbe delineata dopo l’invasione Russa in Ucraina, ma avrebbe radici più profonde, (“la guerra in Donbass nel 2014, con l’uso di aerei militari contro civili”); ha cercato di smantellare la retorica tra aggredito e aggressore, quale tecnica tesa a persuadere l’opinione pubblica occidentale; ha confermato gli ottimi rapporti diplomatici ed economici con la Cina; ha insistito sugli accordi posti con il negoziato di Istanbul, osteggiati fortemente dall’allora primo ministro inglese Boris Johnson, su possibili concessioni fra le due parti: Kiev avrebbe rinunciato a entrare nella Nato ma avrebbe potuto far parte dell’Unione Europea, Mosca, di converso, avrebbe rinunciato a chiedere la “demilitarizzazione” e la “denazificazione” dell’Ucraina (una decina di paesi, tra cui l’Italia, si sarebbero dovuti impegnare per garantire la sicurezza di Kiev, pronti a difenderla in caso di nuovi attacchi); si concentra sulle sanzioni che il mondo occidentale ha inflitto alla Russia, e che, a differenza delle aspettative, non avrebbero prodotto il risultato sperato, tanto è vero che lo scorso anno la Russia è cresciuta di almeno il 3%, mentre l’area euro è rimasta sotto l’1%. Scomode verità.

Ora, al di la dei contenuti e di cosa si possa pensare dell’intervistatore e dell’intervistato, sia i notiziari che le testate giornalistiche nazionali, hanno sottaciuto la notizia, derubricandola, quasi si fosse trattato di un servizio di Eduardo Raspelli riguardante la sagra del carciofo romanesco a Ladispoli, durante la trasmissione “mela verde”

E poi, questa settimana, in Italia, bisogna parlare solo del festival di Sanremo, la chermesse canora che ha ingolfato la programmazione radio televisiva e non solo, e che, probabilmente, verrà ricordato solo per la figura poco edificante fatto dal divo, John Travolta, che si è cimentato in una gag fuori dal teatro Ariston esibendosi nel poco esilarante “ballo del qua qua”.

Sembra quasi che l’occidente tutto abbia avuto timore delle esternazioni fatte da Putin. Inoltre, l’Italia ha il dubbio primato di essere uno dei paesi al mondo peggio informato

Un risultato preoccupante perché il grado di informazione sulla realtà storica non è solo un elemento vitale per stabilire le priorità, ma prodromico a dare una mano importante ai cittadini affinché si possa valutare l’efficacia delle politiche pubbliche e non solo.

L’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin sarà servita a demolire la propaganda occidentale?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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