L’eterno comunismo, è vivo e lotta sotto falso nome

COMUNISMO

Comunismo – Neanche il più ottuso e fanatico dei neofascisti si è mai spinto a parlare del fascismo eterno. Lo ha fatto invece il più acuto e fanatico degli antifascisti perenni, Umberto Eco. Che vent’anni fa, di fronte alla solita menata del fascismo tornante (che tornava dunque venti, trenta, quarant’anni, cinquant’anni fa, e venti, trenta, quaranta, cinquanta giorni fa) scrisse un testo sull’Ur-fascismo che la Sgarbi rilancia ancora una volta, sperando di sfruttare la sindrome antifascista, altrimenti nota come boldrinite o fianorragia.

Visto che la storia e la cultura qui non c’entrano, ma solo la psicosi, la paranoia e la loro speculazione, ci siamo divertiti ad applicare il discorso di Eco al comunismo. Echeggiando il suo testo, non fa una grinza in versione ur-comunismo. Ossia il comunismo è eterno, non è finito col Muro di Berlino, con la caduta dell’Urss o con la mutazione del Pci in Pd, ma è vivo e lotta insieme a noi.

Il proletario si chiama oggi migrante, la rivoluzione si denomina accoglienza, le classi da riscattare sono oggi le femministe, i neri, gli omosessuali e i rom. E chi non la pensa come noi, ur-comunisti, va bandito dalla società civile, va criminalizzato ed eliminato da tutti i consessi e insieme a loro tutti quelli che fanno il gioco delle forze reazionarie in agguato.

Il comunismo è dunque ancora vivo e attuale, lotta sotto falso nome e sotto falso colore: non veste più in rosso ma in arcobaleno o in rosa schocking.

Come Eco giustamente osservava in quel suo scritto a proposito del fascismo, il comunismo trans ha inventato la sua neolingua, che è universalmente nota come il politically correct, in cui le verità vengono distorte, sottoposte a censura, fino a essere capovolte: tutto ciò che è reale e naturale appare meritevole di cancellazione e di rovesciamento, fedeli all’essenza del comunismo che è abolizione della realtà, o come scrivevano Marx ed Engels, dello “stato di cose presenti”.

Per difendersi dall’ur-comunismo è necessario invece conservare la memoria storica, come ci ricorda Eco a proposito del fascismo, di quel che è stato il comunismo che è il regime che ha mietuto più vittime tra più popoli, in più continenti e in un periodo storico molto lungo.

Il comunismo al potere ha poi un record unico nel suo genere: ha ucciso più comunisti di ogni altro regime. A differenza di tutte le altre dittature del novecento, fascismo e nazismo inclusi, il comunismo al potere ha sterminato i suoi stessi popoli e lo ha fatto in tempo di pace, senza bisogno di inventarsi guerre e razze.

Perciò è giusto il motto di Roosevelt, “Non dimenticate!” e come l’Eco-fascismo anche l’Ur-comunismo va ricordato infine con una poesia di un ex-comunista, Octavio Paz: “Il bene, volevamo il bene/raddrizzare il mondo./Non ci mancò la fermezza:/ci mancò l’umiltà./Quello che volevamo non lo volevamo con innocenza./Precetti e concetti,/superbia da teologi:/battere la croce,/fondare con il sangue,/edificare la casa con i mattoni del crimine,/decretare la comunione obbligatoria./Alcuni divennero segretari dei segretari/del Segretario Generale dell’Inferno./ La rabbia s’è fatta filosofia, /la sua bava ha coperto il pianeta./La ragione discesa sulla terra/ha preso la forma del patibolo/e in milioni l’adorano”.

Dedicato alla memoria di Eco, ai venditori squallidi dei suoi libretti più infelici e ai suoi amplificatori mediatici ancora attivi. Il comunismo non passerà, Eco invece sì.

 

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