La Corte d’Appello di Milano conferma il divieto del Burqa

Ieri, 31 ottobre 2019, la Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza del 20 aprile 2017 del Tribunale di Milano, che riteneva “giustificato e ragionevole” il divieto d’ingresso alle donne con il volto coperto dal velo, burqa o niqab in luoghi pubblici previsto dalla delibera della Giunta della Regione Lombardia del 2015.

Analogamente al divieto di burqa per qualunque cittadino di occultare il volto o indossare casco integrale se non a bordo di un motoveicolo, sarebbe opportuno che  questa normativa fosse recepita a livello nazionale in modo che ovunque, nei luoghi pubblici, ma non solo, dalle stazioni agli ospedali passando per le scuole, sia vietato l’ingresso, per ovvie ragioni di sicurezza, a chi non mostra il volto e non può essere riconosciuto, celando una sottomissione odiosa verso le donne, dietro retrograde ragioni religiose.

Ricordiamo che il NIQAB è un velo che copre il capo e il volto lasciando una striscia libera per gli occhi. Spesso usato insieme a una sciarpa per il capo e a un’ampia veste per il resto del corpo, è il tipo di abbigliamento più diffuso, in pubblico, tra le donne dell’Arabia Saudita. 

Il BURQA è invece il più integrale dei veli islamici copre l’intero corpo, dalla testa a piedi, compresi gli occhi, schermati da una struttura di stoffa fatta “a griglia”. Si indossa soprattutto in Afghanistan, dove fu imposto dai talebani

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