In 3 anni chiuse 3 milioni di Partite Iva. Il 25% degli autonomi vive sotto soglia di povertà

PARTITE IVA

In 3 anni chiuse 3 milioni di Partite Iva. Il 25% degli autonomi vive sotto soglia di povertà.

Il 71% sono persone fisiche e negli ultimi 10 anni hanno chiuso più di 257 mila imprese attive: ” il 25,8% degli autonomi vive al di sotto della soglia di povertà calcolata dall’Istat”.

l?allarme arriva da Federcontribuenti: “Con un fatturato di 45 mila euro, pagando tutte le imposte, resta un guadagno netto di 17 mila euro, con quale coraggio parlano di carico fiscale ridotto? Nel 2020 non avremo alcuna crescita economica, saremo ancora ultimi tra tutti i Paesi Ocse e questo perché resta la tendenza ad assassinare fiscalmente chi produce denaro ed occupazione”.

Senza permessi o ferie pagate, senza il diritto ad ammalarsi e solo il 25% riesce a tenere aperta la Partita Iva fino all’età pensionabile “perdendo tutti i contributi Inps e Inail ed Enasarco”. Il reddito medio di una Partita Iva è calato di 7 mila euro negli ultimi 10 anni. Un dipendente senza persone a carico costa al datore di lavoro il 47,88% in più rispetto al netto che percepisce. “Non c’è lavoro, mi apro una Partita Iva per creare lavoro e occupazione e cosa fa lo Stato? Mi giudica evasore fiscale sul nascere e mi taglieggia senza sosta e logica”.

Perché le Partita Iva sono così mal viste da tutti?
“Una leggenda creata ad arte dai politici per giustificare i continui aumenti di imposte o altre forme di tortura fiscale. Per i governi le Partite Iva sono solo bancomat al pari dei pensionati”. Gli autonomi sono 5,3 milioni, il 23,2% degli occupati e sono in forte calo rispetto al 2016 quando contavamo una armata di 8,6 milioni di Partite Iva. Cioè meno 3,3 milioni di lavoratori in circa 3 anni e molti meno sopravviveranno al 2020″.

Il 71% sono persone fisiche e negli ultimi 10 anni hanno chiuso più di 257 mila imprese attive: “il 25,8% degli autonomi vive al di sotto della soglia di povertà calcolata dall’Istat”.

I controlli fiscali dietro la favola della lotta all’evasione fiscale.
“Tutti gli autonomi in questi giorni aprono la pec tremando. Ogni fine anno arrivano sanzioni da parte di Inps con ricalcoli misteriosi basati su vecchie dichiarazioni dei redditi anche di 6, 7 anni prima con intimazioni a pagare entro 5 giorni. Il 98% delle Partite Iva ha in corso rateizzazioni per debiti o mancati pagamenti che si accumulano alle scadenze fiscali insomma, è come rincorrere continuamente una meta che di anno in anno si sposta 10 km in avanti”.

 

Lo Stato in sintesi attua una pressione fiscale differenziata e oppressiva dietro quella leggenda che vede gli autonomi come evasori fiscali per antonomasia. “Perché un piccolo imprenditore non deve avere diritto ad ammalarsi? Perché non deve aver diritto a delle ferie pur oppresso da mille adempimenti fiscali? Per cosa versa tutte le tasse?”

 

Pagare una tassa su soldi che non sono stati ancora guadagnati.
“Si chiama imposta sul valore aggiunto laddove un autonomo deve anticipare soldi allo Stato su un ipotetico guadagno. Proporremo una serie di iniziative legislative contro tutti questi adempimenti fiscali che rischiano di decapitare quei lavoratori che rappresentano il motore economico del Paese. La pace fiscale ha fallito, occorre tagliare del 60% tutti gli adempimenti fiscali e burocratici, snellire le procedure e prevedere una maggiore elasticità nelle scadenze per evitare continui ricalcoli e cartelle esattoriali che mettono a rischio attività lavorative sane”.

 

La vita di una Partita Iva.
“Ogni anno subiscono 100 controlli da 15 diversi Enti; un controllo ogni 3 giorni e il 25% di questi controlli si tramutano in un verbale – prima paghi e poi contesti e se non paghi arriverà una bella cartella esattoriale. Il 90% delle Partite Iva viene oppresso da fidi bancari con tassi altissimi e per garanzia devi dare tutto quel che possiedi – perché una Partita Iva si deve sempre maltrattare tanto non esiste sindacato di categoria, nessuno che li tuteli. Devono poi pagare il consulente del lavoro e il commercialista e avere sempre sul libro paga un avvocato tributarista. Poi deve stare al passo con i tempi, con le tecnologie e vai con il costo delle licenze dei software. Poi ci sono gli F24; la dichiarazione del modello unico, l’Irpef, l’Irap, spesometro e vecchi studi di settore e per alcuni la cassa edile e poi la camera di commercio e ancora pregare ogni volta scade il DURC. E i corsi di formazione o per la sicurezza dei luoghi di lavoro? E il Sistri e il registro dei rifiuti? E i dipendenti da pagare? Terrorismo psicologico, ecco cosa subisce un lavoratore autonomo che passa le notti in bianco nel vano tentativo di far quadrare i conti e magari anche mantenersi una famiglia. In Italia il 95% sono micro imprese e, tranne qualche rara eccezione, sono tutte indebitate con il fisco e vogliono lasciarvi credere che sono indebitate perché evasori. Questa è una menzogna, una gogna vera e propria. La verità è che queste Partite Iva pagano e sostengono le vostre pensioni e i vostri stipendi pubblici; e mantengono anche il reddito di cittadinanza”.

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