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Home Esteri

Il vertice di Anchorage andrà al di là dell’Ucraina

di Irina Sokolova
17 Agosto 2025
In Esteri
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Il vertice di Anchorage andrà al di là dell’Ucraina
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Il vertice di Anchorage andrà al di là dell’Ucraina, si tratta di trovare un nuovo equilibrio tra Oriente e Occidente.

Intervista a George Guido Lombardi, imprenditore italo-americano e consigliere di Donald Trump

“Per quanto riguarda l’Ucraina non penso che ci saranno delle novità incredibili o importanti: forse inizierà un discorso, ma francamente non credo che l’Ucraina sia nient’altro che una scusa per questi due di parlare di altre cose”.

Lo afferma George Guido Lombardi, imprenditore italo-americano e consigliere di Donald Trump, che in quest’intervista espone il suo punto di vista sull’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin

“Non credo che ci sarà una grande risoluzione del problema ucraino, però ci potrebbero essere delle aperture da parte di Putin. L’importante è vedere se Trump riuscirà a tenere sotto controllo quel pazzo scatenato che è Zelensky, perché chiaramente Zelensky non è disposto a, diciamo, fare una brutta figura e mollare alcuni dei territori. Quindi è una posizione molto difficile quella di Trump, e dubito che a breve ci siano dei risultati, diciamo, di una certa sostanza. Una cosa interessante è che, nella discussione che ci sarà tra Putin e Trump, si è parlato anche di un altro soggetto molto importante, e cioè lo spazio”.

Un compromesso con Washington, anche senza una vittoria piena su Kiev, potrebbe rappresentare una vittoria politica per Putin e Trump

Eppure il Cremlino sembra restio. Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli interni che frenano il presidente russo?
Quello che sta frenando o spingendo il presidente Putin a, diciamo, trovare questo con Trump, non all’Ucraina ma su altre questioni, molto probabilmente viene dalla cerchia dei cosiddetti oligarchi che gli stanno vicino, perché stanno perdendo moltissimo in termini di controllo ma anche in termini economici e finanziari. Quindi Putin, nonostante pretenda di essere lo zar assoluto, comunque governa anche grazie all’aiuto di altre forze all’interno della Russia odierna. Quindi ci potrebbero essere dei risultati non visibili che però molto probabilmente aiuteranno a una distensione in alcune aree del globo: per esempio i rapporti tra la Russia e l’India, i rapporti tra la Russia e la Cina, i rapporti tra la Russia e quello che è rimasto dell’influenza russa nel Medio Oriente, soprattutto in Siria. E quindi ci potrebbero essere delle, diciamo, cose positive da questa chiacchierata che Trump avrà con Putin.

Nonostante la Germania abbia forti interessi economici nel mantenere rapporti distesi con Mosca, Berlino continua a ostacolare ogni soluzione diplomatica con la Russia. Come si spiega questa apparente contraddizione?

La relazione tra la Germania e la Russia è una relazione molto complicata che va indietro per centinaia di anni.

Recentemente la situazione rimane ancora più complicata, dato che ci sono due interessi nazionali in Germania: da una parte un interesse economico di collaborazione per quanto riguarda le materie prime soprattutto; il secondo un interesse politico diametralmente opposto, perché quello che noi chiamiamo il Deep State tedesco, soprattutto collegato con il Deep State dell’Unione Europea, delle commissioni della Europea tipo la Underline, vanno in una direzione completamente opposta al nazionalismo di Vladimir Putin.

I globalisti, sia che siano in Europa, anche quelli di estrema sinistra, dato che la maggior parte dei globalisti sono di estrema sinistra, vogliono un governo unico mondiale e non vanno d’accordo con tutti i movimenti nazionalisti, a cominciare da Trump e a finire con Putin e Orbán, qualsiasi altro, Milei in Argentina eccetera

Quindi purtroppo ci sono contraddizioni, ma solo dovute a diversi interessi di diverse categorie all’interno della Germania.

I documenti emersi sui rapporti tra l’amministrazione Obama e l’Unione Europea stanno sollevando molte perplessità.

Ritiene che possano assestare un colpo definitivo alla già fragile leadership europea, costruita su un’architettura politica precaria?

Come ho detto in un’intervista a una televisione italiana recentemente, al momento ci sono moltissimi documenti che stanno venendo fuori qui negli Stati Uniti per quanto riguarda il ruolo di alcune parti dei servizi dell’intelligence americana, in appoggio dell’amministrazione Obama in primis e anche durante il periodo in quando Hillary Clinton era segretario di Stato, ministro degli Esteri.

Quindi ci sono diverse, forse una mezza dozzina di investigazioni in corso sia su Obama che su Comey e altri leader della ex CIA, ma anche su Hillary Clinton

La cosa è che alcuni di questi documenti, come ho già detto nell’intervista, hanno addirittura implicato un certo Matteo Renzi, che a quei tempi era primo ministro in Italia.

Ci sono documenti che lo collegano con Obama e visite e conversazioni telefoniche noi due per quanto riguarda, diciamo, la Commissione Europea, la von der Leyen e altri all’interno dell’Unione Europea

Ci sarà solo da vedere, non mi stupirei se qualche cosina venisse fuori, però probabilmente ci vorrà un po’ di tempo.

Cina e India sono pilastri del blocco BRICS e attori fondamentali nella sfida all’egemonia del dollaro. Che ruolo potrebbero giocare nei prossimi vertici internazionali, anche in quelli dove non sono ufficialmente coinvolte?

Per quanto riguarda i paesi del BRICS, soprattutto Brasile e India, contano molto poco in questo momento, soprattutto nello scacchiere internazionale

La Cina ha sempre cercato di usare i paesi del BRICS per far in modo che la moneta cinese, comunque la finanza cinese, trovi un pochettino più di appoggio; però soprattutto gli indiani, ma anche altri, non sono così, diciamo, naïf da pensare di mettere la loro moneta in mano ai cinesi.

Quello che invece sta succedendo è un cambiamento abbastanza epocale: dalle monete stampate a un sistema finanziario globale che possa concedere sia una certa libertà di manovra ai vari paesi nazionali, ma anche un controllo su quello che è praticamente il dark web della finanza

E quindi le aperture che Trump ha fatto e che anche Elon Musk ha fatto sulla cryptocurrency non sono aperture vaghe in Bitcoin o qualche altra moneta virtuale: sono aperture per far capire alle banche che si dovrà trovare un sistema, soprattutto con le nuove intelligenze artificiali, per controllare tutti gli spostamenti finanziari in modo che possano essere visibili ai vari governi.

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Tags: DONALD TRUMPGeorge LombardiGUERRA RUSSO-UCRAINAPRIMO PIANOVLADIMIR PUTIN
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