Il taglio dei parlamentari penalizza le autonomie locali

Taglio dei parlamentari

La rappresentanza territoriale è un tema estremamente importante e per certi versi sottovalutato dai sostenitori del taglio del numero dei parlamentari. Qualora dovesse vincere il “Si”, infatti, all’interno di uno stesso territorio regionale si verrebbero a creare delle forti discrepanze che difficilmente saranno colmate con l’intervento dello Stato centrale. In sostanza, le zone periferiche verranno abbandonate a se stesse senza avere più alcun tipo di rappresentanza a vantaggio delle zone densamente popolate e fucina di consensi elettorali.

Il taglio penalizza le autonomie locali

L’articolo 5 della Costituzione sancisce che “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”. In tal senso, i dati forniti dai Comitati del No evidenziano uno scenario ben poco rassicurante. La Basilicata sarà la più penalizzata con un meno 46,15% dei rappresentanti. Seguono Umbria e Friuli Venezia Giulia che rispettivamente perderanno il 43,75% e il 40%. Sicilia, Calabria e Lombardia perderanno circa il 37%. Ebbene con la vittoria del “Si”, assisteremo ad una nuova centralizzazione delle decisioni a discapito delle competenze riservate agli enti locali.

Lega: tra”strategia” ed ambiguità

Come già sottolineato da molti il taglio dei parlamentari creerebbe un forte scollamento tra eletti ed elettori. In linea di massima si avrà un deputato ogni 154.021 abitanti e un senatore ogni 308.042 abitanti. Di questi numeri e sulla eventuale penalizzazione degli enti locali sicuramente saranno coscienti all’interno della Lega. Il Carroccio, con in testa Matteo Salvini, ha più volte annunciato di esprimersi in favore del Si” lasciando tuttavia ai propri deputati e senatori la libertà di scelta. Si tratta dell’ennesima strategia? Staremo a vedere. Fatto sta che un partito come la Lega che nel corso degli anni ha costruito il proprio consenso sulle battaglie indipendentiste, regionaliste ed identitarie al momento sembrebbe aver assunto delle posizioni piuttosto ambigue. Dovesse vincere il “Si”, Matteo Salvini come giustificherà il ridimensionamento del ruolo delle autonomie locali a beneficio delle istituzioni di quella che un tempo veniva chiamata “Roma ladrona”?

 

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