11 settembre 2001, la guerra mondiale che non venne

11 settembre

11 settembre 2001, la guerra che non venne. Dobbiamo avere la cruda franchezza di dirlo: si trattò di un gigantesco, doloroso falso allarme. Vorrei tornare con voi, a tanti anni da quella catastrofe, a quei giorni e ricordare che cosa pensò il mondo, l’America, noi, all’indomani della tragedia delle due torri. Si apriva per noi, in modo spettacolare e feroce, il terzo millennio con la terza guerra mondiale.

Non tra est e ovest ma tra nord e sud, non tra due ateismi, uno pratico e l’altro ideologico, ma tra due civiltà venute da due religioni, anzi tre, di cui una appariva come giudeo-cristianesimo. Con la perdita dell’invulnerabilità dell’America in casa sua, pensavamo di entrare in un tunnel di attentati, guerriglie, ritorsioni, fino al conflitto mondiale. Eravamo rassegnati a veder precipitare le cose, sembrava una valanga inarrestabile, un po’ come il 1939 o il 1914.

L’11 settembre non fu l’inizio di questa guerra, ma l’apice

Per fortuna ci sbagliammo. L’11 settembre non fu l’inizio di questa guerra, ma l’apice. Allora pensavamo che niente sarebbe stato più come prima; il peggio doveva ancora accadere. Invece, almeno finora, in Occidente, dobbiamo dire che il peggio è passato e la vita, più o meno, ha continuato ad essere quella di prima. Negli anni seguenti la psicosi è stata alta, gruppi di fanatici sono stati scovati, l’attesa di attentati è stata cento mille volte più alta di quel che è realmente accaduto; due tre attentati, a Londra, Madrid, Parigi, per esempio, ci sono stati (poi venne pure l’Isis o Daesh).

Ma non abbiamo visto moltiplicarsi le due torri, non abbiamo visto orde di fanatici, come cantava Battiato, invadere le terre degli infedeli. Nulla ha superato l’attentato dell’11 settembre, solo minacce, attentati e presentimenti, prevenzioni e falsi allarmi, o allarmi sventati. L’emergenza Iraq c’era prima dell’11 settembre, l’Afghanistan pure, e così Israele e il Libano, la striscia di Gaza e i territori occupati.

Oriana Fallaci

Insomma l’11 settembre produsse più una svolta culturale che storica, incise più nella mentalità e nella percezione del nemico che negli assetti mondiali. L’egemonia planetaria dell’America è rimasta, con le stesse contraddizioni e le stesse cadute; l’antiamericanismo, che si era spento all’indomani dell’11 settembre, ha ripreso a veleggiare in Occidente, oltre che naturalmente nel resto del mondo. E l’egemonia americana è messa a repentaglio dalla Cina più che dall’Islam.

Non dirò allora che tutti, dai Bush ai teocon e ai nostri atei devoti, si sono sbagliati, che Oriana Fallaci ha perso il suo tempo a suonare l’allarme, che gli apparati militari e polizieschi si sono mobilitati per nulla, che le file interminabili agli aeroporti per i controlli, soprattutto negli Usa, siano ingiustificati. Altro che… Ma la guerra non c’è stata, i barbari interni all’Occidente hanno ripreso il sopravvento sulla paura dei barbari esterni; e chi diceva che l’Islam sarà il comunismo del XXI secolo, ribaltando una vecchia teoria, forse si è sbagliato, perché la Cina, ad esempio, è il nuovo comunismo, repressivo, antiambientalista e mercantile del XXI secolo. E il neonazismo d’appendice può sorgere perfino in Israele.

Nell’Islam si nasconde un pericolo

Allora forse converrà attrezzarci a capire l’esigenza religiosa dei popoli, le diverse civiltà e sensibilità. Capire che non è Dio il mandante dell’Orrore e del Terrore, come credono sciami di atei; non sono le religioni a insanguinare il pianeta, ma sono i fanatici che possono usare una religione, un’ideologia o perfino un interesse, per spargere sangue per volontà di potenza. E in ogni caso disprezzare e sopprimere una religione impoverisce l’umanità e fa più danni del suo riconoscimento. Ogni segno di tradizione cancellato per forza e per legge, è un’offesa all’uomo, alla sua civiltà e un incitamento ai fanatici.

Non dirò che l’allarme suonato dopo l’11 settembre fosse un effetto propagandistico per tenere unito il mondo sotto l’America, dopo che aveva perso il suo antagonista sovietico; non dirò, come sostenevano gli stessi neocon, che l’Islam fanatico è stato utile all’America; non dirò che dietro tutto ci sono solo gli interessi petroliferi, militari e strategici degli Usa che hanno pompato il pericolo e tantomeno seguirò i complottisti che parlano dell’11 settembre come di un evento inesistente e pilotato dalla stessa America, più ambienti giudaici…

Dirò invece che nell’Islam si nasconde un pericolo, che i fanatici sono tanti e gente disposta a morire per farci morire ce n’è ancora tanta, in numero impressionante. Ma le aspettative tragiche dopo l’11 settembre non si sono avverate, l’allarme ha superato di gran lunga la realtà. E la fine del mondo, con annesso giudizio universale, è stata rinviata a data da destinarsi.

 

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