Tutta la verità su mia figlia, serve una commissione d’inchiesta

Tutta la verità su mia figlia, serve una commissione d’inchiesta

“Questa sentenza ce l’hanno fatta sudare. Ci sono voluti sei anni.
Lunedì ho aspettato tutto il giorno. Ma finalmente almeno per Oseghale è arrivata la conferma dell’ergastolo.

Ma non è finita.

Non è stato l’unico responsabile. Ci sono ancora dei mostri a piede libero”.

Così Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, commenta la sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo ad Innocent Oseghale. Dopo la violenza sessuale, l’avrebbe accoltellata,  pulito  e  smembrato il corpo, mettendo i resti in due valigie.

Difficile pensare che possa avere agito da solo

Ce l’ho davanti Alessandra Verni. Non è la prima volta che la vedo, eppure mi colpisce ogni volta.

La sua determinazione e la sua incrollabile Fede, sono quasi indescrivibili.

È instancabile, non accetta una verità parziale, o compromessi di alcun genere. Vuole la verità. Tutta la verità.Vuole che ogni persona, che qualunque apparato responsabile nella morte di sua figlia, risponda di quello che ha fatto. Si vede nei suoi occhi una determinazione incrollabile. Standole vicino, hai chiaramente l’idea che non si fermerà mai.

Eppure non traspare in odio, non una parola cattiva, è arrabbiata ma canalizza tutte le sue energie in positivo.

Vuole fermamente evitare che succeda ancora

Vuole che vengano difese altre persone deboli. Vuole tutti i colpevoli in carcere, ma non li vorrebbe morti.

Sembra grottesco, ma camminando ci imbattiamo casualmente in un negozio di oggetti per prestigiatori. C’è anche una finta ghigliottina. A volte la vita fa degli scherzi bizzarri ed inopportuni. Ti viene il dubbio che il destino ami ridere anche in queste situazioni.

Mi viene naturale dirle, difficile pensare che possa avere qualcosa in contrario,che in fondo per certi casi la pena di morte sarebbe adeguata.

“Io non ho mai creduto nella pena di morte. Non ci credo neanche adesso. Non ho mai creduto che fosse giusto uccidere qualcuno”. Ribatte immediatamente, con un sorriso gentile.
Non è  facile descrivere la sua espressione. Mi sento di definirla serena ed autorevole. Non mi fa neppure un sorriso amaro. Incredibilmente gli occhi le brillano ancora. Non c’è niente da dire Alessandra è veramente una donna che crede.

È la fede che illumina il suo viso

Sembra attingere ad un pozzo di conoscenza, che la guida oltre gli orrori che le ha gettato addosso questo mondo.

“È giusto che un assassino paghi. Che si faccia l’ergastolo.

Ma se lo uccidiamo diventiamo come lui. Non credo nella pena di morte è una cosa barbara”.

È complesso descrivere , come la verità appaia evidente quando si ha a che fare con una persona come lei. Non ha bisogno di retorica, né di alcun tipo di ragionamento particolarmente articolato per farmi apparire la verità nella sua evidenza . Ha ragione, è nel giusto; tutto qua, non c’è da ribattere.

A quel punto penso quasi che dovrei vergognarmi della domanda, ma lei mi mette a mio agio e continua tranquillamente a parlare della vicenda in maniera pacata ma decisa ad ottenere giustizia fino in fondo.

“Non è stato soltanto lui. Ci sono intercettazioni telefoniche, prove evidenti del coinvolgimento di altre persone. Addirittura l’uomo che è andato con lui a comprare la candeggina per pulire il corpo di mia figlia, oggi non è in carcere.
Credo nella giustizia di DIO. Quella umana può sbagliare, ma non può negare l’evidenza. Non ha il diritto di essere cieca. Questo non è un caso chiuso. Non lo sarà fin quando non saranno messi davanti alle loro responsabilità e quindi in carcere tutti i responsabili della morte di Pamela. Non solo per lei, ma anche perché certi mostri non debbono essere liberi di poter fare ancora del male”.

A questo punto ci sediamo un attimo a riflettere e le chiedo come intenda portare avanti la sua battaglia

Ormai, sono anni che cerca di chiarire il coinvolgimento di altre persone. Eppure i tribunali non l’hanno ascoltata su questo.

“Questa è una storia scomoda, un caso dove ci sono molte responsabilità. Le responsabilità non le hanno solo gli assassini. Anche chi deve garantire che non facciano più del male a nessuno deve spiegare il perché del suo operato. Anche chi doveva controllare la presenza di queste persone sul territorio, chi doveva prendersi cura di mia figlia ha delle responsabilità.
Voglio chiedere una commissione di inchiesta parlamentare. Voglio sapere il perché di molte lacune nelle indagini, in tutti questi anni.

Io credo che ci siano molti politici, che comunque vogliono guardare alla giustizia. Sono persone come noi. Ci sono anche in Parlamento delle mamme e dei padri.

Non bisogna spingere i cittadini a gesti estremi. Voglio che si faccia luce su quello che è successo”.

Non so come arriviamo all’argomento del perdono, nei riguardi del principale responsabile della morte della Figlia

È una parola che mi è difficile pronunciare in questo caso. Non si può fare una domanda diretta. Cerco di prendere l’argomento molto alla larga. Di introdurre il concetto in maniera indiretta, il più delicatamente possibile.

Chi può fare una domanda così ? Chi pensa di avere il diritto di chiederglielo,magari anche con naturalezza?

Alla fine è lei a parlarne direttamente.

“Se dicesse la verità e si pentisse davvero, potrei iniziare a prendere in considerazione la cosa. Non è una cosa facile, come puoi capire. Ma lui non si è mai pentito fino ad ora, continua ad essere arrogante.Non ha mai fatto i nomi degli altri”.

Il 30 gennaio ci sarà una fiaccolata per ricordare Pamela. Non si può che sperare che vengano molte persone. Non si può che sperare che anche quel giorno, sua Madre, vada avanti con la sua richiesta alle istituzioni. E sinceramente viene da sperare che le istituzioni le diano ascolto.

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