Trump a un passo dalla nomination repubblicana alla Casa Bianca

Trump a un passo dalla nomination repubblicana alla Casa Bianca

Trump non demorde. Nonostante i 77 anni, gli impeachments, le 3500 cause sostenute durante la sua vita tra parte attiva e difesa, dimostra ancora la grinta di un leone.

E tanta voglia di vincere

La stessa grinta che lo ha portato giovanissimo a scalare le vette della finanza newyorkese e a entrare a pieno titolo fra gli imprenditori più brillanti di tutti gli Stati Uniti. Il suo patrimonio personale nel 2023 ammontava a 2,5 miliardi di dollari. Le sue aziende spaziano in diversi settori e in diversi Stati del vasto paese nordamericano. Nonni paterni tedeschi e materni scozzesi, Donald da piccolo era una piccola pesta.

E non si stenta a crederlo

Il padre, per educarlo alla disciplina, lo iscrisse a tredici anni alla New York Military Academy. Diplomatosi, entrò giovanissimo nella ditta edile di famiglia. A solo 23 anni, pur frequentando l’Università, ne diventò presidente.

Il salto dal mondo economico all’impegno politico avvenne però in tarda età. Nel 2016 si candidò per le elezioni primarie nel partito Repubblicano, sbaragliando gli avversari. Vinse a mani basse la nomination alla Casa Bianca per il partito repubblicano e si concentrò con caparbietà sulla sua avversaria, candidato democratico, Hilary Clinton. Vinse anche questa tornata. Il 20 gennaio 2017 con la cerimonia di insediamento presso il Campidoglio Donald Trump divenne il 45esimo Presidente degli Stati Uniti.

Tuttavia, la strada di Trump non è mai stata della più semplici, neanche da Presidente

Già a luglio 2017, un rappresentante della California presentò una richiesta di impeachment, accusando Trump di ostacolare le indagini sulla interferenza russa nelle elezioni presidenziali dell’anno prima.

Due anni dopo un delatore presentò denuncia riguardo una sospetta telefonata di Trump al Presidente Zelensky, teso a richiedere delle verifiche sulle attività di Hunter Biden, figlio di Joe, in Ucraina. Le procedure a suo carico, tese a condannare i comportamenti “impropri”, furono tutti respinti dal Senato.

Il Presidente Trump decide di ricandidarsi per un secondo mandato nel 2020, incontrando nella sua strada come avversario proprio Joe Biden. La campagna elettorale appare da subito aspra nei contenuti e nei toni.

Come la recente storia ci racconta Le elezioni furono vinte da Biden che ottenne il 51,3% dei voti contro il 46,8% di Trump

Tycoon (così è soprannominato Donald Trump negli States) non ha mai accettato la sconfitta, intentando cause in tutti gli Stati americani dove il voto è stato determinante. Cause tutte perse, una dopo l’altra.

Ma l’apoteosi accadde il 6 gennaio 2021. Mentre i membri del Congresso erano riuniti per celebrare la vittoria di Biden, Trump nello stesso momento tenne un comizio nei pressi della Casa Bianca, invitando i propri elettori a marciare verso il Campidoglio. Washington per un giorno fu messa a ferro e fuoco. La seduta fu sospesa. Fu evacuato per precauzione il Campidoglio, preso di assalto da migliaia di sostenitori Pro-Trump. Un attentato alla democrazia del Paese. Qualche giorno più tardi fu presentata alla Camera la procedura di impeachment verso l’ex Presidente, che aveva scatenato la folla e fu messo, ancora una volta in stato d’accusa. Fu assolto, ma gli agenti si accanirono conto di lui e le sue aziende, le quali furono tutte indagate per reati in frode fiscali.

Ma Trump non è uomo che si lascia intimidire

E neanche intende passare le giornate a giocare a golf nella sua tenuta di Mar-a-Lago. Vuole ripresentarsi candidato per la Casa Bianca. In più occasioni viene intentata la carta per fermarlo tramite vie giudiziarie. I 19 dicembre 2023 la Corte suprema dello Stato del Colorando ha stabilito che Trump non può partecipare alle primarie, decisione in seguito annullata.

E’ invece di questi giorni la sentenza della Corte suprema che ha dichiarato all’unanimità il legittimo diritto di poter essere candidato alla Casa Bianca.

Via libera quindi con la presentazione della candidatura alle primarie che Trump sta vincendo, dappertutto, a mani bassi. L’unico candidato che al momento gli sta tenendo testa è Nikky Haley, ma sembra oramai costretta a gettare la spugna anche lei dopo la vittoria schiacciante di Tycoon in diversi Stati americani.

I delegati che sostengono Trump ad oggi sono già 1053

La prossima settimana è probabile che arrivi alla soglia dei 1215 delegati, necessari per la sicurezza alla nomination. Haley, nel frattempo, ha sospeso la campagna delle primarie anche se, di fatto, non si è ancora ritirata. Sono in ballo i tanti voti che la Haley ha dalla sua parte, oggetto di trattativa politica. E non sarà così scontato che possono tutti i voti essere virati su Trump.

Donald Trump dal suo quartier generale di Mar-a-lago si comporta da futuro unico candidato repubblicano. Già sta cominciando ad attaccare il suo futuro avversario Biden. Lo ha già catalogato come “il peggiore Presidente che degli Stati Uniti abbia mai avuto”. Ancora la campagna elettorale deve iniziare ma già si ravvisa la potenza di fuoco del nuovo duello Biden/Trump.

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