Talvolta la storia tende a ripetersi, ma talvolta in modo speculare: il caso Meghnagi e la sinistra italiana

antisemitismo

Talvolta la storia tende a ripetersi, ma talvolta in modo speculare: il caso Meghnagi e la sinistra italiana

È il caso Meghnagi e la sinistra italiana : Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, ha lanciato un grido d’allarme su La Stampa il 15 agosto 2025: l’antisemitismo avanza come un’ombra lunga e minacciosa, e solo il governo di Giorgia Meloni e la destra stanno proteggendo la comunità ebraica italiana da un ritorno al 1938

E questo per chi da sempre ha militato in partiti di sinistra dovrebbe apparire subito come un paradosso storico, ma in realtà non lo è, perché l’ attuale classe politica di destra non è ciò che molti politici di sinistra attuali vorrebbero che fosse o ai quali farebbe comodo che potesse rispondere a vecchi cliché, in modo tale da poter gridare al pericolo del ritorno del ” fascismo”.

Invece a quanto pare stando alle dichiarazioni di Walker Meghnagi è grazie alla attuale destra e a Giorgia Meloni che la storia non si sta ripetendo in Italia, infatti, senza di loro, sostiene con amara franchezza, “a noi ebrei sparerebbero in strada”

Accusa diretta: il PD è “pieno di antisemiti”. Parole dure, provocatorie, che però trovano terreno fertile in un clima di crescente ostilità.La replica di Stefano Bonaccini, presidente del PD, sembra essere un riflesso pavloviano, perché colpisce nel segno : “Le parole di Meghnagi sono vergognose”, tuona, elencando le credenziali antifasciste del partito.

Cita la legge regionale dell’Emilia-Romagna sulla memoria del Novecento, i progetti sulla Shoah, il Museo dell’Ebraismo a Ferrara, i viaggi ad Auschwitz

Ma queste azioni, pur lodevoli, puzzano di automatismo ideologico, di una narrazione progressista che si autoassolve senza mai guardarsi allo specchio. È facile piantare ulivi alla memoria; più difficile è riconoscere che la sinistra italiana, con le sue ambiguità, ha risvegliato un antisemitismo latente.Gli esempi non mancano.

A Milano, manifesti antisemiti sono apparsi come funghi velenosi, con slogan che evocano il boicottaggio e l’odio verso gli ebrei

In alcune località, hotel e ristoranti hanno rifiutato di servire clienti ebrei, un’eco inquietante delle leggi razziali. A Sesto Fiorentino, la scelta di vietare la vendita di prodotti israeliani nelle farmacie – un gesto a mio avviso sciocco anche se “simbolico” che penalizza i pazienti locali – è l’ennesima bandiera ideologica sventolata senza pensare alle conseguenze.

A Firenze, le manifestazioni “pro-Palestina” del sindaco Funaro e la proposta di Eugenio Giani di riconoscere la Palestina come Stato – una mossa inutile, visto che la politica estera non compete alle regioni – come giustamente ha fatto notare l’ europarlamentare Francesco Torselli

Iniziative di natura provocatoria che strizzano l’ occhio a certi ambienti e non fanno che alimentare il sospetto.
Purtroppo questi non sembrano essere atti isolati: sono sintomi di una sinistra che, in nome di un progressismo di facciata, strizza l’occhio a narrazioni che demonizzano Israele e, per estensione, gli ebrei.Il PD non ha mai fatto autocritica sulla sua partigianeria nel conflitto israelo-palestinese.

Nessun esponente di spicco ha alzato la voce contro la strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas, che usa i civili come scudi umani e martiri per ricattare governi deboli

Al contrario, la sinistra ha spesso abbracciato una retorica che smussa le responsabilità dei terroristi, alimentando un clima in cui l’antisemitismo trova terreno fertile.

Questo non ha certo impedito al governo Meloni di non risparmiare critiche e accuse all’omologo Netanyahu e anzi in più occasioni il governo italiano si è mostrato fermo e risoluto nei confronti degli israeliani, come quando il ministro Crosetto ha tenuto testa alla richiesta dell’ IDF di lasciare le postazioni dei caschi blu in Libano .

Ma la sinistra in questi casi non ha avuto neanche l’ onestà intellettuale di riconoscerlo, perché il sospetto è che hanno questa cecità ideologica, che implicitamente dà forza alle parole di Meghnagi:

Ecco perché il suo sfogo non è solo un’allerta, ma il riflesso di un PD che naviga a vista, guidato da dogmi più che da prudenza.In questo caos, il governo Meloni emerge come un faro di coerenza.

La premier non ha esitato a criticare Netanyahu, definendo “crudele” il suo operato, ma ha tradotto le parole in fatti

L’Italia ha condotto la più grande operazione umanitaria per evacuare bambini da Gaza: il 13 agosto, 31 piccoli pazienti e 83 accompagnatori sono arrivati su voli C-130 dell’Aeronautica Militare, autorizzati dall’IDF, e accolti in strutture come l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Un’azione concreta, sobria, che condanna il conflitto senza cadere nella propaganda e dimostra che aiutare chi soffre è più efficace che sbandierare slogan

Meghnagi ha ragione su un punto cruciale: senza il governo Meloni, l’antisemitismo che la sinistra ha risvegliato con le sue ambiguità sarebbe fuori controllo.

Gli episodi di Milano, i boicottaggi, i rifiuti nei ristoranti sono segnali di un odio che cova sotto la cenere, attizzato da una retorica che confonde critica a Israele con demonizzazione degli ebrei

La storia talvolta tende a ripetersi , ma qualche volta si ripete in modo uguale, ma speculare, e questo sembra essere l’ apparente paradosso di oggi, mentre la sinistra inciampa nei suoi dogmi, è la destra a difendere un principio che dovrebbe essere universale – la lotta all’antisemitismo – con fatti, non con parole vuote.

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