Settore Moda e abbigliamento made in Italy in crisi nera

Covid ed espansione del commercio online fanno perdere al settore oltre 20 miliardi

Moda

Confindustria Moda ad inizio del 2021 ha presentato un report sulla situazione del mercato dell’abbigliamento e più in generale del tessile.

Inutile dire che la crisi pandemica ha toccato pesantemente il settore, definito “non essenziale”.

Tra i settori maggiormente colpiti, vi è quello della moda, che rappresenta l’8% del manifatturiero con l’abbigliamento in testa con un -36,3% di produzione (gennaio-aprile 2021 rispetto al 2019)

Manifatture ed esercizi al dettaglio ne hanno subito gravissime perdite, con conseguenti chiusure e licenziamenti di operai ed addetti.

Confrontato al fatturato del 2019, l’abbigliamento ha subito un calo del 26%. Per il 2021 la situazione non è cambiata di molto.

Il report di Confindustria Moda

“Nei primi mesi del 2021 si registra un trend simile a quello del trimestre precedente, con un calo del fatturato del -18.4%, ma con ancora una contrazione delle perdite. Anche per il secondo trimestre del 2021 è attesa una attenuazione della flessione, con un calo previsto di circa il -10%. Il vero e proprio recupero è previsto a partire dal terzo trimestre del 2021con una decisa accelerazione nel quarto, ovviamente nell’ipotesi di avanzata diffusione del piano vaccinale con un progressivo ritorno a livelli di attività pre-covid nel corso del 2022.”

“Per il comparto Moda il 2020 è stato un anno drammatico, con pesanti perdite che hanno
colpito trasversalmente tutti i settori. Nonostante ciò le imprese hanno saputo dimostrare un
forte dinamismo, che ci ha permesso comunque di rimanere il primo contributore alla bilancia
commerciale del Paese fra le tre F che sono la firma distintiva del Made in Italy. Questo conferma ancora una volta il ruolo strategico che il comparto che rappresentiamo svolge per tutto il Paese. Per quanto per 2021 siamo cautamente più ottimisti rispetto che allo scorso anno, è innegabile il momento di sofferenza che le nostre imprese stanno vivendo. Dobbiamo essere in grado di tutelare e arricchire il know-how del Paese nel settore, potenziando la filiera e proteggendo i livelli di occupazione. Solo così torneremo più forti di prima”.

Stime di ripresa

Le stime vedono una ripresa solo verso la fine del 2021 e con l’inizio del 2022, per questo settore sono ancora mesi difficili. Indubbiamente l’impatto del Covid-19 è stato enorme, e per l’abbigliamento ci vorranno ancora mesi prima di tornare ad una situazione sostenibile.

Confartigianato: 20 miliardi di euro persi

Nel settore abbigliamento sono andati perduti almeno 20 miliardi di euro, secondo le stime di Confartigianato.

Il problema non è caratterizzato solo dalla diminuzione degli acquisti da parte dei cittadini italiani, ma anche dal calo delle esportazioni in questo senso.

La crisi globale ha colpito l’Europa, e il commercio con l’estero per l’abbigliamento è diminuito drasticamente. I prezzi stessi delle materie prime sono aumentati, e la situazione si è fatta sempre più critica.

Vendite online, grande distribuzione straniera e delocalizzazione della produzione avevano già messo il settore in crisi, il Covid non ha fatto che aggravare drammaticamente il declino di un settore strategico per il nostro Paese.

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