“Seggio 14”: quando la politica diventa romanzo

“Seggio 14”: quando la politica diventa romanzo.Esiste una letteratura di livello che parla di elezioni. Chi legge un romanzo del 2004 del premio nobel Josè Saramago, Saggio sulla lucidità, troverà una trama molto interessante che viaggia sul crinale della politica.

Il seggio

È giornata di elezioni, ma nel “seggio 14” avviene l’impensabile: la prima volta, a causa di un grande nubifragio, nessun elettore si reca a votare. Il governo fa dunque votare una seconda volta e l’affluenza si presenta normale, ma, quando si scrutinano le schede, la schiacciante maggioranza, ben l’83%, ha votato scheda bianca. Le conseguenze del voto popolare fanno temere al “gabinetto ministeriale” ed alle forze armate il peggio, tanto che abbandonano repentinamente la città, in cui rimane solo il Sindaco ed i pompieri. Come scrive l’autore, nelle settimane successive, l’andamento della città (che è capitale dello Stato) procede normalmente, anzi l’ordine pubblico è migliorato e tutti continuano a vivere e lavorare in modo sereno.

Uno dei personaggi del romanzo commenta così la scelta della popolazione: ”Ho detto che votare scheda bianca si potrebbe considerare come una manifestazione di lucidità da parte di chi lo ha fatto”.

L’utopia di questa città immaginaria è sostituire la rivolta delle schede bianche al voto. Nella convinzione che il voto sia una formalità che non cambia la sostanza già predeterminata del potere.

Se ci pensiamo bene, molte correnti del qualunquismo contemporaneo, soprattutto in chiave scettica, fanno implicitamente propria questa filosofia, dura da combattere.

De Gasperi

In contrasto con questa utopia letteraria, noi crediamo fortemente nell’efficacia dell’espressione che De Gasperi coniò in un celebre incontro preparatorio per la costruzione della Comunità Europea: ”metodo democratico”.

L’insegnamento dello statista trentino riguardava proprio l’uso della democrazia in quanto “dispositivo istituzionale” ed insieme di regole procedurali come condizione necessaria per garantire la convivenza pacifica ed il rispetto dei diritti della persona in società attraversata da conflitti di valore e sociali.

Certo il voto, con le sue procedure a volte complesse, è una fatica. Ma qualcuno conosce una diversa forma di sintesi, rispettosa dell’uguaglianza partecipativa di ognuno, atta a comporre il difficilissimo governo della polis? Il resto assomiglierebbe troppo a quella che si chiama diserzione.

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