Sanzioni Russia: a causa dell’UE, l’Italia, umiliata, perde miliardi di euro

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Sanzioni alla Russia: a causa dell’UE l’Italia, umiliata, perde miliardi di euro

Le esportazioni Made in Italy hanno perso 1,2 miliardi di euro negli ultimi sei anni. La causa è il blocco del commercio con la Russia, che ha colpito un’importante lista di prodotti agroalimentari: frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti dall’Unione Europea. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, divulgata nell’anniversario dell’embargo deciso con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato. La Russia ha deciso di escludere alcuni prodotti dal proprio mercato in risposta alla decisione unilaterale dell’Unione Europea di applicare forti sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina. L’Italia, adeguandosi all’Ue, si ritrova in una posizione grottesca: in poche parole, il sanzionante, ci rimette rispetto al sanzionato. Un vero capolavoro, che alle nostre imprese sta costando molto caro.

SOTTOMESSI E IMPOVERITI

Peraltro le sanzioni che l’UE ha emesso contro la Russia, provocando la logica delle reciprocità, non riguardano interessi diretti di alcuno Stato membro. Si tratta semplicemente dell’esecuzione di ordini arrivati dagli Stati Uniti, nell’esclusivo interesse di Washington. Nascono nel contesto del conflitto ucraino, dopo che il colpo di Stato pianificato contro il Governo di Kiev è riuscito solo a metà. L’obiettivo era rimuovere con la forza la classe dirigente vicina alla Russia e sostituirla con i soliti burattini filo-occidentali.

L’aggressione a stelle e strisce, però, ha trovato una dura e compatta resistenza da parte della popolazione dell’est e il Paese si è diviso in due. Una gigantesca guerra e la secessione delle regioni orientali sono state le conseguenze dell’azione americana. L’obiettivo della Nato, da anni, è quello di accerchiare Vladimir Putin per permettere ai globalisti Usa di imporre un mondo unipolare. Normale, anzi legittimo e auspicabile, che la Russia si difenda. Gli scemi, sottomessi e impoveriti, siamo noi.

I DANNI DELLE SANZIONI ALLA NOSTRA ECONOMIA

Tornando ai danni economici subiti dall’Italia, le parole di Coldiretti sono chiarissime.

“Si tratta di un costo sempre più insostenibile per l’Italia e per le nostre esportazioni. In un momento già drammatico a causa dell’emergenza coronavirus ma anche delle guerre commerciali, come i nuovi dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donaldo Trump”, afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che “occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti e difendere un settore strategico per il Paese, danneggiato da dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo”.

Si è infatti conclusa lo scorso 26 luglio la procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio (USTR) degli Usa. All’ordine del giorno la nuova lista allargata sui prodotti UE da colpire a seguito della disputa sugli aiuti al settore aeronautico. Un contenzioso che per l’Italia riguarda i 2/3 delle spedizioni agroalimentari totali con gli Usa che – precisa la Coldiretti – minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy. Tutto questo dopo l’entrata in vigore, il 18 ottobre 2019, delle tariffe aggiuntive del 25% che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone. Ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

UMILIANTE SUDDITANZA

L’Unione Europea – evidenzia Coldiretti – ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia. Come ritorsione, nell’agosto di sei anni fa, Mosca ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari. Questo è costato al Made in Italy 1,2 miliardi. E’ paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. L’agroalimentare italiano – spiega la Coldiretti – è, infatti, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo di Putin. Un azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.

Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge – continua la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Parmesan, mozzarella, robiola sono solo alcuni dei prodotti realizzati in Russia. Nei Paesi non colpiti dall’embargo, invece, troviamo scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia. Ma anche salame Milano, parmesan e gorgonzola di produzione Svizzera o parmesan e reggianito di origine brasiliana o argentina. Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano.

Molti Paesi non colpiti dall’embargo, come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile, nel corso degli anni hanno aumentato le esportazioni dii cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.  Il rischio – conclude la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali.

SOVRANITA’

Uno scenario disastroso. Umiliante. Al quale nessun Governo ha avuto il coraggio di rimediare. Come salvarsi? Con un principio, quello che la stampa globalista e ovviamente filo-americana ed europeista ogni giorno diffama: quello della “sovranità”. L’Italia deve tornare a pianificare politiche economiche e commerciali indipendenti, nell’esclusivo interesse di se stessa, sia a livello nazionale che internazionale. Niente di più di quello che fanno molti altri Stati nel mondo, anche con meno possibilità di base, ma con determinazione, orgoglio e consapevolezza.

La soluzione è sempre la stessa: liberarsi prima possibile delle catene dell’Ue, della Nato e degli Usa. Tornare ad essere una Nazione libera.

In caso contrario, buon “parmesan” e “reggianito” a tutti.

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