Salvare il Castello di Sammezzano

Al via una nuova petizione diretta al Ministero dei Beni culturali

Salvare il Castello di Sammezzano

Salvare il Castello di Sammezzano – Avete mai provato a postare una foto di una delle tredici stanze del Castello di Sammezzano sui social? Così, perché una volta che ne avete visto un particolare, semplice!, ve ne siete innamorati.

Salvare il Castello di Sammezzano, al via una nuova petizione

Una storia lunga, di degrado, di proprietà che si sono avvicendate, di politiche inefficaci, mentre, questa sì che è oggettiva, stiamo assistendo, tutti, al suo declino.

A che serve allora una nuova petizione? Semplice: a ridestare l’attenzione su un documento materiale della nostra Toscana che sta, a poco a poco, perdendosi. Fa male vedere questo bene lasciato andare: all’incuria, alla negligenza, al poco amore per l’arte, a politiche miopi che non hanno mai compreso come la rinascita dell’Italia debba per forza ripartire da tutta questa ricchezza che si chiama Patrimonio Culturale.

Ph. Sailko

Il Sogno d’Oriente di un potente Marchese

Quale strana malia esercita il Castello sulla nostra percezione della bellezza? L’inusitato, il particolare, la forza di pensiero, anche, di chi l’ha fondato e fortemente voluto. Rappresenta il Sogno d’Oriente del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, colui che ha saputo portare in Toscana la narrazione decorativa e significativa del vocabolario visivo di Spagna, Marocco, ma anche India e Persia. Un vero e proprio cifrario d’Oriente. Perché? Sicuramente amante dell’Oriente, scelta la Villa di Sammezzano come buon ritiro dalle fatiche e dalle delusioni politiche, vi dedicò tanto zelo e tanto di sé che, attraversando il piano nobile, possiamo ben comprendere il pensiero del Marchese.

Rimandi, incisioni e simboli

Un misterioso cifrario e segreti ancora non risolti, guidano il visitatore. Ma anche le parole incise, dipinte, scolpite che, nel piano adibito a dimora signorile, conducono alla scoperta della personalità e del pensiero del Marchese, uomo colto, amante di Dante Alighieri, vicino agli ambienti della Massoneria, si dice che in questo misterioso Castello abbia espresso tutta la sua delusione per l’Italia da poco unita: “Mi vergogno a dirlo, ma è vero:  ladri, esattori, meretrici e sensali tengono in pugno l’Italia e la divorano. Ma non di questo mi dolgo, ma del fatto che ce lo siamo meritato”.

Ph. Sailko
Firma la petizione

Firmare la petizione è senz’altro un modo per riportare l’attenzione su qualcosa di unico e straordinario come il Castello di Sammezzano, nato non solo dalla moda tutta ottocentesca di guardare all’Oriente ma da un uomo politico con uno sguardo originale sulla propria attualità. Il Marchese fu anche esperto in botanica e il parco secolare che circonda il castello lo dimostra: piante esotiche e rare, splendide sequoie californiane.

Un dovere fare qualcosa e farlo presto. Interessare le autorità e prendersi in carico un progetto di recupero che miri a creare un forte indotto produttivo per tutta la regione.

Il Castello di Sammezzano può tornare al suo splendore e fare la differenza.

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© Giovanna M. Carli, critica e storica dell’arte

 

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