Reportage Siria: dopo anni di guerra torna il turismo

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Reportage Siria – E’ tutto vero: finalmente gli italiani possono tornare a visitare la Siria. A più di 8 anni dall’inizio dell’aggressione terroristica che ha causato quasi 500.000 morti, la distruzione di intere città, la devastazione di parte del ricchissimo patrimonio storico, archeologico ed architettonico del Paese, il popolo siriano torna ad assaporare pace e tranquillità.

I terroristi, dopo essere arrivati a controllare il 70% del territorio, sono stati ricacciati indietro grazie al contrattacco militare della Siria e dei suoi alleati, ovvero Russia, Iran ed Hezbollah. Lo “Stato Islamico” non esiste più. Gli ultimi gruppi armati rimasti sono da tempo circondati a nord ovest nella provincia di Idlib, al confine con la Turchia, con l’esercito arabo siriano che continua a premere avanzando con decisione. A Damasco la vita è ripresa a pieno ritmo: gli imponenti posti di blocco militari sono in fase di smantellamento, i negozi sono riaperti così come le scuole, la ricostruzione dei quartieri colpiti dal conflitto viaggia speditamente ed anche le più importanti strutture ricettive stanno tornando a disposizione dei turisti: la gente ha voglia di ritrovare al più presto la piena normalità.

Camminando per le vie di questa antica capitale, ricca di storia e cultura, si incontrano migliaia di immagini raffiguranti i tanti giovani siriani caduti per difendere la propria Nazione dagli attacchi dei terroristi, i loro volti sono affissi meticolosamente sui muri di tutta la città, nei quartieri a maggioranza cristiana come in quelli musulmani, il culto dei Martiri è molto forte. Sì perché la Siria è una culla di antiche civiltà che trova l’armonia tra le genti che la abitano nei principi dell’amor di Patria e della fedeltà alla bandiera, sentimenti radicati rafforzatisi ulteriormente durante questa guerra, la cui storia è totalmente diversa da quella che per anni ci hanno raccontato i grandi media occidentali.

L’occasione di recarsi in Siria è dunque ghiotta non solo per scoprire il suo grande patrimonio ma anche per conoscere tutte le verità negate. Sono in preparazione viaggi da tutta Europa ma è stata proprio l’Italia a fare da apripista nel 2018, con un primo tour inaugurale che si ripeterà quest’anno ad agosto. Si tratta di un’iniziativa nata dalla collaborazione intercorsa tra il Ministero del Turismo siriano e la Onlus italiana Solidaritè Identitès, impegnata nel campo della solidarietà internazionale. L’associazione ha portato in Siria grandi quantità di aiuti umanitari durante gli anni più duri del conflitto e adesso che la situazione in gran parte del Paese è tornata alla tranquillità, ha presentato un nuovo progetto denominato “turismo solidale”. L’obiettivo è quello di riaprire i ponti tra i nostri due popoli, un tempo uniti in una fratellanza mediterranea basata sia sulla condivisione di radici comuni, sia da relazioni bilaterali estremamente fruttuose per entrambi gli Stati.

Nel 2011 però l’Italia accettò gli ordini arrivati dall’U.E.: aderì all’embargo contro la Siria dimostrando così ancora una volta di non possedere alcuna sovranità in politica estera. Nel 2012 il Governo Monti proseguì il disastro, congelando ogni rapporto e decidendo di supportare le bande ribelli. Una mossa scellerata e pericolosa, nettamente contraria non solo alla giustizia ma anche ai nostri interessi nazionali, visto che in quel momento l’interscambio tra l’Italia e la Siria equivaleva a 2,3 miliardi annui. Volendo sintetizzare infatti, l’aggressione militare contro il popolo siriano nasce dalla volontà degli Stati Uniti e di alcuni loro alleati europei e mediorientali di operare un altro “regime change”, cercando di destabilizzare la Siria al fine di sostituire il legittimo Presidente Assad. Questo ovviamente per i soliti interessi economici ed energetici per i quali da anni il Medio Oriente viene periodicamente trasformato in una polveriera. L’esportazione della Democrazia anche in questo caso non c’entra nulla, così come è stato ampiamente dimostrato che non c’è mai stato alcun uso di armi chimiche da parte del Governo siriano. Assad peraltro, tenendo saldamente in mano l’apparato statale, ha evitato che la Siria diventasse definitivamente preda di bande armate incontrollate come accaduto alla Libia.

La domanda che si pongono in molti infatti è: cosa si può visitare ad oggi in Siria al netto delle distruzioni? I danni sono stati effettivamente ingenti, tuttavia la tenacia nel resistere del popolo siriano ha permesso a parti importantissime del patrimonio siriano di uscire indenni o quasi dai combattimenti. Nella capitale Damasco i visitatori potranno ammirare ad esempio la città vecchia, patrimonio dell’Unesco, in cui si mescolano integrandosi perfettamente Chiese e Moschee. Il Memoriale della conversione di San Paolo, il Patriarcato della Chiesa cattolica greco-melchita e la Moschea degli Omayyadi, all’interno della quale si trovano alcune reliquie di San Giovanni Battista, tutti simboli della convivenza tra religioni che da sempre caratterizza la Siria di Assad.

I viaggiatori potranno scoprire anche due antiche città cristiane in cui si parla ancora la lingua di Gesù, l’aramaico, visitando tre importanti monasteri: quelli dedicati a San Sergio e Bacco e Santa Tecla a Maalula, quello alla Natività della Madre di Dio a Sednaya, un gioiello risalente all’epoca dell’Imperatore Giustiniano. Poi avanti per il Krak dei Cavalieri, il castello medievale più importante dell’età crociata e la magnifica città di Palmira, sito archeologico romano unico al mondo, capace di riportare il visitatore all’epoca in cui la Siria fu parte dell’impero. Anche se i templi di Bal e Ballshamin sono stati praticamente distrutti dalla furia iconoclasta dell’ISIS, Palmira è ancora in piedi a simboleggiare la vittoria della civiltà sulla barbarie. Il viaggio passerà poi ad Aleppo, l’agglomerato urbano continuativamente abitato da più tempo nel pianeta, maggior polo commerciale, industriale ed agricolo della Siria. L’imponente fortezza arabo islamica denominata la “Cittadella”, cuore della città, è fieramente in piedi mentre il gigantesco suk, lungo ben 14 km, è in ricostruzione e tornerà presto a rappresentare quell’importante luogo di socialità e ricchezza che è sempre stato. L’esperienza si concluderà a Tartus, città costiera animata da un bel lungomare, famosa oltre che per la sua archeologia ma anche perché ospita l’unica base navale militare russa nel mediterraneo, installazione strategicamente importantissima per Vladimir Putin.

Un’esperienza unica per chi deciderà di partecipare. La guerra in Siria ha segnato la storia della nostra epoca, preoccuparsi di conoscere la verità su quanto è realmente accaduto è dovere di ogni uomo che pretenda di definirsi libero.

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