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Home Attualità

Rahaf, simbolo di ribellione all’Islam e alle ipocrisie radical chic

di Redazione
14 Marzo 2020
In Attualità
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Rahaf, simbolo di ribellione all’Islam e alle ipocrisie radical chic
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Restano poche ore per salvare la vita ad una giovane saudita, Rahaf Alqunun, in fuga, dopo aver abbandonato il suo paese e la dittatura teocratica islamica. Per adesso i tentativi di rimpatrio forzato a Kuwait City sono stati vani.

In queste ore Rahaf Mohammed Alqunun, una giovane saudita di 18 anni, si trova all’aeroporto di Bangkok diretta in Australia, in fuga dalla famiglia e dall’impianto religioso islamico che la vuole sottomessa in quanto donna.
Dove sono i cortei delle femministe, le boldriniane istanze, i #meetoo?
Nel suo profilo Twitter ha scritto in arabo “Cerco solo di salvarmi”, chiedendo lo status di rifugiato, il suo passaporto è stato dapprima sequestrato a Bangkok, dove era in transito in attesa del volo verso l’Australia, da emissari del governo Saudita e Kuwaitiano. Il tentativo di forzare il rimpatrio imbarcandola su un volo per Kuwait City è  stato scongiurato, ma ciò che potrà salvarla dal suo destino di essere riportata dai genitori oltranzisti ed accettare di sposare un uomo impostole dalla famiglia e sottostare ai dettami coranici di sottomissione, pena torture fisiche e psicologiche cui sarebbe stata già sottoposta in passato sarà solo il riconoscimento dello status di profugo per ora riconosciuto da Canada e Australia. La protezione dell’Onu che ha ottenuto come rifugiata, vera, sarà sufficiente o si affievolilirà spenti i riflettori abbandonandola al suo destino, come Asia Bibi?
Il sostanziale silenzio assordante dei media italiani, proprio in questi giorni impegnati ad interrogarsi sull’opportunità di giocare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, con il confinamento del pubblico femminile in alcuni settori dello stadio, risulta ipocrita e selettivo: mai parlare delle storture del mondo islamico, mai sottolinearne gli anacronismi. Anzi, le donne “di sinistra” italiane sono sempre pronte a sfoggiare veli in visita ad Imam, rivendicando il diritto di sottomettersi dopo aver tuonato per anni contro la condizione femminile frustrata in sistema maschilista e retrogrado come quello cattolico.
Ipocrisie..

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