Pronto soccorso, fuga del personale: “Decisioni immediate o sistema al collasso”

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Una fuga del personale dai Pronto soccorso sta interessando Firenze. Ma non solo. Tutta la Toscana e l’Italia intera è oggetto di un fenomeno molto preoccupante derivante da una situazione insostenibile.

“La carenza di personale supera il 25% della pianta organica – spiega Simone Magazzini, direttore del dipartimento Emergenza-urgenza e area critica dell’Asl Toscana centro. L’esodo dai pronto soccorso degli ospedali dell’azienda sanitaria numericamente è anche maggiore. Qui lasciano per gli stessi motivi ma non solo per andare a fare i medici di famiglia o per tornare all’università e specializzarsi in altre discipline; ma anche per partecipare ai concorsi per entrare al pronto soccorso di Careggi, in virtù della capacità attrattiva esercitata dalla struttura”.

“Il territorio, tuttavia, al contrario della rete dei pronto soccorso, parte da una densità di punti di guardia nettamente superiore a quella di altre regioni che pure garantiscono standard di assistenza non inferiori ai nostri (come Lombardia, Emilia, Romagna e veneto) – aggiunge Magazzini a La Nazione. Dunque con un’opportuna rimodulazione, nell’ambito di un progetto complessivo regionale, potrebbe non pregiudicare la qualità e la sicurezza del sistema”.

Il Sindacato

“Se la vita è insopportabile nel più grande ospedale della Toscana è facile immaginare cosa accade nel resto della Toscana – dice Flavio Civitelli, segretario regionale Anaao, la sigla sindacale con il maggior numero di iscritti tra i medici ospedalieri. In questa situazione la Regione ha bloccato il turnover dei medici mentre in molti ospedali i professionisti di altri reparti sono obbligati a coprire i turni in pronto soccorso; di fatto trascinando tutti i servizi in una caduta libera del sistema sanitario che, con inevitabili fughe di massa, potrà avere una sopravvivenza di pochi mesi durante i quali la capacità di rispondere al bisogno di salute dei cittadini crollerà”.

Per Civitelli servono “atti immediati e coraggiosi di tipo legislativo che riportino la Toscana ai vertici delle capacità di proposta politica che è ferma da anni mentre le nostre proposte giacciono da mesi nei cassetti dell’assessorato”. “Mentre si continuano a illudere le piccole comunità promettendo servizi ospedalieri impossibili, e spesso inutili, si fanno tagli insostenibili a risorse umane e tecnologia pensando di risanare i bilanci risparmiando sulla salute dei cittadini. Un errore gravissimo”, conclude il sindacalista.

 

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