Pd-M5S, l’inciucio a un passo. Senza dignità

Il padre nobile sposa il lodo Bettini, l’ex rottamatore agita le acque e il segretario riflette preoccupato. La crisi aperta da Matteo Salvini ha scoperchiato il vaso di Pandora dei sentimenti Pd, con una folta schiera di parlamentari pronta ad un governo di garanzia e il gruppo vicino a Nicola Zingaretti più propenso per il voto subito. A sparigliare le carte arriva ora l’appello di Romano Prodi; l’ex premier lancia l’idea di un governo filo-europeo, con un patto alla tedesca tra Pd, M5s e FI. In pratica, la triade di partiti che permise l’elezione di Ursula von der Leyen a Bruxelles. Un progetto di legislatura, non una formazione di breve respiro, da raggiungere tramite un accordo “completo, rigoroso, analitico”.

Parole troppo sibilline, che non piacciono ad un malpancista delle ultime ore come Carlo Calenda: “Renzi prende tempo per far fuori Zingaretti o farsi il suo partito, resta fuori dal Governo, fa cadere il Governo appena raggiunto uno dei due obiettivi, la scusa sara’ che la sinistra si sta grillinizzando. Accetto scommesse”.

E intanto si avvicina l’appuntamento fondamentale, la direzione del 21 agosto, dove i dem dovranno trovare una sintesi prima di salire al Quirinale, qualora si rendessero necessarie le consultazioni. Vere e proprie forche caudine per il segretario Zingaretti, che finora ha ribadito pacatamente il suo secco no “a qualsiasi ipotesi di governo pasticciato e di corto respiro”. Ora però sarà costretto ad ascoltare i suoi parlamentari e svelare chiaramente le proprie intenzioni a Sergio Mattarella dopo l’ormai più che probabile “morte” del governo gialloverde. Inizia la settimana decisiva per l’esecutivo, ma anche al Nazareno sarà difficile annoiarsi.

Fonte Il Tempo

Exit mobile version