Papà, cos’è l’eskimo?

Minneapolis

foto IPP/zumapress Minneapolis 28-05-2020 manifestazioni e scontri in USA dopo l'uccisione di un uomo di colore George Floyd da parte di un agente di polizia nella foto un commissariato di polizia distrutto e poi bruciato WARNING AVAILABLE ONLY FOR ITALIAN MARKET

Papà, cos’è l’eskimo?

Questo con tutta probabilità avrà chiesto oggi quel figlio, nativo digitale, che ha visto il babbo indossare di nuovo l’eskimo prima di uscire di casa.

Forse questa rimarrà una metafora senza reale concretizzazione, ma lo spirito con cui molte generazioni che furono hanno risposto sì al vetero appello della CGIL italica è proprio quello simbolicamente rappresentato da questo indumento. Emblema delle rivolte del 1968, vera e propria icona delle proteste studentesche, spesso faceva “coppia” con la kefiah palestinese. Segno di riconoscimento della controcultura di sinistra, quando occorreva vagheggiare la “fantasia al potere”.

Dal verde eskimo ai luccicanti influencer

Ne è passato del tempo da quelle foto spesso in bianco-nero e verde eskimo (quello originale). Della controcultura di sinistra si è persa ogni ragionevole traccia. Dopo aver governato, direttamente ed indirettamente, per vari decenni l’Italia (a tutti i livelli)
quell’eskimo sembrava un polveroso rudere. Negli ultimi anni la sinistra di potere, specialmente in ambito economico e culturale, ha preferito look totalmente diversi: i tagli sartoriali dei grandi manager, le cravatte dei compiacenti conduttori televisivi, le luci dei set cinematografici ed in ultimo, i guizzi degli intellettuali fintamente indipendenti e, in ultimo, i luccicanti magheggi di blogger ed influencer.

I numeri del neo-frontismo non tornano

Oggi questo corpaccione indefinito ed acefalo della sinistra italiana sta assorbendo di tutto e di più in nome dell’unico comun denominatore: il potere. In particolar modo sta soffrendo la sindrome da astinenza dal potere un po’ a tutti i livelli della politica italiana. Come succede a chi rimane invischiato nelle sabbie mobili, la sinistra pensa che solo il movimentismo a 360° potrà salvarla. Ma più si muove disordinatamente, più affonda.

L’anteprima dei numeri dello sciopero odierno indetto da CGIL ed UIL (nostalgicamente ricongiunti in una sorta di frontismo), se confermati nel report definitivo, suonano come inappellabili. Al momento, il dato nazionale fornito dal Dipartimento della Funzione pubblica degli scioperanti, alle ore 17.00, è il seguente: sanità 2,7%; funzioni centrali 6,2%; funzioni locali 6,88%; istruzione e ricerca 6,12%. Totale nazionale: 5,39%.

“Dimmi che non è finito tutto…”

D’altra parte questa anomala ed indefinibile creatura unica fatta nascere dalla Schlein e da Landini, in cui il leader del maggiore sindacato italiano, di fatto, funge da segretario del PD e la segretaria di quest’ultimo gira tutte le piazze italiane come una circense tra sit in davanti alle fabbriche, ospitate nei salotti buoni della finanza e dell’informazione, incontri con famiglie arcobaleno, flash mob pacifisti e inscalfibile aplomb filo-americano, non potrà continuare all’infinito.

Il Re e la Regina, prima o poi, si scopriranno nudi.

E forse, chi per questa giornata ha rispolverato l’eskimo verde, passata questa ventata di nostalgia canaglia, si chiederà quello che Veltroni fa dire al protagonista del suo libro Quando:”Dimmi che non è finito tutto,Giulia. Ti prego, dimmelo”.

Leggi anche: L’Italia con l’acqua alla gola

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version