NON COME CHI VINCE SEMPRE MA COME CHI NON S’ARRENDE MAI ( Frida Khalo)
“Da quando è al governo la destra, non è cambiato nulla nella nostra vita di italiani, di cittadini, di contribuenti e anche in quella di “intellettuali”, di “patrioti” e di uomini “di destra”. Tutto è rimasto come prima ..’
Questo è l’incipit di un pezzo di Marcello Veneziani, la pacata presa d’atto di un intellettuale d’area rimasto estraneo alla band wagon meloniana
Costui ne fa un grido, in verità non gridato, di una destra delusa dal continuismo di Giorgia Meloni, dall’avverarsi di quello che pochi ab initio preannunciarono inascoltati : la costituzione a tavolino di un movimento ad hoc ( fdi), la pseudo opposizione a Draghi, l’adesione inconfessata ai piani strategici di banche e finanza, la fasulla rappresentazione di strenua difesa di diritti e ceti sociali.
Osserva V. :’ le campagne propagandistiche filogovernative e antigovernative raccontano trionfi e catastrofi che non ci sono, sceneggiano paradisi o inferni inverosimili: prevale il purgatorio della routine, dove ciò che va in scena è apparenza, mossa, replica, gioco delle parti ‘
Questa è la tecnica della postdemocrazia funzionariale -finanziarista di cui il governo Meloni è un modello di scuola.
Routine che comporta una contrazione di diritti, di benessere personale e di comunità a beneficio dell’affermazione del governo della finanza in sembianti democratico-parlamentari.(postdemocrazia)
Il tutto condito da retorici richiami valoriali ‘vaghi annunci – dice V.- tanta fuffa, piccole affermazioni simboliche, del tipo “l’oro è del popolo italiano”, un po’ di retorica comiziale e qualche ipocrisia. “
Gli esseri umani spesso non reagiscono ai cambiamenti negativi graduali, perché sono routinari, lenti, progressivi e normalizzati. Si adattano, fino a quando non c’é più nulla da fare
È la rappresentazione della metafora della ‘rana bollita’ cara alla postdemocrazia. Se butti una rana in acqua bollente, salta subito fuori. Se invece la metti in acqua fredda e scaldi l’acqua lentamente, la rana non percepisce il pericolo, si adatta gradualmente alla routine e finisce per morire bollita.
V. prende atto che le appartenenze politiche sono oggi prive di sostanza e forza decidente ‘Chi assegna ancora qualche valore alle appartenenze politiche deve abituarsi a considerarle esattamente come le passioni sportive: puoi tifare per una squadra come per un partito,…..ma sai che se vince o se perde non cambia nulla nella realtà, nella tua vita e in quella pubblica.”
Riflette che Giorgia Meloni mai ebbe l’intenzione di fare qualcos’altro se non impossessarsi del potere e per ” restarvi …avrebbe seguito alcune linee obbligate e rinunciato ad altre battaglie politiche annunciate quando era all’opposizione, magari lasciandole balenare ancora solo nei comizi. Insomma avrebbe seguito e rispettato gli assetti interni e internazionali e le direttive, si sarebbe attenuta alla linea Draghi, e nei comportamenti avrebbe adottato uno stile mimetico di tipo democristiano.”
Oggi costei capeggia un raggruppamento erede neppur celato di una dc di destra anni 50, con il suo bagaglio anche valoriale, un po’agee se non reazionario
E come quella d’allora questa neodiccì allunga i suoi tentacoli nella Chiesa che conta, nei Servizi, nelle associazioni, è a disposizione delle necessità Usa e diplomaticamente interconnessa con l’Ue.
Adesso anche con un piede nella finanza delle grandi famiglie, dove cambiano i nomi e i metodi ma non gli scopi. Da Piazzetta Cuccia a Largo Fdi.
Lo scoramento dell’uomo colto di destra che non vede lume lo fa rassegnato ‘Mezza Italia non va a votare …Tre quarti del popolo italiano, dice il Censis, non crede più alla politica. È nato un nuovo populismo antipolitico…’. Sembra una sorta di renunzia di una mente di valore legata a una geografia politica dove destra e sinistra ancora dovrebbero essere i player
Oggi non è finita ‘ la politica’. È finita l’efficacia e la valenza del confronto fra tifoserie. Esse sono tutte dalla stessa parte. Il confronto apparente è tenuto vivo dagli attuali protagonisti, certo non a caso.
Come è finito, o meglio non è mai nato lo scontro politico reale fra globalisti e cosiddetti sovranisti, categoria del pensiero politico sorta dal niente che dovrebbe racchiudere di tutto un po’e dunque il nulla sovrano.
Gli italiani in fuga dalla politica non dovrebbero costituire il ‘populismo antipolitico’, ma persone che auspicano un sistema dove le decisioni democratiche riprendano il primato
Mi interesso perchè ne vale la pena, voto perchè conta.
Oggi la realtà è di una sparuta minoranza di satrapi in parlamento e nei gangli funzionariali che difendono e rappresentano gli interessi economici e finanziari di pochissimi. Sono i rappresentanti della postdemocrazia, i veri nemici degli italiani e dell’interesse nazionale.
I neo Quintino Sella, i difensori delle odierne tasse sul macinato e dell’azzeramento del debito. Sono quelli che misurano la crescita sul prodotto interno lordo e ascoltano ‘ i mercati’
Nessuno che abbia in cima ai suoi pensieri i cittadini, i loro redditi, la loro salute, i loro diritti.
Chi non vota più dovrebbe avere come obbiettivo quello tipico della democrazia : l’interesse comune, il benessere popolare, e non il primato del profitto di pochissimi e la speculazione.
È questo il fronte: trasformare in proposta politica il rifiuto di partecipazione
Sarebbe ottimo se lo scoramento di menti di valore si risolvesse in ansia combattiva per riaffermare la democrazia a spese della postdemocrazia e dei suoi referenti sul campo.

