Meloni ai suoi: “Riposatevi, il 2026 sarà ancora più duro”
“Riposatevi, perché se quest’anno è stato difficile, il prossimo lo sarà ancora di più”. Con queste parole, Giorgia Meloni ha congedato i suoi parlamentari e la squadra di governo prima della pausa natalizia.
Non è solo un augurio di buone feste, ma un avviso ai naviganti. Il 2026 non sarà l’anno della distensione, ma quello del “dentro o fuori” per il progetto politico del Centrodestra
Se il 2025 è stato l’anno della resistenza e della stabilizzazione dei conti, il 2026 si profila come il vero spartiacque della legislatura. La “luna di miele” è finita da tempo, e ora il governo si trova davanti a un percorso a ostacoli dove ogni inciampo potrebbe costare caro.
Tra queste l’obiettivo PNRR. Il 31 agosto 2026 non è una data qualsiasi.
Tra queste l’obiettivo PNRR. Il 31 agosto 2026 non è una data qualsiasi.
È il termine ultimo, non prorogabile, per completare tutti gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Entro quella data, l’Italia dovrà aver speso i restanti miliardi dei 194 totali. Non si tratterà più di approvare riforme sulla carta, ma di inaugurare cantieri, digitalizzare la PA e rendere operative le infrastrutture
È la prova del nove per la credibilità internazionale del Paese. Fallire la “messa a terra” finale significherebbe restituire risorse vitali a Bruxelles.
Altra sfida: l’Economia. L’Italia “galleggia” tra crescita debole e debito che morde. Le previsioni Istat e dei principali istituti di ricerca parlano chiaro.
Altra sfida: l’Economia. L’Italia “galleggia” tra crescita debole e debito che morde. Le previsioni Istat e dei principali istituti di ricerca parlano chiaro.
Il PIL italiano nel 2026 crescerà in modo moderato, intorno allo 0,8%. Troppo poco per dormire sonni tranquilli
Il governo si troverà a gestire Il rientro del debito. Con le nuove regole del Patto di Stabilità europeo, l’Italia dovrà dimostrare una disciplina ferrea. Inoltre vi è ancora la pesante eredità dei bonus. Il 2026 sarà l’anno in cui i conti pubblici sentiranno ancora il peso dei “trascinamenti” dei bonus edilizi passati, poco più di 40 miliardi di euro solo per il Superbonus, limitando i margini di manovra per nuove misure espansive.
Inoltre con una popolazione sempre più anziana, la tenuta del sistema sanitario e la riforma delle pensioni saranno mine vaganti nel dibattito politico
Ma esistono anche altre sfide. Il 2026 sarà l’anno in cui le “riforme di bandiera” entreranno nel vivo. Da un lato il Premierato, la “madre di tutte le riforme” cara a FdI, che punta a dare stabilità ai governi eletti; dall’altro l’Autonomia Differenziata, pilastro della Lega.
Bilanciare queste due spinte senza sfilacciare la coesione nazionale, e quella della coalizione, richiederà una mediazione politica senza precedenti
La politica estera inoltre rimane predominante nelle scelte governative.In un mondo segnato da conflitti ai confini dell’Europa, l’Italia sarà chiamata a scelte difficili sulla spesa militare.
Il traguardo del 2% del PIL per la difesa, richiesto dalla NATO, preme sulle casse dello Stato, proprio mentre i cittadini chiedono più risorse per scuola e welfare
La capacità di Meloni di mantenere il ruolo di interlocutore privilegiato a Washington e Bruxelles sarà messa a dura prova.
Quale anno attende il Governo Meloni nel 2026?
Le parole della Premier riflettono la consapevolezza di chi sa che il prossimo anno sarà l’anno dei bilanci definitivi. Non ci sarà più spazio per le colpe dei predecessori. I risultati o le mancanze saranno interamente attribuibili all’attuale esecutivo.
Per Giorgia Meloni, il 2026 sarà l’anno in cui l’Italia dovrà decidere se diventare davvero una nazione moderna e riformata o restare impantanata nelle sue storiche fragilità. Riposatevi, dunque per le feste. Da gennaio la musica cambierà.
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