Mattarella, Draghi e il Colle

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Il presidente Mattarella ha apertamente escluso la possibilità di una sua rielezione per un secondo mandato al Colle. E non adducendo una motivazione. Che potrebbe essere interpretata come la volontà di ricevere un corteggiamento più serrato per cedere ad un eventuale richiesta più pressante ed il più condivisa possibile.

Citando i suoi predecessori, in primis Segni ed anche Leone, si è detto contrario alla possibilità di secondo mandato a Capo dello Stato. E conseguentemente favorevole all’abrogazione del semestre bianco. Istituto nato semplicemente per impedire che un presidente sciolga impropriamente un parlamento non favorevole ad una sua eventuale rielezione.

Altro interessante elemento. Renato Brunetta, presentando il libro “Whatever it takes. Mario Draghi in parole sue” di Alessandro Speciale, ha testualmente affermato: “Sul Quirinale? Dobbiamo fare la scelta giusta per la stabilità e la reputazione dell’Italia”. Arrivando, se non fosse ancora chiaro, a precisare: “Stabilità, credibilità e reputazione: il successo dell’Italia è di Mario Draghi”.

Il centrodestra vede Draghi al Colle

Quindi per i più disattenti ricordiamo le parole del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che aveva auspicato una salita dell’attuale Presidente del Consiglio al Colle, magari comprimendo un poco la carta.

Anche il centro-destra per bocca della stessa Giorgia Meloni, non si è detto contrario all’ipotesi. Purché dopo vi siano le elezioni.

Iniziano a circolare costantemente voci sull’errore di non mancare di votare il presidente del consiglio, come Capo dello Stato, perché verrebbe poi anche indebolito come figura di governo. Dunque si sta facendo un forte movimento in appoggio alla candidatura del premier.

Analizzando completamente gli interventi di Giorgetti e Brunetta, l’avvento di Draghi al Colle sarebbe motivato dallo stabilizzare la sua presenza quale centrale per indirizzare l’azione di governo. E tranquillizzare sull’affidabilità dell’Italia in Europa e nel mondo.

Chi entra Papa in conclave ne esce cardinale. È statisticamente vero. Ma non esiste regola senza eccezione.

 

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