La tristezza di chiamarsi Agnelli/Elkan

margherita agnelli

La tristezza di chiamarsi Agnelli/Elkan

Erano la famiglia reale italiana. Erano di Torino come i Savoia. Erano, ricchi, famosi e temuti. Gianni Agnelli era il regnante indiscusso di un impero fatto di aziende non solo nel settore delle autovetture ma di svariati settori in tutte le parti del globo.

Una famiglia protagonista del XX secolo, propulsore della rinascita dell’economia italiana del dopo guerra, entrata a pieno titolo nella cultura popolare del nostro Paese.

Una famiglia adesso allo sbando

Il capostipite Gianni Agnelli aveva tentato di trovare un erede per il suo vasto impero, un delfino che sapesse accogliere al momento della sua dipartita il vasto patrimonio economico e societario della famiglia.

Il figlio di Gianni, Edoardo, non sembrava interessato più di tanto alla gestione imprenditoriale, immerso più a studiare le filosofie orientali che i rendiconti dei vari Consigli di Amministrazione. La vita di Edoardo si è fermata su un ponte di una anonima autostrada del Nord, in un volo che sa di estrema solitudine e depressione.

Le speranze vengono riposte al nipote di Gianni, Giovanni Agnelli, che sembra abbia anche il piglio giusto per diventare leader.

Ma le sorti si accaniscono sulla famiglia e Giovanni è costretto a cedere in giovane età alla malattia oncologica che lo invade e che entro breve lo porterà alla morte.

Gianni, quindi, ripone le speranze verso i figli (in tutto sono otto) della figlia Margherita, sposata in prime nozze al giornalista Elkann

Accantonato fin dalla tenera età il nipote Lapo, troppo eccentrico per gli eleganti e discreti canoni della famiglia Agnelli, si punta sul figlio maggiore John Elkann, carattere riservato, sposato, padre di due figli ed esponente apicale in una “grandinata” delle più importanti aziende di famiglia.

L’erede designato risulta amministratore delegato della Exor n.v società di investimento che annovera in portafoglio imprese quali Ferrari, CNH Industrial, Iveco Group, Juventus, The Economist group e Louboutin.

Ma John è anche Presidente di Stellantis, della stessa Ferrari, del Gruppo Editoriale GEDI e della prestigiosa Fondazione Giovanni Agnelli

Ed è proprio tramite la francese Stellantis che John Elkann, negli ultimi mesi, è ritornato agli onori della cronaca.

La richiesta di Stellantis al Governo italiano di mantenere produttivi alcuni stabilimenti industriali in Italia previo incentivi, contributi e cassa integrazione, non è piaciuta a nessuno.

Per molti è considerata una forma di “ricatto” verso lo Stato italiano, che vede le aziende del gruppo Agnelli/Elkann in salde mani straniere, con sedi fra Londra e Amsterdam, ma che batte “cassa” nel Belpaese. Sono ben lontani i tempi di nonno Gianni.

E forse c’è anche un livore personale

In Italia è partita oramai da diversi anni le indagini della Guardia di Finanza di Torino che sta mettendo sotto la lente di ingrandimento gli ingenti patrimoni di John, patrimoni che potrebbero essere volati all’estero, in paradisi fiscali come Svizzera o Isole Vergini.

Ma quello che fa più riflettere, e che rende evidente della profonda solitudine che si respira nella famiglia Agnelli/Elkann, è l’esposto che Margherita sta portando avanti nei confronti dei tre figli avuti con il primo marito. La primogenita di Gianni Agnelli ha scatenato una offensiva giudiziaria in Italia e in Svizzera mettendo a nudo le enormi miserie della famiglia.

Nella denuncia Margherita, riferisce di “occultamento di beni e società” sottratti volontariamente dall’elenco della eredità della madre Marella. Tramite la denuncia della madre, le Fiamme Gialle hanno avuto la possibilità di aprire nuovi filoni di indagini, che hanno portato a perquisizione nelle varie società guidate da John. Quest’ultimo non ha potuto quindi esimersi da rimettere mano alle dichiarazioni dei redditi correggendo e integrando i redditi in precedenza non dichiarati.

A Margherita Agnelli non tornano i conti dell’eredità della madre Marella, e tramite si suoi legali stanno rifacendo i conteggi dell’enorme patrimonio della madre

Stizzita è stata la risposta dei tre figli di primo letto che parlano di “accuse calunniose” e la fanno passare come una madre che perseguita sia i genitori che i tre figli maggiori. Margherita si difende, appellandosi al fatto che dal secondo marito ha avuto altri cinque figli e che deve comunque tutelare anche la genia avuta con il nuovo consorte. Insomma, un bell’esempio di famiglia unita.

Ma soprattutto oltre a “sbranarsi” l’un l’altro stanno distruggendo oltremodo l’immagine regale della famiglia

Non solo vi sono lotte entro le mura domestiche ma anche all’esterno non si fanno sconti. Lo dimostra l’estrema insensibilità di vertici di Stellantis di fronte alle migliaia di famiglie di operai che sperano ogni giorno di non trovarsi improvvisamente senza lavoro.

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