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La Riforma Garantista che imbarazza la Sinistra: Dal Direttore de L’Unità al Nonno di Schlein, la Separazione delle Carriere non è né di Destra né di Sinistra

di Alessandro Scipioni
3 Novembre 2025
In Politica
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La Riforma Garantista che imbarazza la Sinistra: Dal Direttore de L’Unità al Nonno di Schlein, la Separazione delle Carriere non è né di Destra né di Sinistra

​La battaglia referendaria sulla separazione delle carriere in magistratura sta assumendo i toni di uno scontro ideologico e partitico, ma a squarciare il velo dell’ipocrisia è intervenuta una voce inattesa: quella di Piero Sansonetti, direttore de L’Unità

​Nel suo recente articolo intitolato “Questo referendum non risolverà nulla: è una riforma garantista voluta dai campioni del giustizialismo”, Sansonetti ha posto un dilemma che, di fatto, è l’ammissione più netta del merito intrinseco della riforma: il principio è inattaccabile.
​L’elogio del Garantismo involontario
​Bisogna infatti ringraziare il direttore per aver detto chiaramente che non c’è nulla di non condivisibile nella sostanza del quesito referendario.

Sansonetti riconosce che la separazione delle carriere “è, finalmente, una riforma che dà piena attuazione all’articolo 111 della Costituzione” e istituisce “un giudice terzo che non abbia niente a che fare con il magistrato dell’accusa”

​L’autore, spingendosi ancora oltre in una prospettiva più garantista e liberale, chiede persino l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati e la riduzione ai minimi termini della carcerazione preventiva. Una posizione che, pur criticando il governo attuale, convalida la direzione di marcia intrapresa.

​Il vero nodo, però, è l’esplicito “dubbio amletico” avanzato da Sansonetti: votare “Sì” al principio, oppure non votare “Sì” perché significherebbe dare “un voto di approvazione per questo governo”

È il riconoscimento lampante che si può votare “No” a questo referendum non per ragioni di merito tecnico-costituzionale, ma semplicemente per pregiudizio politico o per un puro scontro di parte.
​La separazione delle carriere dei magistrati non è né di destra né di sinistra, ma semplicemente una questione di buon senso giuridico, finalizzata a garantire l’imparzialità del giudizio.

​I Precedenti ignorati dalla polarizzazione
​L’idea di dividere le funzioni tra pubblico ministero e giudice non è un’invenzione partigiana dell’ultima ora

È un principio di civiltà giuridica storicamente supportato. Basti pensare che è stata apertamente sostenuta da figure come Antonio Di Pietro e affonda le sue radici in una profonda intuizione di Giovanni Falcone.
​Non a caso, anche la corrente riformista interna al Partito Democratico, sempre più imbarazzata dal massimalismo “radical chic” espresso dalla linea politica di Elly Schlein, osserva con disagio la deriva della polemica, che sembra ignorare questi precedenti.
​

E qui arriva il fatto storico più clamoroso e imbarazzante per l’attuale segretaria del PD

​Il nonno materno di Elly Schlein, l’avvocato antifascista e socialista, partigiano, parlamentare e membro laico del CSM Agostinino Viviani, fu un convinto assertore della separazione. Viviani, nell’ultima fase della sua vita, si schierò persino con Forza Italia, diventando amico di Silvio Berlusconi.
​Un fatto ignorato da chi continua soltanto a millantare un attacco alla Costituzione, cercando di “buttarla in caciara” – per dirla alla maniera romana – e ridurre il tutto ad uno scontro di parte, parlando di assolutismo, pieni poteri e fascismo.

​Eppure, la voce di Viviani tuona con una chiarezza disarmante:
​”Nonostante la forza notevolissima della corporazione dei magistrati, io credo che si arriverà alla separazione, perché gli abusi che stanno facendo alcuni pubblici ministeri che ormai si considerano intoccabili, sono tali, dunque, che non è possibile concepire che poi quel magistrato vada a fare il giudice”

​Una citazione che espone la segretaria del PD a un imbarazzo politico e familiare non da poco. La domanda finale è quasi obbligata: la linea massimalista del Partito Democratico finirà per dare del fascista al proprio nonno partigiano?

​Il referendum, come riconosciuto anche dal direttore de L’Unità, afferma un principio fondamentale

Il tentativo di ridurlo a uno scontro tra il Bene e il Male si scontra con la storia, il senso comune e persino con le radici familiari di chi lo combatte più strenuamente.
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Tags: Elly SchleinGIUSTIZIAPRIMO PIANOREFERENDUMSINISTRA
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