La guerra,l’Europa e la sua eterna strage

La guerra,l’Europa e la sua eterna strage.

Pensava Wilfred Owen, poeta ed ufficiale inglese perito proprio al termine del conflitto e in versi illuminava tra i tempi.

E così scrisse, rivolto ai vecchi europei, che mandavano al macello il loro sangue. Figli e nipoti in senso traslato :

La parabola del vecchio e del giovane

“Dunque Abramo si levò, raccolse la legna, e partì,

portando con sé il fuoco e il coltello.
E mentre soggiornavano insieme,
Isacco, il primogenito, domandò: “Padre Mio,
tutti questi preparativi, il ferro, il fuoco,
ma dov’è l’agnello per l’olocausto?”.
Allora Abramo legò il giovane con cinghie e pulegge, ed eresse in quel punto parapetti e trincee, e brandì il coltello per scannare suo figlio.

Quand’ecco, dal cielo, un angelo lo chiamò:

“Non stendere la mano contro il fanciullo,
non fargli alcun male. Guarda,
quel capro impigliato nella macchia per le corna; offri il Capro dell’Orgoglio in vece sua”.

Ma il vecchio non volle saperne, e trucidò il figlio, e metà del seme d’Europa, uno per uno.

Profeta di tempi passati

Profeta perché eterno sono questi atteggiamenti, questi mali, eterne queste deliberate sventure.

Ma passato.

Perché passati sono i tempi non è più l’Europa che si mutila volontariamente, tramite classi dirigenti militari in un mondo che è solo europeo. Per far prevalere un attore in Europa, hanno ucciso l’eurocentrismo.

Oggi non sono i feudatari di un tempo , i nobili dell’ancien régime, i rivoluzionari europei a far macellare la nostra migliore gioventù, per uno sciovinismo nazionalista da cortile.

L’Europa è diretta da chi non si sente europeo, come non si sentivano europei i piccoli patrioti di cento anni fa. Quelli che annegavano la grandezza dei loro paesi per  annegare la grandezza di altri paesi loro fratelli. In questo reo tempo annegano le speranze d’Europa i burattini di interessi transnazionali. Oggi per uccidere l’Europa, si uccide relativamente  poco,basta non filiare. Che non hanno patria, se non nella non patria del capitale apolide. Che non hanno morale, se non nell’immoralità che segue il relativismo morale. Che non hanno idee , se non nell’anarchia totale del potere illimitato: l’arbitrio più assoluto al quale possa aspirare la perfidia umana.

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