Il PD vuole il voto ai sedicenni, Grillo lo vuole togliere agli anziani. Il controllo delle masse.

Dover sottostare al volere del popolo deve essere un autentico incubo per questo governo rosso giallo, per Grillo e Zingaretti, governo che difatti non ha votato nessuno, e si cerca di correre ai ripari come si può per disinnescare il “problema Salvini”.
E allora via ad impensabili colpi di scure alla volontà popolare matura, per privilegiare masse più malleabile, più aderenti al volere dei mondialisti.
Dallo Ius Soli allo Ius Culturae dal voto ai sedicenni alla privazione del voto agli anziani.
Dopo lo sciopero per il clima di venerdì 27 settembre, quando migliaia di ragazzi delle scuole medie e superiori si sono dimostrati controllabili dalla Greta di turno, neo Ambra dall’auricolare collegata con Soros, l’ex presidente del Consiglio Enrico Stai Sereno Letta è stato il primo a riproporre l’idea, che Walter Veltroni aveva già lanciato nel 2007 quando divenne segretario del Partito Democratico. «È un modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: vi prendiamo sul serio», ha detto Letta in un’intervista a Repubblica, e la sua proposta è stata immediatamente accolta con favore dal segretario del PD Nicola Zingaretti che ha detto che è oramai «arrivato il tempo», mentre il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha detto che «il voto ai sedicenni si farà» perché «abbiamo fiducia nelle nuove generazioni».

L’idea di Grillo
Tornando sulla questione del voto ai sedicenni Beppe Grillo lancia, dal suo blog, una proposta dirompente: togliere il diritto di voto alle persone più anziane. “In un mondo sempre più anziano, esperti, studiosi e politici propongono di abbassare l’età del voto, ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni? Una proposta potrebbe essere quella di privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa età (oppure dare ai genitori voti per procura per ciascuno dei loro figli a carico)”, scrive Grillo sul suo blog.


Grillo, di anni 71, spiega così perché secondo lui agli anziani come lui, non dovrebbe essere consentito di votare: “L’idea nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l’affluenza relativamente bassa degli elettori più giovani può essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura. Se un 15enne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?”. “Ma privare il diritto al voto dei cittadini più anziani sarebbe giusto?”, si chiede Grillo, rispondendosi di sì perché le politiche differenziate per età non dividono la popolazione in due o più gruppi, poiché tutti, alla fine, diventiamo anziani.
Gli anziani non sono un gruppo che può essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani. Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzerà tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull’attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo.
Il principio fondamentale alla base della proposta di privare il diritto agli anziani, come affermato dal filosofo Philippe Van Parijs, è che “le persone dovrebbero avere il potere di influenzare le decisioni in proporzione alla misura in cui sono suscettibili di sostenere le conseguenze di tali decisioni”.

Tutti gli anziani? Anche chi ha combattuto per le nostre libertà? Anche i tanto osannati ed onnipresenti partigiani dell’Anpi? Oltre dell’elettorato attivo anche quello passivo, cioè la possibilità di essere eletti dovrebbe essere parimenti negata?


Vi era un mondo, quello classico, quello dei nostri nonni, nel quale chi aveva i capelli bianchi veniva ascoltato come il saggio, colui che aveva esperienza, il senatore, da senior, la vecchiaia che denotava maturità e saggezza.
Ora no, ai nostri anziani viene riservato solo la solitudine della improduttivita’, viene fatta loro un colpa di avere pensioni troppo alte, dopo una vita di lavoro, di detenere i lacci delle borse dei risparmi e della proprietà degli immobili, un tesoro su cui lo Stato vuole mettere le mani, dando in cambio loro qualcosa di utile, l’eutanasia.
Servendosi di giovani generazioni da indottrinare con asili e scuole di Stato, strappandoli alle loro radici e famiglie di origine, il disegno delle sinistre asservita ai poteri forti è chiaro, un progetto che sa di collettivismo ove neppure la fantasia di George Orwell non era giunto: giovani senza una propria identità culturale, figli del multiculturalismo, militanti controllati dallo Stato che votino come sono stati programmati a fare, senza che spirito critico o discernimento possano sollevare dubbi legittimi su ciò che viene loro imposto dall’alto.

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