Cara Giorgia, vederti lì con la campanella e gli occhioni lucidi mi ha commosso. Devo ammetterlo.
Una ragazza che ce l’ha fatta, non imposta da quote rosa ma che si è costruita da sola ha scalato ciò che appariva impossibile.
Piccola nelle foto, già oggetto di improperi e resistenze di chi si proclama per le donne, ma che la solidarietà femminile non sa nemmeno cosa sia. Grande negli ideali.
Come Campanellino
Come Campanellino, personaggio che accompagna Peter Pan nelle sue avventure, una minuscola fata che non parla ma si fa intendere attraverso un tintinnante scampanellio.
Così Giorgia ha suscitato tenerezza e simpatia anche chi non ne condivide i termini.
I giornalisti di casa nostra cominciano a parlarne con cauto rispetto e riverenza, persino Conchita nostra ne riconosce stizzosamente i meriti.
Certo, a fronte di declinare al femminile chiunque lo richieda, non si accetta il suo rispetto alla decenza ed alla lingua italiana della Crusca se si fa chiamare Presidente.
Colui o colei che presiede. Già neutro di suo.
Troppo difficile per comprenderne la squillante normalità.
Certo, non si ammette che si voglia tutelare la vita e la natalità, attraverso la maternità, usi come si è a voler sopprimere ‘grumi di cellule’ che in realtà a qualunque ecografia sono già bambini.
Sicuramente non si ammette di voler difendere il proprio cibo, dimostrando di meritare cavallette fritte al posto di una sana bistecca, o lasagna alla bolognese.
Cambierà. Cambierà il vento se resisterai, Giorgia, se tra un anno saremo ancora qui a rivedere la tua caparbietà attraverso il tavolo rotondo del Consiglio dei Ministri.
Se così sarà, sarà un buon viatico alle forze conservatrici europee.
Altrimenti saremo ripiombati nel grigiore di governi tecnici di pdnnina memoria, per gli attacchi di spread ed Europa che ti aspettano.
Non ci deludere, rimani sempre questa ragazza con la campanella, con gli occhioni entusiasti e i valori chiari nel cuore.
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