Firenze non ama Salvini , e probabilmente Salvini non ama Firenze.

Firenze non ama Salvini , e probabilmente Salvini non ama Firenze. Al di là delle vicende personali. Non dico che il suo cuore non appartenga a Pian dei Giullari. Ma il dato politico che traspare è questo. Almeno dalla storia delle candidature della Lega in Toscana.

Firenze senza fiorentini

È un tratto distintivo della Lega il poco peso di Firenze, almeno nelle candidature. Nella breve storia di eletti del partito al parlamento ,il collegio di Firenze non viene utilizzato per mandare fiorentini.

La scorsa volta la capolistura a Firenze toccò a Donatella Legnaioli, pisana. Mandata a rappresentare Firenze, dove   a tutt’oggi risulta  ben poco conosciuta, in Parlamento.Seguiva il massese Andrea Barabotti. L’unico Fiorentino era Federico Bussolin all’ultimo posto.

Questa volta la capolistura alla camera spetta all’onorevole Edoardo Ziello anch’egli, seguito dal sottosegretario Tiziana Nisini, senese d’adozione e politicamente impegnata su Arezzo.

Il primo Fiorentino è al terzo posto, e si tratta del segretario del partito Bussolin. Un capogruppo che si è perso metà del suo gruppo consiliare per la strada, e da segretario ha visto andar via la stragrande maggioranza degli eletti della provincia. Con una gestione così poco caratterizzata da risultati fortunati, stavolta essere penultimo invece che ultimo  probabilmente è un trattamento generoso proporzionato al peso dell’uomo.

Comunque il dato politico è che Firenze probabilmente non ne eleggerà fiorentini alla camera.

Non va meglio al senato, dove si apre con la capolistura del milanese Claudio Borghi. Che dopo aver perso il collegio la scorsa volta, ed un non proprio felice risultato alle elezioni amministrative di Como, torna a farsi eleggere in Toscana. In ordine di lista Borghi è seguito, da Donatella Legnaioli, che si sposta sul senato.

Anche qui la prima Fiorentina, è stata candidata al quarto posto, ossia ultima. Si tratta dell’avvocatessa Cecilia Cappelletti, che dopo un risultato catastrofico alle elezioni amministrative di Pontassieve, è stata sconfitta alle elezioni regionali, e messa adesso in una posizione impossibile per il senato.

Al di là, della scarsa soddisfazione personale che possano  trarre questi esponenti , da tali posizioni, c’è un problema ben chiaro.

In Toscana i voti di fiorentini, per la Lega non ne eleggono fiorentini.

Un passato recente

Matteo Salvini in Toscana ha dimostrato di puntare su Susanna Ceccardi. Sindaco di Cascina, nominata commissario regionale del partito, mandata in europarlamento e l’anno dopo già proposta alla presidenza della regione.

Oggi non coinvolta direttamente in questa tornata,ma con il compagno di vita candidato capolista in un collegio sicuro. Se non c’è Susanna, c’è chi per Susanna.

Poco amata a Firenze

Un personaggio. Non esattamente percepito dai fiorentini come loro amico. Soprattutto per le polemiche precedenti le elezioni regionali sullo sviluppo dello scalo di Pereto. Ma non c’è solo quello.

Ricordiamo che la Lega a Firenze non solo ebbe la gravissima responsabilità di incoronare candidato sindaco Ubaldo Bocci. Ottenendo il peggior risultato, nel momento di maggior traino del movimento. Ma ufficializzò anche la candidatura del sindaco di Firenze a Pisa.

E fu proprio Firenze a negare a Susanna Ceccardi la presidenza della regione, votando contro di lei in massa. Anche perché, per ragioni strettamente demografiche, è a Firenze e nell’area centrale che si vince o si perde la regione. Cosa che appare evidente agli strateghi di tutti i partiti.

E la Lega oggi continua, a far capire di ignorare ciò, sfidando l’orgoglio dei fiorentini con candidature esterne.

Saltati i fiorentini

Due leghisti fiorentini sono risultati perdenti, in questa tornata elettorale.

L’onorevole Guglielmo Picchi, ex sottosegretario agli esteri, non ricandidato da nessuna parte. L’altra volta si era fatto eleggere a Lucca. Noto, per un non particolare feeling con la Ceccardi. È uscito di scena nell’indifferenza più o meno generale.

E Jacopo Alberti, ex portavoce dell’opposizione in regione Toscana. Il quale dopo aver ottenuto un risultato deludente alle elezioni europee, era stato messo da parte, per dare la capolistura a Giovanni Galli, che poi lo ha battuto anche a preferenze.

Non candidato alle elezioni politiche ha sbattuto la porta, e stracciato la tessera.

Una briciola di viola

Probabilmente Giovanni Galli è stata l’unica vera sintonia, tra Matteo Salvini e Firenze. Un candidato che veniva dalla società civile, ed era stato precedentemente individuato quale aspirante sindaco, da quella Forza Italia di cui Denis Verdini, suocero in pectore del sempre più sgonfio capitano leghista, era gestore. Ma sicuramente una gloria calcistica, per tutti coloro i quali hanno a cuore la maglia viola.

Unica pecca per l’orgoglio Fiorentino, in fondo anch’egli pisano. Ma sicuramente in una cornice del genere, diventa un elemento trascurabile.

Leggi anche: https://www.adhocnews.it/parla-piu-alla-pancia-chi-vuole-droga-libera-o-chi-promette-meno-tasse/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version