Firenze al voto (parte prima) – Il futuro antico di Eike Schmidt

centro storico

Firenze al voto (parte prima) – Il futuro antico di Eike Schmidt

Cosmopolita, professionista, uomo mediatico

Fra pochi mesi la capitale della Toscana andrà al voto. Elezioni delicate e fondamentali per gli equilibri regionali e nazionali.

In questa nostra prima parte l’intento è rivolto ad approfondire il profilo di colui che sarà il candidato Sindaco del centro-destra.

Il curriculum culturale e professionale è di sicura portata europea, con incursioni cosmopolite. All’altezza, indubitabilmente, della città universale in cui competerà.

E la città del giglio ha davvero bisogno di sprovincializzarsi poiché negli ultimi decenni si è chiusa in se stessa.

Ma Schmidt, per come lo conosciamo dall’esterno, non trasmette solo l’idea di possedere una vasta conoscenza culturale, particolarmente finalizzata all’arte italiana, e di una solida competenza professionale, ma si è rivelato molto abile nella gestione della sua immagine mediatica.

Appare molto intrigante anche la prospettiva che Eike Schmidt ha proiettato su Firenze, a partire dalla sua gestione degli Uffizi: una città dal “futuro antico”, in cui la storia non è fossilizzata, anzi è chiamata ad accettare senza paura le sfide del futuro.

Realismo visionario

Dalle interviste rilasciate negli anni, emerge inoltre un intelligente stile nell’approccio alle problematiche della contemporaneità: “Mi muovo moltissimo, credo sia necessario dare ritmo ai pensieri, guardando le cose da più angoli”.

Una visione non ideologica (avanti anni luce rispetto alla filosofia pachidermica delle sinistre), ma costruita su lucide linee guida, senza le quali si cadrebbe nel mero pragmatismo.

Potremmo battezzare il metodo di Schmidt “realismo visionario”, proprio facendo riferimento alle sue stesse parole:”Niente di quello che avrei voluto fare si è poi rivelato non realizzabile”.

Di sicuro un buon viatico nella corsa per l’elezione a Sindaco.

Attenti a quei due

Davanti al profilo di Eike Schmidt perde rilevanza il tema, fra l’altro molto debole, del “Papa straniero”. Per capire il livello di lucida immedesimazione del candidato Sindaco con la “sua” città è sufficiente ricordare la difesa che l’ex direttore degli Uffizi fece di Dante Alighieri dinanzi ad un duro attacco di un giornale tedesco, Frankfurter Rundschau. Parola più parola meno, egli affermava che, prima di scrivere su Dante, bisogna conoscerlo. Particolare che contribuisce ulteriormente a consolidare la simbiosi tra Schmidt e Firenze.

Una considerazione finale: curiosa coincidenza quella che vede compresenti nella città del giglio due autorevoli protagonisti che, pur venendo da fuori ed anche da luoghi non contigui, stanno facendo la storia di Firenze: Commisso e Schmidt stesso. E la stanno facendo non perchè ospiti per caso e convenienza. La speranza forte è che i due prendano a cuore assieme il futuro di una delle città più belle del mondo.

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