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Home Cultura

Fascismo, antifascismo e regime

di Alessandro Scipioni
29 Settembre 2023
In Cultura, Politica
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antifascismo
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Fascismo, antifascismo e regime.

Non è per cercare di agganciarmi all’antologia fatta di alcuni scritti di Pasolini, nella recente opera Il fascismo degli antifascisti; ma per cercare di fare chiarezza, che parlo del nuovo regime.

Oggi l’antifascismo non è l’antifascismo storico. È una posizione di rendita politica, che supporta un nuovo regime. Quello del pensiero unico, del politicamente corretto,della cancel culture.

L’antifascismo storico

C’è stato un antifascismo storico. Tutt’altra cosa rispetto a quello attuale.

Innanzitutto perché questo, combatteva un qualcosa che, con i suoi limiti, rappresentati soprattutto dai compromessi con la monarchia,con la Chiesa, deteneva il potere in Italia. Magari in buona parte più in maniera formale che non i modo sostanziale. Però oggettivamente c’era un regime al potere. E chi lo contrastava era l’antifascismo. Il fascismo era il potere, l’antifascismo cercava di rimuoverlo dal potere.

Non era un fenomeno unitario. C’erano diverse anime al suo interno. Dai liberali ai comunisti. Però tutte le sue anime avevano in comune il voler abbattere il regime fascista.

L’antifascismo storico è quello di Calamandrei, De Gasperi, ma anche di Gramsci di Pertini. Quello che possiamo sostanziare nella frase: “Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”. Nel suo nocciolo, l’antifascismo storico, è questo!

Quell’antifascismo non ha nulla a che vedere con l’antifascismo di oggi, salvo  dei richiami ideologici.

La differenza sta in questo: l’antifascismo storico combatteva un regime autoritario, l’antifascismo politico è uno strumento di delegittimazione politica.

L’antifascismo politico

L’antifascismo politico e quello storico sono, allo stato attuale, lontani parenti. Semplicemente perché, l’antifascismo politico è stato edificato, nella sua attuale concezione, come uno strumento di egemonia culturale. Volto a preservare un potere. Il regime del nostro tempo.Quello che il Partito Democratico ha sempre voluto difendere, egemonizzando l’area politica di sinistra.

L’antifascismo oggi viene usato come strumento di tutela di una posizione di rendita politica. Per demonizzare l’avversario accusandolo sempre di fascismo. A prescindere anche dalla sua adesione a valori pseudo fascisti.

Il termine fascista è il termine più inflazionato in Italia. Sono fascisti coloro i quali si oppongono alle adozioni gay, quelli che non sono d’accordo con quello che dice Michela Murgia, pace all’anima sua . Sei fascista se chiedi di regolare l’immigrazione clandestina. Sono fascisti i poliziotti che fanno ordine pubblico, i giornalisti dissenzienti. Abbiamo deciso che Vannacci era un fascista ancor prima di leggere il suo libro, sulla base del sentito dire. L’accusa di essere fascista è la moderna messa all’indice.

Antifascisti con metodi squadristi

Ora non mi si dica che impedire le manifestazioni agli altri, usare la violenza politica, mettere all’indice le opinioni ed i libri dissenzienti, non sia rispondente ai metodi di un regime.

Ed allora se c’è un regime autoritario i veri eredi dell’antifascismo storico, sono coloro i quali si battono per la libertà, per il pluralismo, per abbattere tale regime.

Praticamente oggi spesso chi viene accusato di essere un fascista, in realtà   è un vero antifascista. Pasolini docet.

 

Leggi anche: Comincia tutto da un messaggio, da una telefonata.

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Tags: ANTIFASCISTAFASCISMOGIORGIA MELONIIN EVIDENZAPASOLINI
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