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Home Salute & Benessere

Cure Palliative e Suicidio Assistito: due strade inconciliabili

di Simona Codevilla
22 Luglio 2025
In Salute & Benessere
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infermieri
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Cure Palliative e Suicidio Assistito: due strade inconciliabili

Di fronte al dibattito in corso in Senato sul Progetto di Legge relativo al Suicidio Medicalmente Assistito (SMA), l’Associazione “Sul Sentiero di Cicely – per le Cure Palliative” interviene con un messaggio chiaro: Cure Palliative e SMA non sono percorsi compatibili.

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In un momento in cui il confine tra diritto all’autodeterminazione e rischio di abbandono terapeutico si fa sempre più sottile, l’associazione, ispirata all’eredità di Cicely Saunders, fondatrice del moderno movimento delle cure palliative, richiama l’attenzione su alcuni princìpi fondamentali

“Le cure palliative affermano la vita e considerano la morte come un processo normale; non accelerano né ritardano la morte. Si propongono di preservare la migliore qualità di vita possibile fino alla morte.”

(Definizione della Società Europea di Cure Palliative)

Non si tratta di una presa di posizione ideologica, ma della difesa di un paradigma assistenziale che fonda la propria forza sulla relazione, sull’accompagnamento, sul sollievo dalla sofferenza e sull’autenticità del percorso umano verso il fine vita.

In una lettera scritta nel 1993, Cicely Saunders stessa metteva in guardia:
“Dovesse passare una legge che permettesse di portare attivamente fine alla vita su richiesta del paziente, molte persone ‘dipendenti’ sentirebbero di essere un peso per le loro famiglie e per la società e si sentirebbero in dovere di chiedere l’eutanasia

Ne risulterebbe una maggiore pressione sui pazienti vulnerabili, privandoli così della loro libertà.”

Per “Sul Sentiero di Cicely”, la qualità delle Cure Palliative si misura anche dalla loro precoce attivazione: non devono essere confinate agli ultimi giorni di vita, ma integrate nel percorso delle patologie croniche inguaribili ed evolutive.

In quest’ottica, la continuità della cura assume valore tanto clinico quanto etico

Accompagnare la vita fino alla fine non equivale mai ad anticiparla o procurarla. Rientrano nelle buone pratiche, certamente, il “lasciar andare”, il non iniziare o interrompere terapie sproporzionate, ma questi atti sono profondamente distinti da qualsiasi intervento volto a causare la morte.

Il timore dell’associazione è che l’introduzione normativa del Suicidio Medicalmente Assistito possa generare confusione nei percorsi di cura, soprattutto nei luoghi come gli hospice, dove il patto di fiducia tra équipe e pazienti si fonda sull’idea che la vita resti sempre degna, anche nella sofferenza

“Vogliamo tutelare quei pazienti che desiderano proseguire il proprio percorso di cura, senza sentirsi implicitamente messi di fronte a un bivio tra ‘morire prima’ e ‘soffrire di più’.”

In conclusione, il Consiglio Direttivo dell’Associazione rilancia un appello alla chiarezza e alla responsabilità politica:

Cure Palliative e Suicidio Medicalmente Assistito non possono coesistere nello stesso impianto assistenziale senza snaturare il senso profondo del prendersi cura.

“Le Cure Palliative non offrono scorciatoie verso la morte, ma strade dignitose per abitare la vita fino all’ultimo respiro.”

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Tags: CURE DOMICILIARICure palliativeDoloreIN EVIDENZASANITÀ
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