Coronavirus: la ristorazione italiana si appella al Governo

Le maggiori sigle della ristorazione italiana s'appellano al Governo e chiedono 7 misure essenziali per la sopravvivenza del settore

Ristorazione italiana

“Per la prima volta il comparto della ristorazione si unisce e chiede al Governo l’adozione di 7 misure straordinarie”. Obiettivo: fronteggiare l’emergenza economica, indissolubilmente legata a quella sanitaria che ha colpito il Paese.

Si tratta di un primo pacchetto di provvedimenti declinati in 7 punti fondamentali che le 19 sigle del comparto ristorazione ha deciso di avanzare al Governo per garantire la sopravvivenza di uno dei settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus.

È la prima volta che un’iniziativa così rappresentativa viene realizzata in Italia. La sua genesi è legata alla consapevolezza che il bene comune deve superare ogni tipo di individualismo. Solo un’azione coordinata e sinergica è in grado di garantire un approccio efficace e un risultato concreto“, si legge nel testo dell’appello.

Una sorta di ‘fase uno’, alla quale seguirà una più profonda riflessione che dovrà necessariamente anticipare la riapertura di tutti gli esercizi prima di poter passare al delicato tema della promozione. Essenziale per il rilancio dell’intero comparto della ristorazione nazionale.

Le 7 misure e il testo dell’appello

Ecco il testo dell’appello sottoscritto da 19 tra le maggiori associazioni di categoria, delle quali fanno parte cuochi, ristoratori, pizzaioli, gelatieri, pasticceri, panificatori, responsabili di sala:

Al Governo viene chiesta l’adozione immediata di misure essenziali e precisamente:

1.     sospensione di leasing e mutui e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura posta in essere;

2.     cancellazione delle imposte nazionali e locali pertinenti (a titolo indicativo e non esaustivo TARI, IMU, affissione, occupazione suolo pubblico, etc.), credito per utenze relative alle attività commerciali;

3.    accesso al credito senza interessi, garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle PMI;

4.    proroga della cassa integrazione straordinaria per almeno il 50% del personale in forza al 23.02.2020 e fino al 31.12.2020;

5.    reintroduzione dei voucher;

6.    ammortizzatori e incentivi per chi non licenzia e/o assume dipendenti fino al 31.12.2020;

7.    superamento delle persistenti criticità in capo al tema affitti.

“La volontà di tutti gli aderenti è che il lavoro posto in essere per rispondere all’emergenza non si esaurisca con il cessato pericolo ma diventi un progetto, una base per la ripartenza. Uno stimolo per il consolidamento di un approccio diverso e di un metodo di lavoro unitario per fare fronte comune in tutte quelle occasioni in cui sarà necessario far arrivare la voce della ristorazione italiana.”.

“Con questo spirito, si invitano anche tutte le altre realtà associative e rappresentative del comparto ristorazione ad unirsi a questo appello, per lavorare in completa sinergia.”


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