Cloud seeding ovvero inseminazione delle nuvole

Dubai

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Cloud seeding ovvero inseminazione delle nuvole

Qualche giorno fa gli Emirati Arabi Uniti sono stati colpiti da intense precipitazioni che hanno causato gravissimi danni.

La tempesta ha riversato, su quel territorio, qualcosa come 250 millimetri di acqua in meno di 24 ore

Dubai si è completamente allagata; le principali arterie stradali sono state inghiottite dalle acque così come il suo aeroporto con le piste solcate da aerei che sembravano piuttosto dei mezzi marini. Di fronte a quanto accaduto tutti noi avremmo dato tutta la colpa al cambiamento climatico, se non fosse che gli stessi responsabili del centro di meteorologia degli Emirati Arabi hanno parlato del “cloud seeding”.

Vediamo anzitutto cos’è

Il cloud seeding è un metodo utilizzato per migliorare le precipitazioni disperdendo nell’aria sostanze che fungono da nuclei attorno ai quali si formano goccioline di nuvole, aumentando così potenzialmente le precipitazioni o le nevicate. Questa tecnica viene generalmente utilizzata durante i periodi di siccità o per aumentare le precipitazioni per vari scopi, come le esigenze agricole o la gestione delle risorse idriche.

Il processo prevede la dispersione di determinati materiali nelle nuvole, come lo ioduro d’argento, lo ioduro di potassio o il cloruro di sodio, che agiscono come nuclei di condensazione.

Queste sostanze forniscono una superficie su cui il vapore acqueo può condensarsi, portando alla formazione di goccioline nuvolose

Mentre alcuni studi suggeriscono che può essere efficace in determinate condizioni, altri sostengono che il suo impatto sulle precipitazioni è difficile da misurare in modo definitivo a causa della complessità dei sistemi meteorologici. Il suo uso diffuso e la sua efficacia rimangono, quindi, oggetto di indagine scientifica e discussione politica.

La pratica dell’inseminazione delle nuvole (pioggia artificiale) non è assolutamente nuova tant’è che è utilizzata, a detta di alcuni esperti, da più di 70 anni.

C’è un però; gli organi di informazione hanno sempre bollato in maniera denigratoria chi osava affrontare questo argomento, usando un termine super inflazionato: “complottista”.

Nel 2008 ci fu, addirittura, una interrogazione a risposta scritta dell’allora deputato Antonio Di Pietro al ministro dell’ambiente, per avere spiegazioni riguardo al fenomeno delle scie chimiche, e se questa pratica fosse stata adottata anche in Italia. La risposta dal titolare del dicastero fu laconica: “non ci sono evidenze scientifiche”.

Ora accade un qualcosa di veramente strano; senza alcuna distinzione, tutti i quotidiani e siti web che hanno sempre negato questa possibilità, proprio a seguito di ciò che si è verificato a Dubai, fanno a gara per spiegarci in cosa consiste il cloud seeding e come si fa a condizionare l’ambiente

La verità piano piano sta venendo a galla, ma deve comunque essere una verità dicibile al fine di rassicurare le popolazioni che non c’è niente di straordinario e pericoloso. Sarà vero tutto ciò oppure è la solita informazione manipolata, un modo come un altro per indorare una pillola estremamente amara?

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