CasaPound ritorna alle origini: da partito ad associazione

“CasaPound conclude oggi la sua esperienza elettorale, ma continua con ancora più forza a fare POLITICA.”

“Abbandoniamo esperienza elettorale ma la battaglia per il sovranismo continua”.

Iniziano rispettivamente così le dichiarazioni di Simone Di Stefano e Gianluca Iannone, vertici storici di CasaPound Italia, che annunciano un ritorno alle origini: non più partito che partecipa alle competizioni elettorali ma associazione, come nei primi anni della sua storia, quando seppe affascinare e incuriosire tutti con la sua vitalità, diventando un vero e proprio punto di riferimento per molte formazioni sovraniste e identitarie italiane ed europee. 

 “In seguito all’esperienza delle ultime elezioni europee e al termine di una lunga riflessione sul percorso del movimento dalla sua fondazione a oggi, CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica”. Comunica il Presidente di Cpi, Gianluca Iannone, che aggiunge: “La decisione di oggi non segna affatto un passo indietro, da parte del movimento, ma anzi è un momento di rilancio dell’attività culturale, sociale, artistica, sportiva di Cpi, nel solco di quella che è stata da sempre la nostra identità specifica e originale. Sarà anche un’occasione per tornare a investire tempo ed energie nella formazione militante, particolarmente essenziale, dati i nuovi pruriti liberticidi della sinistra”.

“Tale decisione”, continua Iannone, “non significa che CasaPound intenda disertare la battaglia sovranista e identitaria. Al contrario, Cpi intende sfruttare il suo bagaglio di vivacità culturale, radicamento sul territorio ed energia militante per contribuire a quella che resta la sfida cruciale da qui ai prossimi anni, dialogando con tutte le forze che si oppongono alle follie globaliste e hanno a cuore i destini della nazione. I molti eletti a livello locale e le 140 sedi sparse su tutto il territorio nazionale resteranno inoltre preziosi avamposti politici per portare avanti le nostre battaglie”.

“In tutti questi anni”, spiega ancora il presidente di Cpi, “CasaPound ha svolto un’importante funzione di avanguardia politica, mettendo in circolo proposte e parole d’ordine che poi sono finite in cima all’agenda del dibattito politico: pensiamo solo a mutuo sociale, reddito nazionale di natalità, nazionalizzazione delle autostrade, preferenza nazionale. Noi riteniamo che questa funzione sia valida oggi più che mai”.

Simone Di Stefano ha invece parlato a militanti, simpatizzanti ed elettori attraverso la propria pagina facebook ufficiale: “CasaPound conclude oggi la sua esperienza elettorale, ma continua con ancora più forza a fare POLITICA. Confondere la politica con le elezioni è un grande errore.”

“Ci saranno ancora cortei di CasaPound, manifesti di CasaPound, proposte politiche di CasaPound, azioni di solidarietà per gli italiani, azioni mediatiche di contrasto al globalismo, controinformazione, iniziative culturali, gruppi sportivi, medicina sociale, volontariato, protezione civile, l’esaltazione del ricordo degli italiani che si sono sacrificati per donarci una nazione, l’amore infinito per la nostra ITALIA”.

“CasaPound farà ancora più politica, e vuole tornare ad essere quell’avanguardia che ha dettato i temi e le parole d’ordine del sovranismo italiano. Ma non sarà più un partito, non si candiderà alle elezioni. Per questo non ha più neanche bisogno della figura del Segretario politico. Torno con estrema felicità ad essere un militante, assieme a tutti quei fratelli che negli anni hanno costruito una comunità politica che ha 140 sedi in tutta Italia e migliaia di iscritti”.

“Ora è il momento di far capire che non molliamo di un metro la nostra postazione: già dalla prossima settimana metteremo in campo iniziative in grado di chiarire a tutti quelli che sperano di liberarsi di noi, che CasaPound resterà assoluta protagonista della politica italiana. Al lavoro dunque, come sempre per l’Italia”.

E’ chiaro che non si tratta assolutamente di un passo indietro ma di un vero e proprio rilancio, cambia la strategia, non cambiano gli obiettivi. 

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