Camporini: “Roma irrilevante nelle controversie internazionali”

Camporini

Quale ruolo occupa l’Italia nell’attuale contesto geopolitico mondiale? Tale quesito calza a pennello con un’intervista rilasciata ieri alla rivista Reset dall’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. Libia, Libano e centralità del Mediterraneo sono stati i punti focali del dialogo con il giornalista Umberto De Giovannangeli.

La Libia 

“Innanzitutto, la Libia è stata, se vogliamo, una invenzione italiana: negli anni ’30 vennero unificate le due aree, la Tripolitania e la Cirenaica. Si tratta certamente di una creazione statuale artificiale, perché stiamo parlando di un territorio vastissimo, scarsamente abitato, e abitato da comunità che si sentono estranee l’una dall’altra, per motivi tribali, di municipalità, di appartenenza religiosa.” E ancora. “È quindi necessario determinare una qualche forma di stabilizzazione politica al fine di mettere a disposizione delle popolazioni libiche le risorse energetiche e quindi finanziarie che sono molto alte.” Visione abbastanza chiara e che non lascia spazio ad alcun dubbio interpretativo.

Il Libano

“Quello che è accaduto in Libano è un fatto molto serio, molto importante. Non dimentichiamoci che in Libano noi abbiamo oggi mille soldati, ragazze e ragazzi, che vigilano sugli accadimenti a cavallo tra il Libano e Israele. Non possiamo disinteressarci di quello che accade in Libano e non possiamo lasciare che la scena sia sempre occupata, con un’ansia di protagonismo, dalla Francia.” Sugli interessi italiani in territorio libanese, Camporini designa un quadro ben preciso. “Noi abbiamo interessi altrettanto forti – citavo la questione del nostro contingente in Unifil, ma anche dal punto di vista energetico ed economico abbiamo i nostri interessi nell’area – ma ci siamo limitati a mandare qualche aiuto umanitario, certamente non in modo da fare politica.” 

Italia ed Europa nel Mediterraneo

Sul ruolo dell’Italia nel Mediterraneo l’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa non ha dubbi. “Noi siamo praticamente usciti da qualsiasi tipo di gioco e la posizione di Roma non è considerata rilevante per la soluzione delle controversie internazionali anche nel quadrante vitale per noi come è quello del Mediterraneo.” Parole significative anche sull’Europa. Ognuno gioca la partita per sé, ci sono quelli più attivi, come i francesi, e quelli completamente passivi come gli italiani.

Politica estera del collasso

A detta del Generale Camporini, oggi responsabile per sicurezza e difesa di Azione di Carlo Calenda, l’Italia – presa dalle problematiche interne – non starebbe prestando le dovute attenzioni alle questioni internazionali. In passato era possibile auspicare barlumi di indipendenza grazie alla divisione del mondo in due blocchi. L’unica possibilità di un futuro affrancamento italiano in politica estera, pertanto, potrà scaturire dalla definitiva affermazione di un mondo multipolare inteso come superamento dell’unipolarismo a stelle e strisce.

 

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