Calenda consegna la “pesca” infuocata a Landini.

Calenda consegna la “pesca” infuocata a Landini.

Sulla Magneti Marelli di Crevalcore è scontro.

Mentre in Italia in questi giorni incombe potente il dibattito sullo spot della “pesca”, una pesca ben più amara viene consegnata a 230 lavoratori della Magneti Marelli a Crevalcore, nella ricca e produttiva Emilia. 230 dipendenti che, senza tanti giri di parole, quasi certamente si ritroveranno con lo stabilimento in chiusura e con le prospettive di diventare prossimi disoccupati.

Il “nocciolo“ della questione (tanto per rimanere nel tema delle pesche) è il progresso “ecologico” che sta imponendo, e imporrà sempre di più in futuro, il passaggio verso le auto elettriche con le implicazioni di natura economica e sociale che tale progresso sta portando.

Tali auto, ancorché meno inquinanti, saranno anche meno impattanti sotto il profilo della produzione industriale rispetto alle auto meccaniche e a carburante.

Bastano di fatto una buona carrozzeria e una buona batteria e poco altro. Via i motori a scoppio, via candele a iniezione e non, via olio motori, via radiatori ecc…. Di questo passo la tanto agognata rivoluzione green (con buona pace dei Verdi sinistrorsi), condurrà a casa un bel po’ di lavoratori delle industrie e a seguire i lavoratori della filiera ovvero meccanici, officine di riparazioni e infine i dipendenti e gestori dei distributori di carburante.
II progresso deve andare avanti. Così è sempre stato e così sarà in futuro .
Non si può fermare il progresso quindi – non è proprio possibile – ma quanto meno poter cavalcare l’onda che il progresso comporta, questo si. Ed è questo che verrà richiesto anche al nuovo esecutivo che deve promuovere una nuova cultura imprenditoriale e una nuova spinta verso le nuove tecnologie, nuovi brevetti, nuovi sviluppi, nuove imprese, nuove start up.

Tutto ciò è nei programmi della Meloni che, a testa bassa e in silenzio, procede dritta verso un incontro con i vertici della società Magneti Marelli e alla proprietà del fondo che lo detiene, per cercare accordi di mantenimento degli stessi livelli produttivi per gli altri due stabilimenti della Magneti Marelli di Mirafiori e Melfi. Una tegola da prendere a cuore dopo l’impegno anti-inflazione del “paniere tricolore”.

In tutto questo non convince la posizione presa dal segretario di Azione Carlo Calenda.

Forse ha dimenticato che è stato vice-ministro dello sviluppo economico dal maggio 2013 a marzo 2016 e successivamente, promosso proprio dal “nemico” Renzi, Ministro dello sviluppo economico dal 2016 al 2018 e poi a seguire con il Presidente Gentiloni. Di sviluppo e cambiamenti quindi se ne dovrebbe intendere.

In tutti i mass-media è riportata la “calda” intervista dove Calenda contesta che l’industria automobilistica viene progressivamente e scientemente distrutta in Italia.

Il leader di azione spara nel mucchio. Dà la colpa alla totale mancanza di serietà imprenditoriale della famiglia Agnelli/Elkan (“Gli Agnelli si fanno i fatti loro” chiosa il deputato), all’assenza del giornale Repubblica (“principale giornale di sinistra in Italia che genialmente gli Agnelli hanno comprato per procedere in silenzio alla chiusura delle industrie meccaniche” ribadisce Calenda) e a generici “poteri forti”. Ma più di tutto ce l’ha con Landini, segretario generale della CGIL e delle sue velleità di arrivare a diventare deputato europeo.

La risposta del sindacato FIOM ad un attacco così diretto e così tanto non- politically correct non si è fatta attendere. Ed è stata altrettanto impetuosa.
La posizione di Calenda, un quasi “alleato” alle prossime elezioni soprattutto a livello locale, imbarazza non poco il PD.

La Schlein sembra neanche più di tanto. Rimane nel vago, parla sommessamente di “lavoratori traditi” e passa la “palla” al Governo. Più presenti e incisivi sono stati Bonaccini e Colla che parlano di una “inaccettabile chiusura”.

Dopo la “pesca avvelenata” rifilata da Renzi, anche il PD si vedrà costretta a scaricare Azione?

Scene da gossip, come quella che gli italiani attendono con il sequel dello spot della “pesca”.

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