Arci e Case del Popolo rischiano di non aprire più

Eppure pare di ricordare che dicessero che era solo “un'influenza ”. L'antirazzismo non basta

Arci e Case del Popolo a rischio chiusura definitiva per il Covid-19.

In 2160 rischiano di non riaprire più ed alcune Case del Popolo, messe di fronte alla concreta possibilità di chiudere definitivamente, hanno scelto la strada del crowdfounding.

230 solo a Firenze.

Evidentemente antirazzismo e dottrine marxista non pagano le bollette.


Il Coronavirus affonda i circoli Arci

Il Coronavirus ha creato gravi danni economici e anche molte Case del Popolo e associazioni affiliate ad Arci Firenze ne patiscono le conseguenze, nonostante sostenessero che il razzismo era la vera pandemia.

Ma stavolta il razzismo non c’entra, anche se siamo sicuri che riusciranno comunque ad incolpare i sovranisti della crisi che sta attanagliando il mondo.

E ovviamente i cambiamenti climatici.

Dal 18 Maggio i circoli Arci hanno potuto riaprire al pubblico, ma in molti casi le strutture hanno ripreso le proprie attività, seppur ridotte, soltanto dal 1° giugno, ed ancora oggi molti sono quelli che invece non possono farlo rispettando le regole stringenti imposte dal governo.

Parla il Presidente

Il Presidente di Arci Firenze Jacopo Forconi traccia un quadro preoccupante.

“I numeri raccolti in queste settimane di crisi tramite i nostri circoli ci dimostrano, anche in questa situazione, quanto siano una presenza capillare sul territorio e quanto purtroppo abbiano subito anche loro inevitabilmente i danni di questa chiusura forzata.”
“Allo stesso tempo però abbiamo avuto la conferma dell’importanza del loro ruolo di supporto alla comunità sia a livello aggregativo e ricreativo che occupazionale.”
“Nonostante le difficoltà che la pandemia ha arrecato alle nostre strutture vorrei però anche sottolineare come i circoli abbiano dimostrato una volta di più un grande senso civico, di solidarietà e creatività. Valori centrali, con radici profonde, per la nostra associazione che ci daranno il giusto slancio per il futuro”.

Una nota di forzato ottimismo non nasconde una realtà preoccupante per il futuro dei circoli.

I numeri

Più dell’80% dei 252 dipendenti dei Circoli Arci di Firenze hanno richiesto l’attivazione della cassa integrazione e, fra le iniziative annullate, si contano centinaia di concerti, dj set, presentazioni di libri, dibattiti etc.

Sono 230 i dipendenti in cassa integrazione, circa 3000 le iniziative annullate o sospese e 500mila euro settimanali stimati di mancati incassi.

Sono questi i numeri, diffusi da Arci Firenze, che raccontano le conseguenze del lockdown sulla rete dei 236 Circoli dell’Arci di Firenze.
A livello nazionale sono  circa dieci volte quelli in difficoltà, con un giro di affari di tutto rispetto.

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