Alessandro Tomasi, il volto pulito di una Toscana che non si rassegna
Non servirebbero molte parole per spiegare perché ho scelto di appoggiare Alessandro Tomasi.
Basta guardarlo. È tutto lì: pulito, serio, capace, sincero, gentile e – cosa ormai rara – onesto. Ciò che appare, è. E la sua biografia lo conferma meglio di qualunque slogan.
I pistoiesi lo sanno bene: lo hanno eletto e poi riconfermato, facendone uno dei sindaci più amati d’Italia. Non per simpatia, ma per fiducia. Tomasi è un amministratore che ascolta, decide, si assume responsabilità. È un uomo diretto, che ti guarda negli occhi e capisce chi sei. E chi sa capire le persone, spesso sa anche governarle
Oggi, in piazza San Lorenzo a Firenze, quella capacità è diventata un simbolo. Una piazza gremita come non mai, colma di entusiasmo sincero, ha accolto la chiusura della sua campagna elettorale. Sul palco, accanto a lui, tutti i leader del centrodestra. Ma la scena, inevitabilmente, era sua.
Affacciato verso la statua di Giovanni dalle Bande Nere – l’eroe toscano che sfidava l’impossibile – Tomasi sembrava raccoglierne lo spirito: determinazione, coraggio, fiducia nei propri mezzi.
In queste settimane ha attraversato la Toscana in lungo e in largo. Non per tagliare nastri o moltiplicare foto, ma per ascoltare e raccontare un’idea diversa di politica: concreta, non ideologica, capace di dare risposte
Ha parlato ai toscani che non trovano casa, a chi attende mesi per una visita, a chi non può permettersi cure. Ha parlato di parchi e giardini diventati zone di spaccio, di famiglie che non chiedono assistenzialismo ma sostegno: risorse per gli anziani, affitti per i giovani, aiuti alle piccole imprese.
E ha detto, dal palco:
> “Ho girato la Toscana e ho incontrato tanti giovani. Nessuno mi ha chiesto il reddito di cittadinanza.”
Parole semplici, ma che dicono molto. Raccontano una Toscana che non si arrende, che non vuole vivere di sussidi, ma di lavoro, di dignità, di opportunità.
Quella di oggi non è stata una semplice chiusura di campagna elettorale. È stata, piuttosto, la nascita di una leadership. I leader del centrodestra lo hanno riconosciuto: Tomasi, comunque vada lunedì, è già un punto di riferimento per una Toscana che chiede cambiamento.
Il centrosinistra, dopo cinquant’anni di governo ininterrotto, dovrà finalmente confrontarsi con una vera alternativa. Non più l’opposizione “morale”, ma una controparte concreta, capace, preparata. Una forza che non si lascia intimidire da una presunta superiorità etica che il tempo ha logorato
Se i toscani lunedì decideranno di affidargli la guida della Regione, Alessandro Tomasi potrà diventare il miglior presidente che la Toscana abbia mai avuto.
Non promette miracoli: promette sobrietà, efficienza, buon senso.
E in politica – oggi più che mai – è già un piccolo miracolo.
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