Un abbraccio che unisce e una battaglia che non deve restare sola
Nella notte più simbolica dell’anno, quella della Vigilia di Natale, Alessandra Verni – madre di Pamela Mastropietro e fondatrice di un’associazione impegnata nel dare voce ai genitori che hanno perso i propri figli – lancia un appello semplice ma profondamente umano: trasformare un abbraccio in un gesto collettivo di amore, vicinanza e responsabilità.
Attraverso un post pubblicato sui social, Alessandra invita tutti, oggi 24 dicembre allo scoccare della mezzanotte, ad abbracciare la persona più cara che si ha accanto. Un gesto intimo, quotidiano, che per una notte diventa universale
“Chiedo ad ognuno di abbracciare, stanotte, la persona più cara vicino a voi, così che l’energia dei vostri abbracci arrivi a noi genitori come energia degli abbracci dei nostri figli volati in cielo.
A mezzanotte creiamo quella rete di amore che ci unisce tutti.
Grazie con tutto il cuore a chi lo farà.”
È un messaggio che nasce da una ferita che non si rimargina, ma che non si chiude nel dolore
Al contrario, si apre agli altri, diventando un ponte tra chi può ancora stringere un figlio, un compagno, un genitore, e chi quell’abbraccio può solo immaginarlo e ricordarlo.
Chi scrive conosce Alessandra Verni da tempo e ha seguito la sua battaglia instancabile per la verità e per la giustizia.
Una battaglia che non deve e non può essere lasciata sola, perché non riguarda esclusivamente la tragedia personale di una madre, ma chiama in causa l’intera comunità
Le condizioni e i modi in cui si è consumato il delitto di sua figlia Pamela rendono questa vicenda, suo malgrado, uno dei simboli più chiari e dolorosi di ciò che accade quando l’integrazione fallisce, quando l’insicurezza viene minimizzata, quando un certo buonismo ideologico porta a tollerare forme di clandestinità pericolosa.
Tutto questo mette a rischio il bene più grande che la nostra civiltà possiede e che ha il dovere di proteggere: i nostri figli, il nostro futuro. Chiedere verità e giustizia non è vendetta, ma responsabilità
È un atto di tutela verso le nuove generazioni e verso una società che non può permettersi di voltarsi dall’altra parte.
L’iniziativa lanciata da Alessandra Verni e dalla sua associazione non chiede clamore, ma presenza. Un gesto silenzioso, un abbraccio, che diventa segno concreto di vicinanza a tutti i genitori che vivono l’assenza più innaturale.
Nel suo appello, Alessandra invita anche chi lo desidera a condividere il gesto sui social, affinché questa iniziativa possa raggiungere più persone possibili e trasformare un momento privato in una rete collettiva di amore e consapevolezza
Come aderire
24 dicembre, ore 24
Abbraccia la persona più cara che hai accanto
Dedica quel gesto ai genitori che hanno perso un figlio
Se vuoi, condividi il messaggio per far arrivare questa iniziativa a più persone
In un tempo segnato da distrazione e indifferenza, questo invito ci ricorda che anche un semplice abbraccio può diventare un atto potente.

