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IL SOCIAL-ISLAMISMO E I RISCHI PER IL FUTURO

di Kishore Bombaci
6 Novembre 2025
In Esteri
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IL SOCIAL-ISLAMISMO E I RISCHI PER IL FUTURO
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IL SOCIAL-ISLAMISMO E I RISCHI PER IL FUTURO

Zhoran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Con poco più del 50% dei consensi in una tornata elettorale che si segnala per l’alta affluenza, il nuovo sindaco sbaraglia la concorrenza del democratico moderato Cuomo e del Repubblicano Silwa.

A nulla sono valsi gli appelli di Donald Trump persino in favore di Cuomo per scongiurare il pericolo massimalista rappresentato da Mamdani

Il voto si rispetta, come generalmente si dice in questi casi, ma non se ne possono sottacere le conseguenze tanto di natura simbolica quanto pratica che, a parere di chi scrive, segnano il passo verso una deriva suicidiaria per l’Occidente.

Mamdani è l’uomo che ha teorizzato l’Intifada globale, riferendosi a una pratica guerrigliera in voga tra i palestinesi contro Israele, e rimanda a un rischio concreto di incremento del velenoso virus dell’antisemitismo

New York ha una importantissima e vasta comuinità ebraica che adesso guarda con terrore alle posizioni del nuovo Major newyorkese il quale non ha esistato ad assecondare la narrazione pro-pal in tema di genocidio, apertheid, colonizzazione e simili amenità, caratterizzandosi per un tipo di antisemitismo politico molto in voga negli ambienti progressisti sotto il nome (fittizio) di antisionismo.

E dire che Donald Trump aveva avvertito chiaramente in un post sui social che l’ebreo che vota colui il quale odia gli ebrei (e non ne fa mistero) è un demente

Aveva ragione il POTUS, ma il virus del progressismo sfortunatamente non guarda in faccia a nessuno, di nessuna religione e talvolta si trasforma in una allibente sindrome tafazziana (ricordate il personaggio che prendeva a bottigliate i propri genitali? Ecco, proprio lui) . Se ne vedranno delle belle (o delle brutte), purtroppo.

E, non basterà certo la foglia di fico della foto che immortala Mamdani con un Rabbino in nome della lotta all’antisemitismo.

Si può dire che la deriva presa da New York nella sua smania anti-trumpiana ha contagiato tutti, persino coloro i quali dovrebbero temere le conseguenze di un sindaco estremista

E non serve sottolineare che gli USA non sono New York. La situazione è egualmente tragica!

Mala tempora currunt, sed peiora parantur!

Inoltre, il programma con cui Mamdani ha vinto è all’insegna del socialismo sfrenato che mira a tassare i ricchi (vecchio vizio della sinistra) per rendere asseritamente gratuiti alcuni servizi tra cui il trasporto pubblico; spicca poi la volontà di sottrarre al privato la GDO attraverso l’istituzione di supermercati pubblici a prezzi calmierati, così come si preannuncia la stretta sui canoni di locazione per gli appartamenti della Grande Mela anch’essi, a prezzi calmierati. Senza naturalmente dimenticare l’evergreen Green Deal che fa molto “figo progressista”.

Insomma, un tocco di Unione Sovietica nel cuore dell’America per la gioia di tanti newyorkesi che, forse ignari del pericolo, strombazzavano felici nel traffico per la vittoria dello Spartacus musulmano

Già! Fa specie effettivamente un sindaco musulmano nella città dell’11 Settembre.

Ma, si badi bene, il problema non è la fede professata che, come tale, è a insidacabile appannaggio del singolo e ne costituisce espressione della intangibile libertà religiosa. Il tema è la declinazione che di tale appartenenza se ne fa, e quali conseguenze politiche tale scelta comporti.

Ed è questo che oggi, alla luce del personaggio Mamdami e delle sue dichiarazioni di intenti, che spaventa non poco

La questione, in realtà, per quanto grave in sé, rivela la sua pericolosità sotto due altri aspetti, l’uno interno, l’altro per così dire, esterno.

Sul piano interno non può non condursi una riflessione sullo stato del Partito Democratico in America, evidentemente sempre più in mano dell’ala radicale che fa capo a Bernie Sanders e a Occasio Cortez.

Nella “guerra” interna ai dem, i moderati sono sempre più messi ai margini con la prevalenza della frangia estremista che potrebbe avere conseguenze impensabili anche in vista delle future (anche se lontane) elezioni presidenziali.

Inoltre non va dimenticato che il mainstream progressista trova negli USA la sua matrice che via via si estende anche all’Europa dettando l’agenda della sinistra globalista; e questo è un dato assai preoccupante dal momento che questo mainstream è fortemente anticapitalista, antisemita e antioccidentale e si estende a macchia d’olio incentivando l’estremismo massimalista che ben conosciamo anche da noi, con le sue battaglie di nicchia e le sue rumorose bandierine ideologiche

Insomma, il suicidio dell’Occidente passa per gli USA e il progressismo funge da cavallo di Troia affinché “culture” molto più forti, radicate e aggressive fagocitino il “western way of life”. Mamdani è l’espressione simbolica di tutto questo.
Il secondo punto, quello che abbiamo definito “esterno” per semplicità, ha a che fare con una tendenza ancora agli albori ma destinata a segnare profondamente la nostra cultura non solo politica:
l’innaturale alleanza tra marxismo e islamismo.

Alleanza che è stata inaugurata in Inghilterra (dove la convivenza della cultura liberale e quella social-islamista sta virando decisamente verso la sottomissione della prima alla seconda) con il relativo partito guidato da Jeremy Corbin, e che trova sponde anche in Italia con l’intenzione del capo della comunità palestinese Hannoun di fondare un partito socialista-islamista (il precedente tentativo a Monfalcone è abortito ma ha portato con sé la percentuale del 3%, tutt’altro che trascurabile)

Attendiamo la Francia nella quale la possibilità solletica il fortissimo (elettoralmente) Melenchon, e il Belgio dove ormai non c’è nemmeno bisogno di un partito ad hoc, considerando che i radicali musulmani già siedono nelle istituzioni e lavorano per l’islamizzazione del Belgio.

Tutto ciò è destinato a modificare rapidamente ciò che fino a ieri consideravamo normale e persino auspicabile

Si ricordi Charlie Kirk quando parlava della normalità del modo di vivere all’occidentale fatto di lavoro, famiglia, casa, hobby ecc. Qualora queste tendenze politiche dovessero prevalere, dubito che potremmo declinare – nel medio-lungo periodo – lo stesso concetto di normalità come oggi ancora facciamo.
Nulla vale che islamismo e socialismo siano teoricamente incompatibili, l’uno fortemente pervasivo che deriva l’impianto legislativo direttamente da un testo sacro, l’altro che fino a poco tempo fa considerava la religione “oppio dei popoli”.

Evidentemente l’interesse per il potere ma ancor più per il rimodellamento culturale dell’Europa (leggasi Bet Y’or che su questo ha scritto, in tempi non sospetti, un libro illuminante) supera le differenze e salda pactum sceleris destinato a modificare le nostre vite

Anche di tutto questo Mamdani è volontario simbolo!

Ebbene a fronte di questo quadro sconfortante, ci sarebbe da reagire con la forza spirituale di chi ancora non si rassegna alla conquista dell’Europa.

Non certo attraverso la violenza, ovvero mediante la rivendicazione identitaria fine a se stessa, tutt’al più folkoristica.

Ma con un gesto di orgoglio patriottico che mobiliti le masse contro l’invasione pacifica dei nuovi barbari progressisti

Una reazione che non può che collocarsi a destra, non certo nostalgica, ma proiettata nel futuro con le radici saldamente ancorate nella tradizione europea. Non certo razzista (come invece ahimé si intravede in alcune posizioni), ma moderna, occidentalista a forte trazione patriottica.

A partire dalla formazione di nuove menti che non può non trovare nella scuola il suo campo di battaglia culturale

Sottrarre la scuola al progressismo dovrebbe essere percepita come una battaglia campale, esiziale per il nostro futuro. Questo ancora non si vede, ed è piuttosto grave!

Saremo in grado di condurre questa battaglia culturale e spirituale assieme?

Spero di sì perchè ne va del nostro futuro, del nostro “way of life”, dei nostri valori, oggi come mai messi in discussione da un processo di globalizzazione che da economica è divenuta culturalmente pervasiva e che fino ad oggi ci sta vedendo clamorosamente perdenti.

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Tags: ISLAMNEW YORKPRIMO PIANOSOCIALISMOZhoran Mamdani
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