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Consiglio Regionale, solo una su quattro è donna

di Silvia Castellani
18 Ottobre 2025
In Politica
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Consiglio Regionale, solo una su quattro è donna

La Toscana resta al maschile. Su 39 seggi, sono appena 10 donne elette nel nuovo Consiglio Regionale. La parità di genere resta un miraggio in una delle regioni più “progressiste” d’Italia.
Nonostante le promesse di rinnovamento e i meccanismi di parità inseriti nelle liste elettorali, il nuovo Consiglio Regionale della Toscana lascia poco spazio alle donne.
Appena il 25,6% del totale. Una percentuale che racconta, meglio di molte parole, quanto la strada verso la piena parità sia ancora lunga anche nella “rossa” Toscana. Andando nel dettaglio, la gran parte delle donne elette siede tra i banchi della maggioranza di centrosinistra, guidata dal Partito Democratico e dalle forze alleate.
Il PD, con quattro consigliere, si conferma il partito con piu’ donne in termini numerici, ma sempre sotto la soglia psicologica del 30%. Infatti siedono negli scranni del Palazzo di Pegaso la candidata regionale della lista PD Simona Querci, Alessandra Nardini eletta nella circoscrizione di Pisa, Serena Spinelli della zona del Mugello/Chianti e Brenda Barnini della zona di Empoli.
Segue a ruota Casa Riformista, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle.Casa Riformista ha eletto la ex vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, presentata nella circoscrizione di Firenze citta’. La livornese Alessandra Fallani invece è la consigliera di Alleanza Verdi e Sinistra. Irene Galletti di Pisa è la consigliera in forza ai 5 Stelle.
La situazione invece è peggiore nel centrodestra dove le donne sono quasi assenti.
Nelle file della minoranza, la presenza femminile è ancora più scarna. Fratelli d’Italia porta in Consiglio soltanto due donne dei 12 seggi conquistati in Regione, mentre Forza Italia e Lega non ne hanno nemmeno una.
Nel partito della Meloni soltanto Marcella Amadio di Livorno e
Chiara La Porta eletta a Prato saranno le rappresentanti di genere femminile.
Un dato che evidenzia, ancora una volta, la difficoltà delle forze di centrodestra nel promuovere una reale rappresentanza femminile ai vertici della politica regionale. Meno del 15%.
Ma tra esperienze consolidate e nuovi ingressi, la fotografia di tutto il Consiglio Regionale toscano rimane quella di un’assemblea a forte predominanza maschile.
Un dato oggettivo ma purtroppo che non sorprende del tutto. Le quote rosa di genere, pur garantendo un equilibrio formale nelle liste, non assicurano l’elezione effettiva delle candidate.
Nel PD sono state rielette figure di primo piano come Alessandra Nardini, già assessora regionale, e Serena Spinelli, impegnata da anni nel sociale.Stefania Saccardi (Casa Riformista), ex vicepresidente della Regione e assessora alla sanità, è una delle presenze femminili più influenti.
Sul fronte del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti, già candidata alla presidenza nel 2020, resta l’unica donna rappresentante del suo gruppo.
Purtroppo la Toscana non è un’eccezione. In tutta Italia, la legge sulle quote di genere non sta di fatto garantendo equilibrio. Se le donne vengono collocate in zone non eleggibili, o con candidature solo “di servizio” non serve assolutamente a niente nella logica della parita’ di genere.
Il problema non è solo numerico. Le donne entrano in Consiglio spesso dopo percorsi politici lunghi e complessi, mentre gli uomini accedono più facilmente a ruoli di visibilità e potere. Probabilmente diventa sempre piu’ necessario un profondo cambiamento culturale nei partiti, ancora lontani a comprendere le reali e complesse difficolta’ del mondo femminile.
In Toscana questa realta’ appare ancora più evidente.
La Regione ama definirsi “laboratorio del progresso” ma si ritrova con un’assemblea che non rispecchia la società che rappresenta ovvero la Toscana delle professioniste, delle amministratrici locali, delle imprenditrici. Difficilmente tali “voci” trovano uno spazio anche nei prosdimi cinque anni nei palazzi della politica.
E mentre si parla di nuove strategie per il riequilibrio di genere, i numeri raccontano ancora una storia antica: il potere, in Toscana, resta soprattutto maschile.

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Tags: DONNEEUGENIO GIANIFIRENZEIN EVIDENZAREGIONE TOSCANA
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