• Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
oAdHoc News Quotidian
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
AdHoc News Quotidiano
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Cultura

Macbeth, la prima volta di Verdi e Shakespeare. Una nuova edizione al Maggio Musicale Fiorentino, con un cast davvero invitante

L'opera verdiana affidata alla bacchetta di Alexander Soddy, con Mario Martone alla regia, Luca Salsi nel ruolo del titolo e il debutto di Vanessa Goikoetxea come Lady Macbeth

di Domenico Del Nero
6 Ottobre 2025
In Cultura
0
il sipario del Macbeth (fonte: ufficio stampa MMF)
30
VISITE
CondividiTwitta

“Mario Martone mette in scena uno spettacolo molto calato nella realtà; uno spettacolo cupo, nero ma comunque in certi momenti luminoso, anche atemporale.”  Così Paolo Klun, responsabile Ufficio Stampa del maggio Musicale Fiorentino, introduce l’incontro che venerdì scorso ha presentato ai giornalisti il nuovo spettacolo che sta per andare in scena: Il Macbeth di Giuseppe Verdi, tragedia “del potere” purtroppo quanto mai adatta al contesto di questi giorni. A parlarne, il sovrintendente del Maggio Musicale Carlo Fuortes, il direttore d’orchestra Alexander Soddy e il regista Mario Martone; inoltre il baritono Luca Salsi (Macbeth), il soprano Vanessa Goikoetxea (Lady Macbeth), il basso Antonio di Matteo (Banco) e il tenore Antonio Poli (MacDuff).  Già visibile sul palcoscenico il bellissimo sipario dipinto su legno ispirato all’affresco Il Trionfo della morte di palazzo Abattellis a Palermo, realizzato da Mimmo Paladino che ha firmato le scene dell’allestimento. Prima rappresentazione domenica 12 ottobre 2025 alle ore 17; altre tre le recite previste in cartellone: il 14 e il 17 ottobre alle ore 20 e il 19 ottobre alle ore 15:30. La versione è quella del 1865, ma con una “contaminazione” con la prima versione del 1847: Luca Salsi ha infatti chiesto e ottenuto che venisse inserita l’aria Mal per me che m’affidai, la morte di Macbeth alla fine della battaglia che chiudeva la prima versione.

Il sovrintendente Carlo Fuortes, oltre a ribadire la soddisfazione per il sipario in legno, vera opera d’arte che resterà nella disponibilità del teatro, ha dichiarato: Macbeth, opera assolutamente straordinaria, ha un posto centrale nella nostra stagione autunnale e va trattata con tutto il riguardo possibile, sia per la parte musicale che per la parte scenica; così è sempre accaduto in questo teatro, anche perché quest’opera è nata a Firenze. Infatti alla direzione d’orchestra c’è Alexander Soddy, che ha diretto Salome con straordinario successo e Macbeth è una delle sue opera verdiane preferite; per l’Italia è un debutto e la debutta con una orchestra italiana; per l’Italia è un debutto, con una orchestra italiana e cantanti italiani. Per la parte scenica sono molto felice che Mario Martoni abbia accettato questa proposta, dopo vent’anni che non lavorava in questo teatro.”

“Sono davvero fiero di tornare a Firenze dopo Salome e il concerto che ho diretto nel corso dell’87esimo Festival del Maggio – dice Alexander Soddy – Tornare qui e farlo dirigendo il Macbeth di Giuseppe Verdi rende tutto questo ancora più speciale: io sono cresciuto con le opere di William Shakespeare e Macbeth è davvero un esempio perfetto di una tragedia marcata da tratti chiaroscuri e la musica che Verdi ha costruito intorno ad essa è assolutamente meravigliosa. È caratterizzata da aspetti che possiamo definire quasi ‘estremi’ e si sente in modo cristallino l’impronta energica del Verdi giovanile. In questa produzione abbiamo la fortuna di avere un cast davvero straordinario che – insieme a questa magnifica Orchestra e al Coro diretto dal maestro Fratini – sono capaci di trasmettere al pubblico tutti i colori e tutte le sfumature presenti nella partitura verdiana. Luca Salsi penso sia al momento il miglior Macbeth al mondo ed è davvero un immenso piacere poter lavorare al suo fianco; Vanessa Goikoetxea, che interpreta Lady Macbeth – a mio avviso uno dei ruoli verdiani più difficili ed estremi – è davvero eccezionale nel rendere sia vocalmente che scenicamente questa parte così complessa. Infine ci tengo a sottolineare come sia stimolante poter lavorare insieme a Mario Martone che fin da subito è stato capace di comprendere e di rendere scenicamente, e in modo assolutamente perfetto, la profondità di questo dramma”.

Il regista Mario Martone – cha al Maggio ha debuttato nell’aprile del 2007 curando la regia dell’Antigone con la musica di Ivan Fedele – ha sottolineato gli aspetti più importanti che caratterizzano il suo Macbeth: “Questo spettacolo è da un lato un viaggio interiore nella psiche di un uomo e di sua moglie, del rapporto ossessivo e inappagato che li lega indissolubilmente, dall’altro una manifestazione scenica delle forze che li manovrano, e che manovrano tutti noi, attraverso la presenza delle streghe. Noi crediamo di essere liberi ma le forze che muovono le nostre azioni sono innumerevoli, e vengono sia da dentro di noi come da fuori. Il fuori si manifesta solo in un momento nel Macbeth di Verdi, l’unico in cui si esce dal palazzo regale, un’apertura in cui appare un’umanità dolente, percossa dalla violenza della guerra e della stupidità criminale del potere. La psiche di chi governa è spesso particolarmente esposta all’azione sadica e beffarda delle streghe, e a pagarne le spese sono infiniti esseri umani al mondo. Viviamo un tempo in cui questo è purtroppo molto evidente”.

Luca Salsi è decisamente un veterano del ruolo: lo ha infatti interpretato per ben 150 volte! “Macbeth è in assoluto una delle opere che amo di più e che più mi rappresentano – ha dichiarato –   Qui a Firenze l’ho cantata in due occasioni: nel 2018 con la direzione del maestro Muti e nel 2013, in occasione del bicentenario verdiano, sotto la bacchetta di James Conlon. Amo moltissimo il personaggio di Macbeth, una parte davvero complessa sia sul piano vocale che su quello recitativo: in questa produzione sono però aiutato moltissimo da Mario Martone con il quale già avuto modo di lavorare in occasione dell’Andrea Chénier scaligero del dicembre 2017. Lavorare insieme a lui è sempre stimolante, ha sempre idee briose e mai banali poiché la cosa complessa di quest’opera è il rischio –  sempre alto – di sconfinare nell’esagerazione. Qui invece si è lavorato molto sull’aspetto caratteriale dei personaggi e questo si adatta molto all’essenza stessa dell’opera di Verdi.

Per il soprano Vanessa Goikoetxea, che torna al Maggio dopo il successo delle recite di Tosca del maggio del 2024 che hanno segnato il suo esordio fiorentino, si tratta invece di un vero e proprio debutto, non solo nel titolo ma in ruolo verdiano: “Lady Macbeth è senza dubbio un ruolo complesso, sia dal punto di vista dell’impegno vocale sia dal punto di vista recitativo; è una donna dalla psicologia molto complessa. Se da un lato lo si può senza dubbio definire un personaggio crudele, dall’altro ci si può anche soffermare su un altro aspetto, meno evidente se vogliamo: lei ama davvero Macbeth, anche se naturalmente la sua sete di potere prevarrà anche su questo lato sentimentale. La duplicità del suo animo la rende naturalmente complessa da analizzare e interpretare. Mi emoziona e mi stimola molto sapere che questa è la prima opera di Verdi che affronto in carriera e mi ha davvero colpito vedere come egli ha dipinto Lady Macbeth: nella musica stessa si trova ogni singolo aspetto della storia narrata in scena. Verdi, così come sarà poi per Puccini, ha questa straordinaria capacità di narrare la storia – o meglio, il dramma – quasi esclusivamente attraverso la musica e le note, che contengono in sé tutto il cuore e l’anima della vicenda shakespeariana”.

Tutti i cantanti presenti hanno espresso la loro soddisfazione per lo spirito di squadra che si è creato e per il fatto di poter lavorare con Soddy e Martone. Un cast davvero di eccellenza, che lascia decisamente ben sperare. A completare la squadra, lo scenografo realizzatore è Barbara Bessi, i costumi sono di Ursula Patzak, luci e video sono di Pasquale Mari e Alessandro Papa è il video designer. La coreografia della messinscena è di Raffaella Giordano. Il maestro del Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Per il cast vocale, Huigang Liu è Un medico; Egidio Massimo Naccarato è Un domestico e Lisandro Guinis è Un sicario mentre Dielli Hoxha e Nicolò Ayroldi sono rispettivamente Un araldo e la Prima apparizione.

Questa messa in scena è la 21esima del titolo a Firenze, la cui storia inizia con la Città, al Teatro della Pergola, il 14 marzo del 1847 dove fu eseguita per la prima volta in assoluto. Al Comunale la prima rappresentazione è del maggio 1951 con Vittorio Gui sul podio, alla quale ne seguono altre sei programmazioni del titolo: nel 1969, nel 1975, nel 1995, nel 2002, nel 2013, e l’ultima  – in forma di concerto –  al Teatro del Maggio Fiorentino,  diretta da Riccardo Muti nel 2018.

Lady Macbeth?  Brutta e cattiva. La voce? Aspra, soffocata, cupa e con piglio diabolico.  Così Giuseppe Verdi voleva il timbro vocale della protagonista della sua opera “fiorentina”, l’unica scritta appositamente per il proscenio della Pergola. Almeno in parte, fu accontentato: Marianna Barbieri – Nini era una cantante celebre per l’intelligenza ma, sembra, anche per la sua bruttezza.   Ma non era tanto la bellezza a contare: per questo ruolo infatti verdi scrisse una delle parti sopranili più complesse (secondo alcuni, la più difficile in assoluto) nel senso dell’estensione, della coloratura e della dinamica.

Del resto, non a caso qui Verdi si confronta con uno dei suoi numi tutelari: Shakespeare, nel segno del quale chiuderà la sua carriera.  Ma allora, avrà come suo collaboratore un degno poeta e collega quale Arrigo Boito; nel 1847 non aveva altri che il povero Francesca Maria Piave. Verdi, peraltro, lo aveva messo sotto torchio: lo strapazzava, ricordandogli che aveva a che fare con un capolavoro e ordinandogli di comporre un libretto “sintetico” e pure con versi di stampo alfieriano, almeno nella concisione. Andò a finire che scrisse parte della musica prima che Piave avesse completato il testo e dovette pure ricorrere a un altro estro poetico non precisamente eccelso, quello di Andrea Maffei, per le parti delle streghe e degli esuli scozzesi, informandone il povero Piave a cose fatte.

Risultato?   “Macbeth. Profanazione in quattro atti di F.M. Piave (…)  l’elemento fantastico con tutte le sue streghe, le sue apparizioni, la sue perdizioni, la sue tregende incompatibile co’nostri pubblici, co’ nostri teatri e soprattutto co’nostri macchinisti”.

In definitiva, un libretto «trivialissimo, scempiato, indigesto, un’arlecchinata, un ridicolo pasticcio zeppo di assurdità e madornali spropositi, che pochissimo riceve da certi “cataplasmi” (ovvero i correttivi di Maffei) e molto danneggia la musica». Tale il giudizio di Enrico Montazio sulla Rivista di Firenze del 27 marzo 1847 (meno di due settimane, dunque, dopo la prima. Non tutti furono così duri, ma in generale il libretto non suscitò un grande entusiasmo e anche l’accoglienza dell’opera non fu delle più calorose, malgrado il compositore ne avesse seguito con grande attenzione la messa in scena.

Il teatro, la sera della prima, era strapieno e non mancarono comunque omaggi ai cantanti e al musicista; ma l’esito fu comunque inferiore alle aspettative.  Probabilmente le novità dell’opera, la scelta del soggetto e il suo sapore “nordico” sconcertarono un pubblico non ancora pronto a una simile “virata”; senza contare la mancanza di una “storia d’amore”, cosa davvero inusuale per un melodramma.

Macbeth avrà una seconda versione parigina nel 1865, con notevoli rimaneggiamenti della partitura per adattarla ai gusti del pubblico francese. Ed è questa seconda versione che di solito si esegue, soprattutto dopo la riscoperta e rivalutazione dell’opera avvenute verso la metà del Novecento.

 

 

 

 

 

 

 

Tags: Alexander SoddyGIUSEPPE VERDIIN EVIDENZALUCA SALSIMACBETHMAGGIO MUSICALE FIORENTINOMARIO MARTONEVanessa Goikoetxea
Articolo precedente

Gli ebrei vengono uccisi da millenni

Prossimo articolo

Il centrodestra Toscano ha il suo paladino

Prossimo articolo
Il centrodestra Toscano ha il suo paladino

Il centrodestra Toscano ha il suo paladino

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Contatti e informazioni AdHoc News
  • Partners & Advertising
  • Privacy policy
  • Cookie policy

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.