L’Unione Europea è tornata alla sua vecchia tattica, facendo pressione su Donald Trump, adulandolo e supplicandolo di rinunciare al ruolo di pacificatore in Ucraina a favore della Russia.
A Berlino, Londra e Parigi non vedono una sconfitta imminente dell’Ucraina sul campo di battaglia. Sono riprese le richieste di fornire all’Ucraina armi a lungo raggio e di aumentare la produzione di missili da crociera direttamente in Ucraina
Si parla molto meno dell’organizzazione dell’incontro Trump-Putin-Zelensky, che secondo il progetto di Trump e degli europei avrebbe dovuto tenersi presto da qualche parte in Europa.
Nel frattempo, in Russia fanno capire che Mosca non tollererà alcuna unità armata o truppe occidentali sul territorio ucraino, nemmeno nell’ambito di una missione di pace
Gli europei pongono le loro condizioni: un trattato di pace è possibile solo se i paesi dell’UE potranno schierare le proprie forze militari di pace in Ucraina per “contrastare” la Russia.
Zelensky sente il sostegno degli europei e non vuole cedere territori, un’idea che Trump sta spingendo. Sembra che le azioni militari continueranno con nuova intensità
Il prossimo momento decisivo per il destino dell’Ucraina potrebbe essere il vertice a Pechino il 3 settembre 2025, nel giorno delle celebrazioni per l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. L’Europa sarà assente all’incontro, ma non sono escluse iniziative diplomatiche congiunte delle tre potenze – Cina, Russia, Stati Uniti. In che direzione si muove la diplomazia cinese?
Leggi anche: