25 aprile, non solo una festa per la sinistra
Avevo poco più di 20 anni ed ero consigliera al Quartiere 4 del Comune di Firenze nelle liste della Democrazia Cristiana.
In occasione del mio mandato ho avuto la possibilità di conoscere alcuni partigiani combattenti durante la Seconda guerra mondiale
Partigiani cattolici, anticomunisti e antisocialisti. Erano gli inizi degli anni ’90. Mani pulite ancora non aveva falcidiato metà degli esponenti politici di allora. Era davvero un altro mondo, senza cellulari, Internet e banconote in Euro.
Nonostante la recente caduta del Muro di Berlino e l’apertura della Perestrojka di Gorbaciov, ancora il modo si sentiva ideologicamente diviso in due fra Unione Sovietica e Stati Uniti. Ovvero fra la massima visione liberistica e lo Stato comunista.
Durante la seconda guerra mondiale, quei partigiani, liberali e cattolici, avevano lottato fianco a fianco ai partigiani socialisti per la liberazione d’Italia. I partigiani cattolici erano uomini di valore come tutti gli altri, lontani però migliaia di chilometri dagli ideali di sinistra
E’ a loro che voglio dedicare questo articolo. E’ alla loro memoria. E se si risvegliassero oggi in questi tempi complessi, sicuramente avrebbero un sussulto di rabbia. Possibile che il 25 aprile sia stato deturpato dalla appropriazione indebita della sinistra anticlericale e filosovietica?
Il 25 aprile è la festa di libertà e democrazia. E’ la memoria di tutti gli uomini e donne, di qualsiasi colore politico fossero, che hanno lottato per un futuro migliore per loro e per i loro figli
Ma soprattutto tutti hanno voluto fortemente la futura costituente italiana.
Per questo dobbiamo sottolineare che il 25 aprile non è una festa né di sinistra né di destra. E’ la festa degli italiani, e deve rappresentare tutte le diverse prospettive politiche fondanti degli ideali della nostra Costituzione.
E soprattutto non deve essere strumentalizzata
Ed è su questo che tutti noi italiani dobbiamo lavorare. Dobbiamo comprendere che gli ideali e i valori di libertà e democrazia non hanno una identità politica, ma sono valori accettati indipendentemente da una appartenenza politica.
Invece in questi tempi sciagurati il 25 aprile diventa solo pretesto per arringare le folle contro l’attuale forza di destra, molto spesso più liberale degli stessi appartenenti dei partiti di sinistra
E’ la festa della nostra identità nazionale, della nostra cultura e delle nostre tradizioni italiane. E’ la nostra storia recente che deve essere difesa attraverso politiche tese alla indipendenza e autonomia pur in un contesto europeista.
La destra non deve lasciare ai partiti di sinistra la peculiarità di festeggiare il 25 aprile. Deve svolgere il lavoro da protagonista per promuovere la partecipazione cittadina e la democrazia al fine di aumentare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni nazionali. Ma soprattutto deve promuovere la piena e consapevole libertà economica, la riduzione della burocrazia, la crescita economica e la prosperità dei cittadini. Il 25 aprile potrebbe diventare inoltre l’occasione di dimostrare la trasparenza delle istituzioni italiane, che già il Governo Meloni sta portando avanti.
Il 25 aprile è un festa divisiva, fra chi parteggia per la destra e per la sinistra. E’ diventata solo una forma di strumentalizzazione politica, perdendo i valori reali di riflessione sulla storia italiana, sui valori di democrazia e libertà che stanno alla base della nostra Repubblica
La visione reale del 25 aprile varia notevolmente a seconda delle prospettive politiche e delle esperienze dei vari gruppi sociali. Ed è un peccato, perché va oltre a quello che davvero rappresenta.
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