Zone 30 anche a Firenze: anacronistiche e controproducenti

Studi francesi indicano la loro dannosità, Firenze si affretta ad istituirle

C’è arrivato anche Nardella a prevedere le zone 30: quando si tratta di provvedimenti inutili e dannosi è sempre in prima fila.

Cascine, le Cure, Galluzzo ed Isolotto, Castello Gavinana, via delle Panche e i borghi di Peretola-Quaracchi-Brozzi.

Le nuove “zone 30” di Firenze andranno ad affiancare quella già prevista nel Villaggio Forlanini.

Sono utili? No.

Un provvedimento finalizzato al miglioramento della viabilità e a una maggiore sicurezza stradale, ed alla riduzione dello smog e dell’inquinamento acustico, ottengono esattamente il risultato opposto.

Sono state previste nei mesi scorsi a Madrid, Parigi e Milano. Hanno risultati certificati del tutto controproducenti.

Alla luce di ciò la Giunta fiorentina si è affrettata prevederla: sia mai che rinunci allo scettro di regina dei provvedimenti dannosi inutili e dannosi.

Gli errori di Parigi e Madrid

Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, “per contenere l’inquinamento” ha istituito zone in centro a Parigi con limiti a 30 km orari. Limiti draconiani ed inutili che hanno raggiunto solo l’obiettivo di aumentare l’inquinamento.

Anche Milano prevede nuovi autovelox per le zone 30 km/h e zone  addirittura con limite a 15. Chi offre di meno?

Modifiche che producono più smog insieme a piste ciclabili  solo disegnate in terra e monopattini che riducono le carreggiate.

Più tempo, più traffico, più smog.

Non lo diciamo noi, ma le analisi scientifiche di un ente pubblico francese.

L’Agenzia pubblica Cerema in uno studio evidenzia come l’inquinamento sia aumentato a Parigi, perché aumentando i tempi di percorrenza si consuma più combustibile e si emette di più.

Ma Nardella è contento

Infischiandosene di tali studi, o semplicemente non conoscendoli, Nardella è tutto contento delle nuove zone.

La sicurezza stradale rimane una nostra priorità – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella – Limitare la velocità delle auto e delle moto in zone della città densamente popolate diminuirà il numero di incidenti e garantirà una migliore mobilità per chi va a piedi e in bicicletta. Senza dimenticare che le auto che vanno più piano inquinano meno, a tutto vantaggio dell’aria che respiriamo”.

Tutto il contrario, invece. Avanti, anzi indietro, così.

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