Zamberletti docet

Zamberletti docet

Ho imparato da lui,inventore della protezione civile,che essa si basa su 4 tempi:previsione,prevenzione,gestione della crisi,ricostruzione.

Ne emerge che l’elemento essenziale nella vicenda dell’alluvione Toscana 2023 sia proprio la prevenzione.

Infatti,l’alert ancora embrionale o i colori non adeguati dell’allarme sono questioni previsionali gravi ma emendabili

Diversa è la questione della prevenzione.Non urtiamo l’assessore fiorentino Funaro che non vuole polemiche quando si parla della Toscana,atteniamoci ai fatti. PRIMO FATTO:La Costituzione assegna alle Regioni la competenza esclusiva in materia urbanistica.Tutto ciò che è stato costruito in Toscana dal 1970 attiene ai poteri della Regione nella gestione del territorio. SECONDO FATTO:L’urbanistica regionale,prima della LR n.78/88 ‘Norme urbanistiche integrative’ che promosse il Quadro regionale di coordinamento territoriale,era il caos.Gli anni iniziali del ‘sacco della Piana’.

La LR n.17/72 aveva istituito la Commissione tecnico amministrativa.Un sinedrio partitocratico che decideva i Piani Regolatori

Solo nel 2005 con la Legge n.5 e poi con la falsa isteria ambientalista della LR n.65 del 2014 si passò dall’ anarchia al dirigismo pianificatorio. TERZO FATTO:negli anni ‘60 Sesto Fiorentino aveva 25.000 abitanti,oggi 48.060.Il Comune di Campi Bisenzio nel 1969 aveva 23.146 abitanti,oggi 48.060.

Nella piana si è costruito l’Universita’,I Gigli,il polo produttivo e si sta progettando il nuovo interporto.Sindaco di Campi,fino al 2022,è stato l’On.Fossi oggi segretario regionale ambientalista del Pd.I due Comuni contestano il riorientamento della pista di Peretola perché altererebbe il mitico ‘equilibrio ambientale’della Piana.

Per quel che conta,l’Ispra cita ovviamente Campi come leader nel consumo del territorio

QUARTO FATTO:grazie a Giuseppe Bicocchi ed all’opposizione in Consiglio Regionale negli anni ‘8O,la Toscana fu tra le prime a dotarsi di una sala unica per la gestione delle crisi ma il sistema regionale venne legiferato solo nel 2003 con la Legge n.67 e con grave ritardo affinato con la L.45/2020 a seguito della riforma costituzionale che considera la protezione civile a competenza concorrente tra Stato e Regione.

QUINTO FATTO:In 30 anni la superficie boschiva italiana e’ cresciuta del 20 per cento.Oggi il 38 per cento del nostro territorio e’bosco.Siamo,dopo la Spagna,il secondo Paese in Europa per copertura forestale.

La Toscana è la penultima regione italiana come estensione boschiva

I dati sono dell’Inventario nazionale delle foreste realizzato dalle unità ambientali dei Carabinieri. SESTO FATTO:Nardella ringrazia la diga di Bilancino per avere ‘salvato’l’Arno….a dire il vero in collaborazione con le moderate precipitazioni nel Casentino.

Peccato che voglia andare in Europa a sostenere il ‘Nature restoration law’del negazionista (della realtà)Timmermans che prevede la riduzione delle aree coltivabili oltre che di dighe ed argini.

SETTIMO FATTO:Aggredire i Consorzi di bonifica e’un po’ populismo idraulico.La Legge regionale n.79 del 2012 che inquadra le competenze in materia di bonifica trasferite dallo Stato chiarisce chi comanda.L’autorità idrica è la Regione (articolo 22)che ‘indirizza e controlla’i Consorzi mentre all’articolo 29 obbliga i consorziati al ‘contributo consortile’.

Il Consorzio di Bonifica del Medio Valdarno annuncia che dispone di 28 milioni per 58 progetti (anche per Ombrone e Bisenzio).Le risorse arrivano da consorziati,Stato e protezione civile.La Regione vi contribuì per 4.669.832 Euro nel ‘21 per scendere ora a 2.494.158.Il Consorzio della Piana di Sesto,che è il nonno dell’attuale,fu costituito nel 1927 riunendo ben sei precedenti consorzi attivi nell’area.

Sospetto che cento anni fa vi fosse una maggiore,seppure meno sbandierata,coscienza ambientale.

OTTAVO FATTO:La piena del Po’non è la piena di aste fluviali minimali

È ciò che ha sostenuto il Segretario dell’Autorita’di Bacino dell’Appennino settentrionale ed è ciò che imputa la Magistratura marchigiana agli amministratori di quella Regione.Se il cosiddetto argine del torrentello Marina a Campi è Villa Montalvo non si tratta di cercare capri espiatori o evocare il cambiamento climatico,ma solo di chiarire responsabilità. NONO FATTO:Nel 2005 con l’accordo di programma,il Ministro Matteoli ed il governo Berlusconi finanziano il Piano di gestione del rischio alluvioni dell’Autorita’di Bacino distrettuale.Esso riguarda quattro casse di espansione(Pizziconi,Restone,Prulli e Leccio)oltre all’adeguamento della Diga di Levane,per un volume invasabile di quasi 35 milioni di metri cubi.Le risorse come i ritardi ci sono.

Si e’passati da 50 a 200 milioni di costo complessivo

Il soggetto ‘attuatore'(si fa per dire)sarebbe il Presidente della Regione in qualita’di Commissario di Governo.Le opere ancora non ci sono mentre giace inutilizzato un miliardo di Euro disponibile nella contabilita’speciale dei Presidenti di Regione ‘commissari’.

IN CONCLUSIONE,lasciamo le polemiche su rimborsi e Commissario,limitandoci a dire che una Commissione regionale di inchiesta e’il minimo sindacale per riportare la questione del dissesto idrogeologico toscano alla centralità che merita.Il 4 Novembre del 1333 l’Arno spazzo’via il Ponte Vecchio.Tra dieci anni sarebbe bene evitare una celebrazione realistica dei settecento anni dell’evento.

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