Washington evita il collasso: accordo in extremis sullo shutdown

Washington evita il collasso: accordo in extremis sullo shutdown

L’accordo raggiunto nella notte a Washington per evitare un prolungato shutdown federale riporta ossigeno all’economia americana e rassicura i mercati globali, ma non cancella la fragilità di fondo di un sistema politico sempre più esposto alla paralisi istituzionale.

Dopo giorni di stallo e trattative serrate, la maggioranza al Congresso ha approvato un compromesso che consente la riapertura degli uffici pubblici e la ripresa delle attività amministrative sospese

È una tregua che salva il presente, ma rimanda il problema strutturale di una governance condizionata dal conflitto permanente tra Casa Bianca e Congresso.

Sul piano economico immediato, la riattivazione dei fondi federali e il pagamento degli stipendi arretrati ai dipendenti pubblici restituiscono fiducia a famiglie e imprese.

Wall Street ha accolto positivamente la notizia, segnalando un rimbalzo dei titoli più esposti al ciclo interno

Tuttavia, l’entusiasmo resta misurato: gli operatori sono consapevoli che si tratta di un accordo temporaneo, destinato a scadere tra poche settimane, quando tornerà sul tavolo la discussione su bilancio e sul tetto del debito.

La vicenda dello shutdown conferma quanto la politica americana sia entrata in una spirale di polarizzazione che limita la capacità decisionale del Paese.

Ogni ciclo di bilancio diventa un terreno di scontro ideologico, in cui la gestione del debito e la spesa pubblica vengono utilizzate come armi negoziali

In un contesto internazionale già fragile, con l’inflazione che fatica a rientrare e la politica monetaria della Federal Reserve ancora improntata alla cautela, la prevedibilità delle istituzioni americane resta un fattore chiave per la stabilità finanziaria globale.

L’Europa osserva con attenzione

Non tanto per l’impatto diretto sul commercio o sui flussi di investimento, quanto per le implicazioni sul sentiment complessivo dei mercati. Ogni volta che gli Stati Uniti si avvicinano al blocco amministrativo, cresce la domanda di beni rifugio, si irrigidisce il mercato obbligazionario e si riduce la propensione al rischio.

È un effetto che può riverberarsi anche sul differenziale dei titoli di Stato europei e sulla percezione della solidità dei conti pubblici nazionali.L’accordo, dunque, è un passo necessario ma non sufficiente.

Serve un ritorno alla responsabilità istituzionale e alla prevedibilità delle decisioni di bilancio

Gli Stati Uniti restano il baricentro del sistema economico globale, ma la loro forza dipende anche dalla capacità di garantire continuità amministrativa e fiducia nella governance.

In un mondo che cambia rapidamente, la credibilità politica è ormai una variabile macroeconomica a tutti gli effetti.

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